La solitudine aumenta il rischio di perdere l’udito: lo rivela uno studio cinese

Una ricerca su larga scala mette direttamente in correlazione l’assenza di relazioni con la sordità. Con conseguenze anche molto rischiose per la salute mentale. Ecco cosa è emerso

di Redazione Salus
17 maggio 2025
La solitudine può causare la perdita dell'udito

La solitudine può causare la perdita dell'udito

La perdita dell’udito è inserita tra le cause di una ridotta vita sociale, aumentando anche le probabilità di andare incontro a malattie neurodegenerative come Alzheimer e demenza senile. Ma uno studio cinese ribalta ora la correlazione: la solitudine può essere di per sé un fattore indipendente che aumenta in modo significativo il rischio di non riuscire più a sentire bene suoni e parole.

Uno studio su larga scala

La ricerca si è basata su un campione di ben 490.865 persone, i cui dati sono stati raccolti dalla UK Biobank (una delle più grandi biobanche al mondo) per un periodo medio di 12,3 anni. In quell’arco di tempo i soggetti presi in esame hanno regolarmente risposto a una semplice domanda per valutare il proprio grado di solitudine, mentre la perdita dell’udito veniva monitorata con specifici test e archiviata elettronicamente insieme ad altre informazioni cliniche.

Anche tenendo conto di numerosi altri fattori di rischio ben noti (come età, sesso, stato socio-economico, abitudini di salute, uso di farmaci ototossici, presenza di malattie croniche, isolamento sociale, depressione e predisposizione genetica), la solitudine è emersa come un predittore indipendente di perdita dell’udito. In particolare, i soggetti che si dichiaravano soli hanno fatto registrare un rischio di sviluppare problemi uditivi superiore del 24% rispetto a chi invece viveva con altre persone o aveva comunque una buona vita sociale.

Lo studio ha inoltre evidenziato che il legame tra solitudine e perdita dell’udito è particolarmente marcato nei casi di ipoacusia neurosensoriale, cioè quella forma di riduzione dell’udito indotta da danni alla coclea o al nervo acustico, e che il rischio è più elevato nelle donne.

Un mix di fattori negativi

I ricercatori ipotizzano che all’origine della correlazione ci siano diversi meccanismi biologici e comportamentali, che si combinano in un mix altamente dannoso per l’udito.

Diversi studi scientifici hanno infatti rilevato che la solitudine cronica è spesso associata a stati di infiammazione sistemica, pressione sanguigna elevata, stress, abitudini di vita scorrette (come sedentarietà, cattiva alimentazione, abuso di alcol) e aumento del rischio di malattie croniche come diabete e patologie cardiovascolari, tutte condizioni che possono ripercuotersi negativamente anche sull’apparato uditivo.

Perdita dell’udito: un’epidemia mondiale

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 466 milioni di persone in tutto il mondo convivono oggi con un problema di riduzione dell’udito e le proiezioni dicono che nel 2050 questo numero raddoppierà, raggiungendo circa i 900 milioni di casi.

Si tratta insomma di una vera e propria “epidemia”, che non riguarda però solo l’aspetto sensoriale. Diversi studi hanno infatti dimostrato che la riduzione dell’udito può influire negativamente sulla salute mentale, perché le persone con ipoacusia tendono infatti a isolarsi socialmente, con un conseguente aumento del rischio di ansia, depressione e declino cognitivo.

Lo studio cinese, pubblicato su Health Data Science, evidenzia allora a sua volta quanto il benessere psicologico e la salute sensoriale siano strettamente collegati: coltivare le relazioni sociali e contrastare così la solitudine aiuta a sentirci meglio. In tutti i sensi.