Tumore prostata, terapia preserva le funzioni sessuali
Dieci anni di sviluppo clinico hanno portato al varo dell' anti-androgeno enzalutamide
I pazienti colpiti da recidiva di tumore della prostata possono ora contare su enzalutamide, un anti-androgeno più efficace rispetto alla castrazione farmacologica. Lo studio Embark, recentemente pubblicato su The New England Journal of Medicine, ha evidenziato che questo farmaco preserva la qualità della vita senza compromettere le funzioni sessuali. I risultati della ricerca internazionale sono stati presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) a Madrid. La pubblicazione riassume e approfondisce i principali dati di efficacia anticipati in primavera in una sessione plenaria del meeting dell’American Urological Association.
Il carcinoma prostatico può tendere a ripresentarsi fino al 40% dei casi anche a distanza di dieci anni dalla diagnosi. Questo spiega l’esigenza di farmaci innovativi da somministrare per un lungo periodo di tempo a pazienti spesso non più giovanissimi. Enzalutamide, un inibitore del recettore degli androgeni, agisce bloccando l’attività del testosterone e può limitare la necessità della castrazione farmacologica. Quest’ultima, sebbene efficace in questi pazienti, provoca effetti collaterali importanti soprattutto a livello sessuale.
Lo studio Embark ha coinvolto 244 centri di 17 nazioni, con un ruolo di primo piano svolto dall’Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori di Meldola. I risultati dello studio evidenziano che la maggioranza dei pazienti trattati con enzalutamide è riuscita a mantenere inalterata la funzione sessuale. Inoltre, il farmaco mantiene una buona qualità della vita e riduce i sintomi come stanchezza e disturbi urinari, ritardando o riducendo la comparsa di metastasi a cinque anni dell’80% e dell’87% in combinazione con altri trattamenti.
In Italia, ogni anno si registrano oltre 40.500 nuovi casi di carcinoma prostatico, con un totale di 564.000 uomini che vivono con questa malattia. Gli uomini coinvolti nello studio presentavano una neoplasia in fase precoce, non metastatica, ormono-sensibile e avevano già subito trattamenti chirurgici o radioterapici. L’amministratore delegato di Astellas Italia, Fulvio Berardo ha così commentato: “Negli ultimi dieci anni abbiamo registrato investimenti significativi nello sviluppo clinico di enzalutamide per il trattamento del cancro della prostata, che è ora disponibile per una o più indicazioni. I dati degli studi riconoscono ora il ruolo che questa opzione terapeutica può svolgere, con il potenziale di raggiungere un maggior numero di pazienti”.