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Battito irregolare, quando si perdono colpi

L’aritmia può essere silente o manifestarsi con fibrillazioni o palpitazioni. Attenzione ai sintomi concomitanti e allo stile di vita

18/09/2022 - di Roberto Baldi

Non sempre il cuore ha battiti regolari e controllabili. Può trattarsi del cuore cosiddetto “ballerino” più precisamente riferibile a una fibrillazione atriale, accertabile in prima istanza con pulsazioni irregolari durante la fase di riposo o con uno “sfarfallio” in sede toracica.

 

Un disturbo che riguarda milioni di italiani, soprattutto over 60 (ma anche sempre più giovani, soprattutto sportivi). Nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno benigno. Altre volte invece (in almeno un terzo dei casi) l’aritmia è totalmente silente, cioè non provoca sintomi e può divenire minacciosa soprattutto in relazione al rischio di complicazioni cerebrali.

 

In una persona adulta il cuore si contrae 70 volte al minuto, ma i suoi battiti possono arrivare a 100 e anche più. In tal caso si parla di palpitazioni, cardiopalmo quando i battiti del cuore sono più frequenti, talvolta regolari come nelle tachicardie altre volte irregolari come nella fibrillazione atriale. Le extrasistole o contrazioni premature, vengono descritte dal paziente come palpitazioni ma in tal caso la sgradevole percezione è di un colpo al petto o di un battito mancato.

 

In generale le tachicardie sono conseguenza di un aumentato tono simpatico come si osserva negli stati ansiosi, nei soggetti facilmente irritabili, in casi di particolare stress. Alterazioni del ritmo possono manifestarsi in chi soffre di ipertiroidismo o tiroiditi, carenza di potassio, nelle anemie o in chi assume farmaci come antiasmatici o decongestionanti nasali.

 

L’aumento della frequenza cardiaca, in casi non dipendenti da specifiche patologie, si esaurisce in poco tempo. La maggior parte delle aritmie non necessita trattamento. Un aiuto contro un ritmo del cuore ‘ballerino’ può arrivare anche dall’attività fisica controllata. Se persiste l’aritmia, occorre fare attenzione a sintomatologie concomitanti quali dolori al petto, sensazione di “avere il cuore in gola”, stanchezza, affanno, difficoltà a respirare, perdite di conoscenza o vertigini.

 

In questo caso è raccomandato un ricorso al cardiologo, che attiverà l’esame obiettivo e quello strumentale a cominciare dall’Holter, ECG ed ecocardiogramma. Un trattamento specifico, come per esempio l’applicazione di pacemaker (cioè una batteria artificiale impiantata sottocute), può essere indicato solo in caso di bradiaritmia significativa.

 

La maggior parte delle aritmie fortunatamente non necessita di trattamento terapeutico, tranne la precauzione in fase acuta di evitare sforzi fisici intensi, stress, abuso di nicotina o di sostanze eccitanti quali tè, caffè, cocaina, anabolizzanti ecc. “Il cuore è uno zingaro e va…“, come canta Nicola di Bari, solo se ne trascuri i sintomi premonitori particolarmente frequenti col passare degli anni. Solo il vino migliora invecchiando, ma se no ne hai cura, col tempo inacidisce. Il cuore ahinoi può restare giovane negli affetti, non negli aspetti funzionali irrorativi.