Ambiente e salute: il 14% dei decessi è causato dallo smog (e non solo). Appello per il benessere globale: “Siamo tutti collegati”
A rilanciare l'urgenza di un pronto e coordinato intervento al Parlamento Europeo è ‘One Health Foundation’: “Anche la vita degli animali è importante, le loro patologie possono essere trasmesse agli umani”

Ambiente e salute
Rimettere la natura al centro, per stare meglio. Partendo da un dato che fa rumore ed obbliga ad una riflessione: in Europa, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, il 14% di tutti i decessi è provocato da fattori ambientali, tra cui l’inquinamento.
Per contrastare questa pericolosa deriva, l'Ue ha lanciato la "Legge sul Restauro della Natura" finalizzata al rispristino degli habitat a tutela dell'ambiente e della biodiversità. 'Ristrutturando' determinati ecosistemi si ottengono benefici non soltanto sulla salute, ma anche economici e sociali.
L’impegno dell’Italia
A rilanciare l'urgenza di un pronto e coordinato intervento, a Bruxelles - nel corso di un convegno al Parlamento Europeo - è ‘One Health Foundation’ (su invito dell'europarlamentare Matteo Ricci). L'obiettivo è mettere sul tavolo proposte concrete per perfezionare la legge comunitaria.
"Un ottimo provvedimento che deve essere applicato e reso operativo al più presto in tutti gli Stati Membri. Deve però prevedere un ruolo da protagonista per l'Italia con un impegno forte a promuovere progetti in difesa della salute umana, puntando sulla prevenzione attraverso il miglioramento della qualità ambientale ma anche la promozione di stili di vita sani e le diagnosi precoci delle gravi malattie", spiegano gli attori coinvolti.
“Ambiente e salute: strettamente correlati”
"La salute e il benessere degli esseri umani, degli animali e dell'ambiente sono strettamente collegati e interdipendenti tra di loro - afferma Rossana Berardi, presidente di One Health Foundation e ordinario di oncologia medica all'Università Politecnica delle Marche- La nostra Fondazione da oltre due anni sta promuovendo in tutta Italia iniziative di divulgazione e sensibilizzazione incentrate sul paradigma One Health. Ora a livello europeo si presentano ottime opportunità grazie alla nuova legge. Ben venga il 'restauro' degli ambienti in cui viviamo ma va dato più spazio alla promozione della salute. Solo all'inquinamento dell'aria sono strettamente collegate molte gravissime patologie, tra cui i tumori, le malattie respiratorie e cardiologiche".
Patologie animali possono essere trasmesse agli uomini
A porre l'accento sulla correlazione tra ambiente e salute anche Vincenzo Caputo, membro del Comitato scientifico della Fondazione e direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche.
"Ambiente e salute sono da sempre strettamente collegati e la ricerca scientifica continua a produrre evidenze su questa correlazione. Anche il benessere degli animali va tutelato e non solo per una questione etica ma anche nel nostro interesse. L'inquinamento, o comunque l'intervento umano, può danneggiare la salute di numerosi esseri viventi. Ma le patologie degli animali possono essere trasmesse anche all'uomo, con gravi conseguenze. Vi sono molti esempi, anche tragici, negli ultimi anni di questa pericolosa e diffusa tendenza".
Evidenze ormai chiare
Recenti, ed ulteriori, conferme fra livello di inquinamento e rischi per la salute, arrivano anche dal professor Alessandro Marugo, responsabile del nuovo Centro Tiroide dell’IRCCS Policlinico San Donato. Nell'ambito di un approfondimento in occasione della Settimana della Tiroide, ci ha spiegato: "Ci sono studi decennali di come il passaggio dalla vita di campagna alla vita cittadina comporti una maggiore incidenza di patologie tiroidee, in quanto i prodotti della combustione derivanti dal petrolio hanno un'azione di rallentamento sul funzionamento della tiroide”. Mentre il boom di allergie respiratorie ormai interessa un italiano su tre, anche senza una predisposizione genetica. Complici il cambiamento climatico e lo smog, i casi si impennano. “Negli ultimi anni il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente", avverte Vincenzo Patella, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic). Rivelatrice anche la ricerca di un team di esperti del Dipartimento di Pediatria dell'University of Rochester Medical Center (URMC) di New York che hanno individuato una sottopopolazione unica di ‘linfociti T’, noti come linfociti helper 2 (Th2), con caratteristiche molecolari distinte che svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di malattie allergiche durante la prima infanzia. Il lavoro ha confrontato campioni di sangue di due diverse popolazioni di bimbi: quelli nati in città e quelli appartenenti a una comunità agricola, i Mennoniti dell'Antico Ordine (OOM) della regione di Finger Lakes, nello stato di New York, noti per i loro bassi tassi di allergie. Gli scienziati hanno scoperto che, mentre i neonati urbani presentavano livelli più elevati di ‘cellule Th2 aggressive’, i neonati OOM avevano più ‘cellule T regolatorie’ che contribuiscono a mantenere il sistema immunitario in equilibrio e a ridurre la probabilità di risposte allergiche.
Ripristinare la natura
Le evidenze scientifiche su come l'ambiente impatti in maniera significativa sul benessere fisico e psicologico, incidendo anche sull'aspettativa di vita, sono ormai solidissime. Da qui, dunque, l'urgenza, di "ripristinare la natura". "Quello One Health è un approccio che deve essere il più multidisciplinare possibile. Deve combinare competenze diverse in vari campi della medicina, veterinaria, ecologia, scienze sociali e anche economia. La nuova legge europea si basa sul concetto che il ripristino delle normali condizioni ambientali possa determinare benefici sull'intera collettività e sui diversi territori. Vanno perciò studiati e approfonditi i vantaggi che ne derivano dalla riduzione del rischio di esposizione a fonti cancerogene, da una maggiore sicurezza alimentare e più in generale dal miglioramento della qualità di vita. Servono professionisti adeguatamente preparati e che collaborino alle iniziative legislative comunitarie. Siamo pronti a cooperare con tutte le Istituzioni e a portare le nostre esperienze e competenze", concludono Alessandro delle Donne e Nicla La Verde, membri del Comitato Scientifico della Fondazione