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Bastano 6 minuti di esercizio fisico per mantenere la mente giovane

Studio neozelandese evidenzia l’utilità di training brevi ma intensi per un sano invecchiamento che riduce il rischio Alzheimer

14/01/2023

Solo 6 minuti di esercizio fisico ad alta intensità (ancora meglio se fatti ogni giorno) possono aiutare il cervello a rimanere in forma e contribuire a ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.

 

Tutto merito di una proteina

A suggerire l’attività fisica ad alta intensità per proteggere le funzioni cerebrali è una nuova ricerca pubblicata su The Journal of Physiology, che ha rilevato come un breve ma intenso allenamento aumenta la produzione di BDNF, una proteina essenziale per la formazione del cervello, l’apprendimento e la memoria.

 

Principale autore dello studio è il dottor Travis Gibbons dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, che spiega: “Il BDNF si è dimostrato molto promettente nei modelli animali, ma finora gli interventi farmaceutici non sono riusciti a sfruttare in modo sicuro il potere protettivo del BDNF negli esseri umani. Abbiamo quindi avvertito la necessità di esplorare approcci non farmacologici che i singoli possano mettere in atto per preservare le capacità mentali e contribuire a un sano invecchiamento del cervello”.

 

In particolare, i ricercatori neozelandesi hanno testato la possibilità di far innalzare i valori di BDNF con 20 ore di digiuno, un esercizio fisico leggero (90 minuti di bicicletta a bassa intensità), un esercizio fisico ad alta intensità (6 minuti di pedalata sostenuta) o ancora digiuno ed esercizio fisico combinati insieme. Alla fine dei test, condotti su 6 uomini e 6 donne fisicamente attivi e di età compresa tra i 18 e i 56 anni, è stato quindi appurato che l’esercizio fisico breve ma intenso è il modo più efficiente per aumentare la quantità presente nell’organismo della proteina specializzata a proteggere il cervello.

 

E forse si può fare anche di meglio

L’aumento di BDNF durante l’esercizio fisico intenso potrebbe essere dovuto a un maggiore aumento del numero di piastrine del sangue, che immagazzinano grandi quantità della proteina, ma i meccanismi della correlazione sono ancora da definire.

 

Così come si stanno indagando nuove combinazioni per avere effetti ancora più positivi: “Ora stiamo studiando come il digiuno di lunga durata, ad esempio fino a tre giorni, influenzi la produzione di BDNF”, afferma il dottor Gibbons. “Siamo per esempio curiosi di sapere se l’esercizio fisico intenso all’inizio del digiuno acceleri gli effetti benefici del non introdurre cibo. Pensiamo infatti che il digiuno controllato e l’esercizio fisico possano essere usati insieme per ottimizzare la produzione di BDNF nel cervello umano”.