Stress, ritmi frenetici e precarietà sul lavoro: “A rischio il benessere fisico e mentale”

In occasione del Primo Maggio (Festa dei Lavoratori) il medico del pronto soccorso fa il punto sulla necessità di un equilibrio tra soddisfazioni professionali e una vita più sostenibile

di Redazione Salus
30 aprile 2025
Stress e precarietà minacciano la salute psicofisica dei lavoratori

Stress e precarietà minacciano la salute psicofisica dei lavoratori

Primo Maggio, festa dei lavoratori, e gli esperti lanciano un monito: “Stress, i ritmi frenetici e precarietà possano minare il benessere fisico e mentale”. È il momento per fare una riflessione sul legame tra salute e felicità, che passa necessariamente dal bilanciamento tra vita personale e soddisfazione lavorativa. Se si incrina quell’equilibro, il corpo ne risente e alla lunga si ammala. 

“Una professione che logora non è un buon lavoro”. È il messaggio lanciato da un medico ospedaliero del Servizio sanitario nazionale, raccolta dal sindacato Anaao-Assomed. 

“Malattie professionali, ansia e burnout: minacce per la salute”

“La festa dei lavoratori mi fa riflettere profondamente sul significato del 'lavoro' per la salute delle persone. Vedo ogni giorno come le condizioni lavorative, lo stress, i ritmi frenetici, la precarietà possano minare il benessere fisico e mentale”, prosegue il medico.  

"Malattie professionali, disturbi, burnout, ansia e epressione – spiega il medico – sono spesso il prezzo di un sistema che a volte sembra dimenticare la dignità e la salute di chi lavora. Penso a quanto lavoro ci sia ancora da fare per garantire a tutti un ambiente di lavoro sicuro, salubre e che non comprometta la qualità della vita. Penso all'importanza della prevenzione, della tutela della salute sui luoghi di lavoro, del sostegno a chi si ammala a causa del proprio impiego”.

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Lavoro e benessere

“In fondo, la vera celebrazione del lavoro dovrebbe essere quella di un lavoro che non uccide, che non logora, ma che anzi contribuisce al benessere e alla realizzazione di ogni individuo. Ecco, forse è questo il mio augurio più grande per questa giornata: che sia un'occasione per impegnarsi ancora di più per un futuro in cui il lavoro sia davvero un diritto e un motore di salute, non un fattore di rischio", conclude il dottore.