Quando il bimbo inizia a camminare? La risposta (anche) nei geni

Una ricerca su oltre 70 mila neonati ha stabilito che la genetica incide per un quarto nel decretare il momento tanto atteso dai genitori

di Redazione Salus
8 maggio 2025
La genetica conta anche per il momento dei primi passi

La genetica conta anche per il momento dei primi passi

Quando il bambino si alzerà sulle gambine e inizierà a muovere i primi passi? La risposta sta anche nel suo patrimonio genetico, secondo quanto accertato da uno studio condotto su oltre 70 mila neonati europei.

Indentificati 11 geni coinvolti con i primi passi

Condotta dall'Università del Surrey (Inghilterra) e pubblicata sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour, la ricerca ha individuato per la precisione 11 marcatori genetici che incidono sul momento in cui un bambino inizia a camminare.

Generalmente i piccoli muovono i primi passi tra gli 8 e i 24 mesi: un intervallo molto ampio, con le differenze tra un soggetto e l’altro che la scienza considera soprattutto dipendere dai fattori ambientali. A questi ultimi il nuovo studio aggiunge però anche la genetica, una variabile responsabile in misura del 25% di un precoce come di un tardivo inizio del camminare.

Mamma e papà possono quindi rasserenarsi: smettere di gattonare e diventare “bipedi” è un importante passaggio evolutivo che non ha petrò gli stessi tempi per tutti e per di più che non dipende solo da quanto e come vengono stimolati i figli.

“I genitori dovrebbero comunque rivolgersi al medico di famiglia se sono preoccupati”, è il commento della professoressa Angelica Ronald, ricercatrice senior dello studio, “ma un inizio un po' più tardivo non è sempre un segno di problemi. C'è molta varietà nel momento in cui i bambini muovono il primo passo da soli”.

Interessanti correlazioni

Oltre ad aprire nuove prospettive nell’analisi delle problematiche collegate alla deambulazione nei neonati, il lavoro sviluppato all’Università del Surrey ha portato anche alla scoperta che i geni coinvolti con l’inizio del camminare sono in parte gli stessi che agiscono sullo sviluppo cerebrale, determinando anche la quantità di pieghe e creste della corteccia.

Inoltre, sono state accertate due interessanti correlazioni tra un tardivo inizio del camminare (comunque nell’intervallo naturale) con il dimostrare maggiori capacità intellettive e con l’avere una minore probabilità di sviluppare una sindrome da deficit di attenzione.