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Attacchi d’asma e fonti di calore: togliere le polveri sottili in casa

Tenere sotto controllo il fumo delle candele che può diventare irritante sopratutto per i bambini

23/10/2022 - di Olga Mugnaini

La crisi energetica può costare cara non solo al portafoglio ma anche alla salute. Se contro il caro-bollette si ricorre a strategie di risparmio non corrette, si può incorrere in problemi respiratori o aggravare quelli esistenti, specialmente per anziani e bambini che trascorrono la maggior parte del tempo a casa. Gli esperti raccomandano di fare attenzione alle fonti di calore alternative, quali le stufe a pellet vecchie e mal utilizzate con prodotti non certificati, spesso meno cari, ma anche alla scarsa areazione degli ambienti per le misure restrittive contro i consumi del gas.

 

A mettere in guardia sono gli esperti della Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (Siaaic), riuniti per il congresso nazionale a Verona. Le stufe a pellet, prodotti di scarto della lavorazione del legno, sono tra i metodi più gettonati, per scaldare le case in alternativa al gas. Tuttavia, l’esplosione dei costi di vendita delle stufe, potrebbe spingere molti italiani a un uso non appropriato, che può diventare una pericolosa fonte di polveri sottili anche in casa.

 

Per non irritare le mucose e danneggiare le vie respiratorie, si raccomanda di utilizzare impianti non troppo datati ed evitare prodotti di scarto non certificati, soprattutto cilindri in pellet superiori ai 7-8 millimetri ottenuti con troppa segatura e troppi additivi e sostanze chimiche.

 

Rischi per la salute respiratoria possono derivare anche dalla nuova legge sul piano nazionale di contenimento di consumi di gas, che prevedono la riduzione di un grado, da 20° C a 19° C, della temperatura in casa e nei luoghi pubblici e anche la riduzione di un’ora al giorno del tempo col riscaldamento acceso.

 

«La riduzione della temperatura massima e della durata dei riscaldamenti in casa e nei luoghi pubblici può infatti indurre le persone a evitare o ridurre l’apertura delle finestre – commenta Giorgio Walter Canonica, membro del Comitato scientifico del congresso Siaaic e direttore del Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia, Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI) –.

 

Non arieggiare adeguatamente gli ambienti favorisce la concentrazione di acari e di altri allergeni che possono danneggiare l’epitelio delle prime vie respiratorie, irritando le mucose e rendendole più aggredibili da virus e batteri».

 

Da non sottovalutare anche il ricorso frequente all’uso di candele contro possibili interruzioni di corrente dovute a picchi di consumo energetico: possono rilasciare nell’aria fumi irritanti particolarmente nocivi per i bambini, per chi soffre di asma e allergie.