Il primo trapianto simultaneo di rene e vescica

L’eccezionale intervento è stato eseguito a Los Angelese da Inderbir Gill, che na parlato nel recente congresso di Chirurgia a Fiirenze .

di ILARIA ULIVELLI
15 giugno 2025
L’eccezionale intervento è stato eseguito a Los Angelese da Inderbir Gill, che na parlato nel recente congresso di Chirurgia a Fiirenze .

L’eccezionale intervento è stato eseguito a Los Angelese da Inderbir Gill, che na parlato nel recente congresso di Chirurgia a Fiirenze .

Un intervento mai eseguito prima: trapianto simultaneo di rene e vescica. È successo il 4 maggio scorso al Ronald Reagan Ucla Medical Center. Un’operazione che potrebbe riscrivere il futuro della chirurgia e soprattutto portare benefici sinora impensati ai pazienti. Protagonista: Inderbir Gill, direttore dell’Usc Institute of Urology all’University of Southern California, tra i massimi esperti mondiali di chirurgia robotica.

Gill è stato tra i relatori di punta della 21ª edizione del congresso internazionale di chirurgia minivasiva laparoscopica e robotica “Cilr – Challenges in laparoscopy and robotics and artifical intelligence“ (ideato dal professor Vito Pansadoro), che si è svolto a Firenze dal 4 al 6 giugno scorsi, punto di riferimento globale per la chirurgia urologica in diretta.

Professor Gill, la robotica come ha cambiato la chirurgia urologica?

"L’ha trasformata radicalmente. Visualizzazione superiore, precisione estrema, risultati migliori nei tumori urologici rispetto alla chirurgia a cielo aperto. Meno sangue perso, meno complicanze, ricoveri più brevi, dolore ridotto. Benefici concreti per il paziente".

Quando ha capito che sarebbe stata la svolta?

"Ero un chirurgo tradizionale. Poi la laparoscopia, poi il robot. Abbiamo intuito il potenziale subito. I risultati erano migliori. Abbiamo iniziato a sviluppare tecniche nuove, mai viste prima. Da lì è cambiato tutto".

Può raccontare il primo trapianto di vescica?

"Un paziente in dialisi, vescica irrecuperabile. Abbiamo eseguito trapianto di rene e vescica insieme. È il primo caso al mondo. Sono passate tre settimane: il paziente sta bene. È solo l’inizio, ma apre possibilità che prima non esistevano. Per chi ha vesciche senza più opzioni si apre una nuova strada".

Quali sono oggi i limiti della chirurgia robotica?

"Quando un tumore è troppo grande o invade organi vicini. Ma nel 90% degli interventi oncologici urologici la robotica è applicabile con sicurezza. Il vero ostacolo resta il costo".

Dunque serve più evoluzione tecnologica o un cambio di mentalità?

"La tecnologia c’è. È la mentalità del chirurgo che deve cambiare".

Ci sono ancora resistenze alla robotica?

"Negli Stati Uniti, no. Anzi. Gli ospedali adottano il robot per restare competitivi e attrarre pazienti".

Intelligenza artificiale in sala operatoria: a che punto siamo?

"La chirurgia interamente automatizzata è lontana. Ma quella guidata dall’IA, che assiste il chirurgo in tempo reale, è molto vicina. Renderà gli interventi più precisi, rapidi, sicuri".

Come rendere la chirurgia robotica accessibile anche nei Paesi meno sviluppati?

"Servono due cose: robot meno costosi e formazione capillare per i chirurghi".

Il rischio è creare nuove disuguaglianze?

"È un rischio reale. Per evitarlo bisogna abbattere i costi".

Come giudica la scuola urologica italiana?

"Eccellente. I chirurghi italiani sono tra i migliori al mondo. È un onore collaborare con molti di loro".