Colite ulcerosa, terapie innovative

Soluzioni per combattere le infiammazioni croniche intestinali, compreso il Crohn

di ALESSANDRO MALPELO -
20 dicembre 2021
Young female microbiologist studying coronavirus - protective workwear

Malattia di Crohn e colite ulcerosa sono in aumento in Italia. Parliamo di infiammazioni croniche intestinali (MICI) considerate finora tipiche dell’adolescenza, con esordio tra i 15 e i 30 anni. Sono però in aumento i casi in età pediatrica, e nelle popolazioni prima interessate solo marginalmente (soggetti con più di 60 anni, e immigrati provenienti dal continente africano).

 

Indagini

 

La malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD il termine inglese), tipicamente il Crohn e la rettocolite, si presume sia correlata all’attivazione del sistema immunitario del rivestimento mucoso del tratto gastrointestinale in risposta a squilibri (disbiosi) in persone geneticamente suscettibili.

 

La dieta altera il microbioma, modifica la risposta immunitaria intestinale, ma fosse tutto qui basterebbe modificare il menù. Invece c’è gente che mangia malissimo, digerisce anche i sassi, senza conseguenze. Come si spiegano tante diversità di comportamento? «Sono tuttora in corso studi per individuare i fattori di rischio, oltre a una predisposizione genetica dell’individuo», sottolinea Ambrogio Orlando, gastroenterologo degli Ospedali Riuniti di Palermo.

 

Bambini

 

«In Italia – ha scritto Paolo Lionetti, primario di gastroenterologia e nutrizione al Meyer di Firenze – c’è un progressivo aumento di queste malattie, che spesso esordiscono tra gli 8 e i 12 anni. L’impressione è che alcuni casi stiano anticipando fino ai 3-5 anni, e il 30-40% dei bambini affetti da Crohn soffre di problemi di crescita. Come per tutte le malattie immunomediate, c’è una predisposizione genetica su cui intervengono fattori ambientali, alimenti che favoriscono l’infiammazione e modificazioni del microbiota intestinale».

 

Ambiente

 

Le MICI sono pressoché sconosciute nelle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, ma quando i migranti si stabiliscono in Occidente iniziano ad ammalarsi.

 

Terapie

 

Oggi esistono varie soluzioni farmacologiche per rimediare ai danni causati dalle patologie croniche su base infiammatoria del digerente. Ozanimod è una di queste nuove opzioni di trattamento per adulti. «I risultati dello studio True North – ha scritto Silvio Danese, direttore gastroenterologia endoscopia, Ospedale San Raffaele di Milano – mostrano che questa terapia ha determinato un miglioramento durevole, con guarigione endoscopica, nei pazienti con colite ulcerosa attiva da moderata a severa, che non hanno avuto benefici sostanziali dalla terapia convenzionale o con agente biologico».

 

La Commissione europea ha concesso l’approvazione anche per filgotinib (Jyseleca), inibitore di JAK1 da assumere per via orale una volta al giorno, per pazienti adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a severa che hanno avuto una risposta inadeguata, non hanno avuto una risposta o erano intolleranti alla terapia convenzionale o a un medicinale biologico.

 

La ricerca scientifica ha tagliato un altro traguardo con i farmaci bio-better, un’evoluzione dei farmaci biosimilari di cui cambia la formulazione di somministrazione, si ottiene un nuovo e più efficiente approccio terapeutico per le Malattie Infiammatorie Immuno-Mediate, un’altra soluzione promettente è rappresentata da Infliximab, il cui impiego sottocutaneo per artrite reumatoide è stato approvato da AIFA anche per le malattie infiammatorie croniche intestinali (Malattia di Crohn e colite ulcerosa).

 

Da citare infine una dichiarazione di Alessandro Armuzzi (Policlinico Gemelli, Roma) che ha commentato i risultati dello studio a lungo termine con ustekinumab. La terapia, nella maggior parte dei pazienti con colite ulcerosa moderata-grave, ha ottenuto la remissione dei sintomi senza utilizzo di farmaci corticosteroidei con un profilo di sicurezza favorevole.

 

Chirurgia

 

Grazie alla ricerca, abbiamo oggi a disposizione nuove classi di farmaci, che sono in grado di interferire con i processi infiammatori e autoimmuni in modo mirato sempre più efficace. Questo è un progresso notevole, considerando che le affezioni severe possono causare ampie ulcerazioni con emorragie interne, tanto da richiedere amputazioni, in casi estremi. La stomia è un intervento chirurgico che comporta la rimozione di parte del colon, o dell’ileo, quando questo perde la sua funzionalità per malattie infiammatorie croniche, come il Crohn o la colite ulcerosa.

 

Monoclonali, inibitori selettivi e biologici

Nell’ambito della colite ulcerosa si prospettano novità epocali. «Gli anticorpi monoclonali infliximab e vedolizumab – ha scritto Flavio Caprioli, professore associato all’ Università di Milano – potranno essere somministrati per via sottocutanea oltre che endovena, con enormi vantaggi. Entrambi i farmaci sono approvati ed entro fine 2021 inizia la distribuzione regionale». Recentemente è arrivato tofacitinib, primo farmaco orale JAK inibitore che ha permesso di trattare pazienti refrattari alle terapie tradizionali. Nei prossimi mesi nella classe JAK inibitori avremo upadacitinib e filgotinib: hanno dimostrato eccellenti risultati, con scarsi effetti collaterali. Per quanto riguarda la malattia di Crohn, le novità risiedono in quattro nuovi farmaci biologici (risankizumab, guselkumab, mirikizumab, brazikumab) inibitori selettivi dell’interleuchina IL 23 che puntano a proporsi come un’evoluzione rispetto a molecole importanti già collaudate come ustekinumab.