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Braccialetti, chiavi, telefoni: dove si nascondono i germi

Funghi, virus e batteri tendono a proliferare su oggetti a portata di mano, come dimostra uno studio della Florida Atlantic University

28/08/2023
Crediti iStock - Piastra Petri con batteri

L’attenzione all’igiene è sempre stata importante per prevenire la diffusione di malattie infettive ma, dopo l’emergenza globale causata dal Covid-19, la consapevolezza sull’importanza dell’igiene delle mani è aumentata notevolmente. Ora uno studio recente ha esaminato un oggetto di uso comune (braccialetti, cinturini… ma le stesse considerazioni potrebbero valere per chiavi, telefoni, maniglie, volante delle auto) e invita a curare, in parallelo all’igiene delle mani e della persona, anche l’igiene degli accessori che possiamo indossare o impugnare. 

 

Braccialetti 

Ricercatori del Charles E. Schmidt College of Science della Florida Atlantic University hanno testato diversi modelli di braccialetti da polso (inclusi, per esempio, i cinturini di contapassi, smartwatch e dispositivi simili) per determinare la carica batterica di questi accessori, notoriamente popolati di germi. La pulizia delle parti flessibili in materiale polimerico viene spesso trascurata o addirittura ignorata. In particolare, gli studiosi hanno analizzato braccialetti di plastica, gomma, tessuto, pelle e metallo, in particolare oro e argento per vedere se ci fosse una correlazione tra il materiale con cui erano stati realizzati e la presenza di batteri. 

 

Gomma e plastica  

Dai risultati, pubblicati sulla rivista Advances in Infectious Diseases, è emerso che quasi tutti i braccialetti (95%) erano contaminati. Tuttavia, i braccialetti di gomma e plastica presentavano un maggior numero di batteri (in particolare stafilococco, pseudomonas ed escherichia coli), mentre quelli metallici, soprattutto in oro e argento, ne avevano pochi o addirittura nessuno. I frequentatori di palestra mostravano i conteggi stafilococcici più alti, sottolineando la necessità di sanificare i braccialetti dopo il movimento fisico in palestra o a casa.

 

Altre fonti di germi

I fattori principali che determinavano il carico batterico sui braccialetti, dunque, erano la texture del materiale che li caratterizzava e l’attività igienica svolta su di essi, o assente, al momento del campionamento. Come ha spiegato Nwadiuto Esiobu, Ph.D., autore principale e professore di scienze biologiche, i braccialetti di plastica e gomma potrebbero fornire un ambiente più favorevole alla crescita dei batteri, che sono più attratti dalle superfici porose e statiche. Il ricercatore, inoltre, ha suggerito di studiare anche auricolari e cellulari come altre possibili forme di trasmissione batterica e vie di contagio virale. Ma pensiamo anche a oggetti che tocchiamo quotidianamente come occhiali, astucci, chiavi, volanti, maniglie e quant’altro, potenziali terreni di proliferazione dei germi e dunque fonti di contaminazione.  

 

Pratiche igieniche 

Come raccomandano varie fonti autorevoli, compreso le pagine tecniche del Ministero della Salute, per rimuovere i germi dalle mani è sufficiente utilizzare acqua e sapone. Diversamente si può ricorrere ai cosiddetti hand sanitizers (igienizzanti per le mani) a base alcolica, da strofinare tra palmi e dita per almeno 20-30 secondi. Per quanto riguarda gli oggetti di uso comune, sempre a livello ministeriale, in pandemia, erano state diffuse indicazioni cogenti: cellulari, auricolari, microfoni, per esempio, andrebbero igienizzati con detergenti neutri, poi disinfettati, ad esempio con prodotti a base di ipoclorito di sodio (la stessa famiglia della candeggina o della varechina) o etanolo (alcol), ovviamente tenendo conto delle indicazioni fornite dal produttore per quanto riguarda l’impiego di prodotti chimici a contatto con le superfici dei dispositivi elettronici.