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Bambini e videogiochi: chi gioca 3 ore al giorno va meglio a scuola?

Un ampio studio ribalta alcune concezioni classiche sull’influenza dei videogame sui bambini: giocare potenzia alcune facoltà cerebrali

26/10/2022
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Sorpresa: i bambini che giocano anche più di 3 ore al giorno ai videogame vanno meglio a scuola di chi non usa le console. In sintesi, i videogiochi possono fare bene all’apprendimento, lo spiega uno studio condotto da un team dell’Università del Vermont (Usa) sul controllo degli impulsi e la cosiddetta memoria di lavoro.
“Questo studio si aggiunge alla nostra crescente comprensione delle associazioni tra i videogiochi e lo sviluppo del cervello”, spiegano i ricercatori, “Numerosi studi hanno collegato i videogiochi a problemi di comportamento e di salute mentale. Questo studio suggerisce che potrebbero esserci anche benefici cognitivi associati a questo popolare passatempo, che meritano ulteriori indagini”. Non significa piazzarli davanti alla tv per renderli più intelligenti, ma che i giochi possono non essere così nocivi come sostengono altri studi.

 

Games e prestazioni cognitive

La ricerca, pubblicata su JAMA Network Open, ha analizzato i dati di un ampio studio americano (l’ABCD, Adolescent Brain Cognitive Development Study) utilizzando strumenti di neuroimaging. E porta a conclusioni diverse, spesso opposte, rispetto a quelle di tanta letteratura scientifica. Numerosi studi infatti hanno indagato la relazione tra videogiochi e comportamento cognitivo, attribuendo all’uso dei games la diminuzione nelle prestazioni cognitive dei più giovani. Ma solo pochi studi in realtà hanno affrontato questo argomento grazie alla neuroimmagine, e per di più su campioni molto ridotti (al massimo, meno di 80 partecipanti).

La ricerca americana si è focalizzata su 2 mila bambini dell’età di 9 e 10 anni che hanno preso parte allo studio più ampio. Sono stati esaminati i dati cognitivi e di imaging cerebrale, separandoli in due gruppi di bambini: quelli che hanno dichiarato di non giocare affatto ai videogiochi e quelli che hanno dichiarato di giocare per tre ore o più al giorno. I ricercatori hanno valutato le prestazioni su due compiti, che riflettevano la loro capacità di controllare il comportamento impulsivo e di memorizzare le informazioni.

 

I videogiochi sviluppano il cervello

È così emerso che i bambini videogiocatori risultavano più veloci e più precisi in entrambi i compiti rispetto a quelli che non avevano mai giocato, con differenze nell’attività cerebrale. Le analisi di risonanza magnetica funzionale del cervello hanno rilevato infatti che i bambini che giocavano ai videogiochi per oltre tre ore al giorno mostravano, rispetto agli altri, un’attività cerebrale più elevata nelle regioni del cervello associate all’attenzione e alla memoria. Mostravano anche una maggiore attività cerebrale nelle regioni frontali del cervello, associate a compiti più impegnativi dal punto di vista cognitivo, e una minore attività cerebrale nelle regioni del cervello legate alla visione. Può sembrare strano, ma non lo è: è un segnale che quest’area del cervello può diventare più efficiente nell’elaborazione visiva grazie alla pratica ripetuta dei videogiochi.

C’è da pensare che i videogames stimolino in maniere sana il cervello? I ricercatori spiegano che non è possibile stabilire un rapporto causa-effetto, ma ritengono efficace l’abitudine al controllo degli impulsi e all’uso della memoria mentre si gioca ai videogiochi più cognitivamente impegnativi: questo può portare a un miglioramento delle prestazioni in diversi compiti.
Inoltre non sono stati riscontrati comportamenti depressivi o aggressivi, come evidenziato da altri studi sui videogame.

 

 

Quanto possono giocare i bambini ai videogame?

Gli autori sottolineano anche che questi risultati non devono portare alla conclusione che i bambini debbano trascorrere un tempo illimitato al computer, al cellulare o alla TV. Anche perché il genere specifico di videogiochi (come quelli di azione-avventura, di risoluzione di enigmi, quelli sportivi o il tiro a segno) può avere effetti diversi sullo sviluppo neurocognitivo di ogni bambino.

“Anche se non possiamo dire se giocare regolarmente ai videogiochi abbia causato prestazioni neurocognitive superiori, si tratta di un risultato incoraggiante, che dobbiamo continuare a studiare in questi bambini durante la transizione verso l’adolescenza e la giovane età adulta“, ha dichiarato Bader Chaarani, autore principale dello studio, “Molti genitori oggi sono preoccupati per gli effetti dei videogiochi sulla salute e sullo sviluppo dei loro figli e, dato che questi giochi continuano a proliferare tra i giovani, è fondamentale capire meglio l’impatto positivo e negativo che questi giochi possono avere”.