Erba di San Giovanni: i benefici dell’iperico secondo la scienza
Un fiore noto per le sue proprietà antinfiammatorie e rigeneranti. La tradizione vuole che si raccolga nella notte del 24 giugno. Ecco cosa sapere sul suo impiego e come preparare il celebre oleolito

Iperico, il fiore di San Giovanni
L’iperico, Hypericum perforatum, è noto in Italia come “erba di San Giovanni” perché raggiunge la sua fioritura proprio attorno al 24 giugno, data che la tradizione contadina ha consacrato al solstizio d’estate e alla raccolta delle piante officinali, da appendere e con cui confezionare smudge, mazzolini balsamici da bruciare.
Il nome popolare dell’iperico richiama il valore rituale attribuito a questa pianta nella cultura europea: un simbolo di luce e protezione, che veniva appeso alle porte o raccolto con la rugiada del mattino per allontanare i malanni.
Oggi l’iperico è oggetto di un vivo interesse scientifico a causa delle sue proprietà antidepressive, cicatrizzanti e antinfiammatorie. I suoi fiori giallo intenso contengono composti attivi come l’ipericina, preziosa per l’effetto cicatrizzante.
I benefici dell’iperico secondo la scienza
Il principale campo d’impiego dell’iperico nella medicina naturale riguarda i disturbi dell’umore lievi o moderati. Per uso topico, invece, l’oleolito di iperico è apprezzato per le proprietà lenitive, emollienti e cicatrizzanti. Viene utilizzato per trattare scottature, piccole ferite, arrossamenti e dolori muscolari. L’azione benefica si deve alla presenza di flavonoidi e tannini, oltre all’ipericina, che ha un effetto antibatterico e rigenerante sui tessuti.
Va però ricordato che l’iperico può interagire con diversi farmaci, inclusi contraccettivi orali, anticoagulanti, antidepressivi e farmaci per l’HIV. È fondamentale consultare il medico prima di assumerlo per via interna. Inoltre, altro aspetto fondamentale, l’ipericina è fotosensibilizzante, cioè aumenta la sensibilità della pelle alla luce solare. Dopo aver applicato l’oleolito, è bene evitare l’esposizione diretta al sole per almeno 12 ore. Anche per questo motivo l’applicazione ideale dell’oleolito è nelle ore serali, per esempio prima di dormire.
Come si prepara l’oleolito di iperico
Il rimedio più noto e diffuso a base di iperico è l’oleolito, un olio vegetale in cui vengono messi a macerare i fiori freschi della pianta. La preparazione segue un procedimento semplice ma preciso.
Un tempo la raccolta dei fiori di iperico per l’oleolito era il 24 giugno, giorno di San Giovanni. I fiori devono essere raccolti nelle ore centrali della giornata, in assenza di umidità, quando risultano più carichi di sostanze attive. Per la preparazione dell’oleolito è possibile utilizzare olio di oliva o di girasole, purché di ottima qualità o eventualmente un olio più leggero sulla pelle, come l’olio di riso.
Dopo aver reciso i piccoli fiori gialli caratteristici dell’iperico si dovranno inserire in un vaso e coprire totalmente con l’olio scelto. Il composto deve essere lasciato al sole per circa tre settimane in un contenitore di vetro chiuso, avendo cura di agitare ogni giorno il composto.
Nel corso dei giorni vedremo l’oleolito assumere una tonalità particolare di colore rosso acceso, dovuto alla presenza di ipericina. Dopo la macerazione, è necessario filtrare l’olio con una garza o un tessuto naturale: potrà essere conservato, meglio se in bottiglie scure, tutto l’anno. L’oleolito di iperico può essere applicato sulla pelle in caso di arrossamenti e irritazioni, ha un’azione emolliente, calmante e rigenerante.
Al di là degli impieghi terapeutici, l’iperico ha un forte valore simbolico. In molte culture veniva raccolto alla vigilia di San Giovanni per comporre mazzi di protezione contro i temporali estivi, i “malanni dell’anima” e le influenze negative. L’iperico, infatti, era considerato una pianta solare”, capace di catturare la luce e trasmettere forza.