Cosa significa essere ‘gifted’: riconoscere i bambini plusdotati per aiutarli a stare bene

Più intelligenti e spesso bocciati: come è possibile? I consigli della psicoterapeuta per valorizzare il talento degli alunni con un QI oltre la media, affossati dalla noia e del sentirsi diversi. Due casi diversi ed emblematici accaduti a scuola in Veneto

di VALERIA PANZERI
17 aprile 2025
Bambini 'gifted': è importante trovare un equilibrio tra capacità intellettive ed empatia

Bambini 'gifted': è importante trovare un equilibrio tra capacità intellettive ed empatia

La definizione esiste: "gifted" in inglese, ovvero "dotato" e "plusdotato" in Italia. Come valorizzarli e, in certi casi, come guidarli attraverso le potenziali insidie che un talento sproporzionato, rispetto alla media, porta con sé, ancora non lo sappiamo. O meglio, lo sapremmo anche - grazie alla preziosa esperienza di psicologici, psichiatri e ricercatori che studiano le peculiarità di questi bambini - ma ci si scontra, sistematicamente, con un sistema scolastico ancora non performante.  

QI oltre la media: opportunità o svantaggio? Due casi veri

La dimostrazione tangibile arriva da una recente vicenda, accaduta in una scuola primaria in provincia di Padova, nel piccolo comune di Montegrotto. Un bambino arriva in prima elementare con un bagaglio decisamente divergente rispetto ai propri compagni. Oltre a saper già leggere e scrivere, dimostra competenze ben oltre la media. Sa già tutto e, di conseguenza, si annoia. Fortuna vuole che il piccolo sia capitato sotto l'egida di una maestra lungimirante. Una professionista che ha capovolto il paradigma, ponendosi in una condizione di osservazione dell'alunno.

Dopo aver proposto di sottoporlo a un test che ne misurasse le facoltà intellettive - che ha indicato un Quoziente d'Intelligenza (Qi) di 136, ben al di sopra della soglia di 130 che definisce la plusdotazione - ha agito. Tutelando la persona, oltre che il potenziale, proponendo di "spedirlo" direttamente in terza elementare senza passare dalla seconda. Salvandolo dalla noia ma non solo, ponendo un tema, a genitori e scuola: anche i piccoli gifted hanno necessità educative specifiche. Non soltanto per valorizzare quel dono ricevuto, ma anche per salvaguardare integralmente la sfera personale e psicologica.

Non ha avuto la medesima fortuna, restando in Veneto, un ragazzino vicentino. Il minore è stato bocciato alle medie per noia. La famiglia ha fatto ricorso e il Tar ha annullato la bocciatura, riconoscendo la necessità di un programma scolastico su misura per lo studente che mostrava una plusdotazione, che nessuno era stato in grado di valorizzare.  

Bambini gifted: come riconoscerli

Le statistiche indicano che il 5% dei piccoli italiani siano "plusdotati" anche se questa condizione non viene sempre riconosciuta e adeguatamente supportata. I bambini ad alto potenziale sono dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media. Sono molto curiosi, con svariati interessi, attenti, hanno buone idee e apprendono con facilità. Vantano una memoria eccellente oppure una capacità di ragionamento superiore all’età. La National Association for Gifted Children delinea alcuni tratti, che posso presentarsi insieme oppure in maniera isolata:

  • Processi di ragionamento superiori alla media
  • Alte competenze linguistiche
  • Sorprendente profondità e sensibilità emotiva sin da piccoli
  • Forte curiosità
  • Svariati interessi, anche per argomenti particolari/di nicchia
  • Spiccata immaginazione
  • Facilità di apprendimento

“Dotati intellettualmente, ma bambini come gli altri”

Spiega la dott.ssa Ylenia Canavesio, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas Psico Medical Care: "Nella maggior parte dei paesi la definizione prevalente è in base al quoziente di intelligenza (QI) che deve essere di 130 o superiore. Tuttavia, sempre più spesso, si fa riferimento ad aspetti multifattoriali, prendendo in considerazione un’ampia varietà di talenti, come le competenza linguistiche, matematiche, spaziali e visive, musicali e interpersonali. È riconosciuto, infatti, che i bambini dotati differiscono dai loro coetanei in modi diversi dalla sola abilità intellettuale".  

Ecco come aiutare i bambini gifted a stare bene

Non bisogna trascurare anche i bisogni che una condizione del genere può scatenare: "La plusdotazione, anche se non è un disturbo da diagnosticare, necessita di una presa in carico – spiega la psicoterapeuta – che ha come primo step una valutazione. Questa può essere utile a partire dalla scuola primaria, anche se può essere effettuata anche più avanti con l’età. L’indagine specialistica ha come fine ultimo quello di raggiungere il pieno benessere del bambino, sia dal punto di vista cognitivo, emotivo che sociale”.

"Conoscere appieno le caratteristiche del bambino significa poter rispondere in maniera adeguata ai suoi bisogni. La valutazione va molto oltre la somministrazione di test e si affida alla competenza e all’esperienza del professionista per interpretare le risposte del bambino perché un punteggio elevato ai test di intelligenza è sì un elemento necessario, ma non sufficiente, per parlare di plusdotazione", chiarisce Canavesio. Presso il Centro di Neuropsicologia dell’apprendimento (Humanitas Medical Care) è attivo un percorso ad hoc che prevede infatti colloqui con il bambino e i suoi adulti di riferimento, supportati da questionari, per cogliere aspetti legati al benessere e l’adattamento al contesto scolastico, familiare e sociale. Inoltre viene coinvolta anche la scuola così da creare una rete che ha come obiettivo il pieno sviluppo del potenziale individuale di ciascun soggetto.

