Lavorare troppo fa cambiare forma al cervello: cosa succede a livello cognitivo negli stacanovisti

La ‘sindrome di Stachanov’ è stata osservata da uno studio sudcoreano in chi lavorava almeno 52 ore a settimana: coinvolte 17 aree cerebrali collegate a importanti funzioni

di Redazione Salus
16 maggio 2025
Lavorare troppo non è solo fonte di stress: la scoperta della scienza

Lavorare troppo non è solo fonte di stress: la scoperta della scienza

Troppo lavoro mette a rischio la vita di relazione e… fa cambiare forma al cervello. A identificare quella che possiamo chiamare “la sindrome di Stachanov” è uno studio condotto in Corea del Sud, secondo il quale esagerare con le ore in ufficio può modificare fisicamente alcune aree cerebrali, in particolare quelle legate alla regolazione delle emozioni e alle funzioni cognitive superiori, come la memoria operativa e la capacità di risolvere problemi.

Dalle 52 ore a settimana in su

Condotta dal Gachon University Gil Medical Enter di Incheon, la ricerca ha coinvolto 110 soggetti, di cui 32 lavoravano almeno 52 ore a settimana (soglia che secondo gli studiosi sudcoreani definisce l’iper-lavoro) e 78 rientravano invece nei limiti delle ore lavorative standard.

È interessante notare che gli appartenenti al gruppo di stakanovisti tendevano a essere più giovani e con un livello di istruzione più alto, ma anche con una minore esperienza professionale rispetto ai colleghi che facevano orari standard.

Per valutare le differenze anatomiche nel cervello dei diversi partecipanti allo studio, i ricercatori hanno utilizzato due tecniche complementari: la morfometria basata sui voxel (VBM), che consente di analizzare in dettaglio le variazioni nella densità della materia grigia tra diverse aree cerebrali; un’analisi incentrata sugli atlanti cerebrali, che usa modelli predefiniti per identificare e confrontare le regioni specifiche all'interno delle immagini ottenute con la risonanza magnetica.

17 aree cerebrali modificate

I dati raccolti hanno evidenziato che chi lavorava più di 52 ore alla settimana mostrava significative modifiche strutturali in 17 diverse aree del cervello rispetto ai colleghi con orari standard. In particolare, la regione del giro frontale medio è risultata andare incontro a un aumento del volume del 19% nei lavoratori eccessivi: situata nel lobo frontale, è cruciale per funzioni come l’attenzione, la memoria di lavoro e il linguaggio.

Sono stati riscontrati aumenti di volume anche del giro frontale superiore, coinvolto nella pianificazione e nella presa di decisioni, e dell’insula, una struttura chiave per l’elaborazione delle emozioni, la consapevolezza del sé e la lettura del contesto sociale.

Perché questi cambiamenti?

Secondo gli autori dello studio, pubblicato su Occupational & Environmental Medicine, le alterazioni osservate potrebbero essere una risposta adattiva del cervello allo stress cronico da lavoro: una sorta di rimodellamento strutturale legato al tentativo di adattarsi a richieste cognitive ed emotive costanti e prolungate per un numero eccessivo di ore.

Altre ricerche hanno evidenziato che turni prolungati o anche solo notturni e la mancanza di un adeguato riposo sono associati a un aumento di rischi cardiovascolari, disturbi metabolici e problemi di salute mentale. Mentre l’International Labour Organization (ILO) stima che l’iper-lavoro causi oltre 800.000 morti l’anno nel mondo.

Troppo fa male in ogni caso

Pur trattandosi di uno studio osservazionale e su un contenuto numero di soggetti, che come tale non permette quindi di stabilire un preciso rapporto di causa-effetto, quello sudcoreano suggerisce la possibilità che l’essere stakanovisti possa avere anche conseguenze neuroanatomiche, con effetti sulla salute da approfondire.

A meno che, altra possibilità secondo gli scienziati sudcoreani da indagare, non valga il contrario: ovvero che siano proprio le alterazioni di alcune aree del cervello a rendere più inclini a sostenere carichi di lavoro più elevati. Sempre però con conseguenze dannose per la salute psico-fisica.