Un dono da tutelare

Frequentemente, sul piano affettivo-emotivo, questi bimbi, mostrano un’estrema sensibilità, hanno difficoltà a regolare le emozioni forti e talvolta mostrano altre difficoltà emotive come disturbi d’ ansia, perfezionismo, stress, problemi relazionali con i pari e bassa autostima. "La letteratura ci suggerisce che la causa di queste problematiche è ascrivibile ad un’asincronia tra lo sviluppo delle capacità intellettive, emotive e socio-relazionali. Questa caratteristica infatti può costituire un fattore di rischio importante per lo sviluppo di problematiche emotivo-comportamentali e che quindi se non supportate adeguatamente, queste difficoltà possono acuirsi durante l’adolescenza e l’età adulta. Diviene quindi importante per I genitori, rimanere in sintonia con i bisogni specifici del loro bambino e contribuire a formare una solida struttura per la salute emotiva Si tratta di parlare, ascoltare e rispondere in modo sensibile, anche quando i sentimenti del piccolo sembrano sproporzionati a ciò che è successo", consiglia la dottoressa.

Più intelligenti e spesso bocciati: come è possibile?

Emerge spesso una discrepanza tra il rendimento scolastico ed il Quoziente Intellettivo elevato: che in molti casi si traduce in bocciature, emarginazione e abbandono scolastico precoce. Sembra un paradosso, ma i numeri lo confermano. La noia e la frustrazione, che possono poi sperimentare in alcuni processi scolastici insieme al loro bisogno di essere costantemente stimolati a livello cognitivo, possono acuire questo fenomeno e far nascere problematiche connesse ad un disagio a livello relazionale. Deve essere chiaro che non si tratta di "curarli", bensì di metterli nelle condizioni adeguate per sviluppare appieno le traiettorie uniche del loro talento, senza subirlo. "I soggetti ad alto potenziale sono individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media - spiega Maria Assunta Zanetti, ricercatrice di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Pavia e direttore scientifico del LabTalento, centro universitario in Italia a occuparsi di plusdotazione -. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra loro: scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo. In pochi, però, le riconoscono. Così i bambini possono diventare ipersensibili, sviluppare difficoltà relazionali e, godendo di particolari ed elevate abilità cognitive, vivere un sviluppo emotivo che non procede di pari passo con quello intellettivo". Ecco perché è importante che il contesto educativo metta in atto un piano didattico personalizzato con opportunità di apprendimento stimolanti che permettano al bambino di sviluppare il suo potenziale ed evitare l’insorgere di demotivazione o perdita d’interesse per le attività.

La scuola e gli insegnanti: alleati preziosi

Un aspetto piuttosto critico nei bambini particolarmente dotati è la difficoltà ad autodisciplinarsi: poiché sperimentano sin da piccoli una relativa facilità nell’apprendimento e nella soluzione dei problemi, possono convincersi che a garantire il successo non è tanto lo sforzo personale investito quanto la loro innata abilità. È fondamentale che gli insegnanti riconoscano precocemente gli studenti con alto potenziale intellettivo, per evitare che si trovino in situazioni di disagio scolastico o personale. Quando il talento non viene individuato e valorizzato, questi ragazzi rischiano di perdere motivazione, ottenere risultati scolastici inferiori alle aspettative (underachievement) o addirittura abbandonare gli studi (drop-out). Studi recenti suggeriscono che per motivarli sia utile puntare su aspetti come l'immaginazione, l'empatia, il senso di scopo e la creatività. Molti di loro sono profondamente sensibili a temi sociali e cercano un significato più profondo nell’apprendimento, che vada oltre i voti o i riconoscimenti. In linea con questo approccio, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR), nella Direttiva del 27 dicembre 2012, ha riconosciuto gli alunni plusdotati all’interno dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Questi studenti hanno diritto a percorsi educativi personalizzati, che tengano conto delle loro peculiarità cognitive e relazionali, permettendo loro di sviluppare appieno le proprie potenzialità. Se è odioso pensare che un bambino con difficoltà cognitive non sia messo in condizione di accedere in maniera appropriata ad un percorso scolastico su misura, che gli fornisca tutti gli strumenti per raggiungere traguardi e competenze; è drammatico immaginare questi talenti naturali e cristallini buttati alle ortiche per l'incapacità di riconoscerli, accoglierli e valorizzarli. In questi casi, la sconfitta è duplice: oltre alla castrazione personale del bambino plusdotato, si aggiunge la potenziale perdita a livello di contributo sociale. Sono, infatti, le grandi menti quelle capaci di vedere soluzioni e traiettorie diverse, che fanno fare balzi inaspettati all'umanità. E, numeri alla mano, di questi fiori rari ma nemmeno così rari, se ne trovano, in media, uno o due per ogni classe. E non tutti, se non si cambia approccio, saranno destinati a sbocciare.