Bambini e junk food: 5 minuti di pubblicità bastano per aumentare il rischio di obesità

L’Università di Liverpool ha scoperto anche suna breve esposizione agli spot di cibi spazzatura (in tv o sui social) spingono bimbi e adolescenti a consumare più calorie nocive. “Scelte che influenzano la loro salute per tutta la vita”

di PATRIZIA TOSSI
10 maggio 2025
Bambini e junk food: 5 minuti di pubblicità bastano per aumentare il rischio di obesità

Bambini e junk food: 5 minuti di pubblicità bastano per aumentare il rischio di obesità

Malaga, 11 maggio 2025 – Cartoni animati e trasmissioni per bambini ‘infarcite’ di pubblicità di prodotti ‘junk food’, il cibo spazzatura che aumenta l’infiammazione, porta all’obesità e rovina la salute. Della pericolosità di questi cibi calorici e senza nutrienti è risaputa, ma ora c’è una novità: bastano 5 minuti di questi spot per indurre i bambini e adolescenti a consumare 130 Kcalorie in più al giorno

È quanto emerge da uno studio clinico sperimentale presentato al Congresso europeo sull'obesità (Eco) in corso a Malaga fino al 14 maggio. La ricerca arriva in un momento in cui molti Paesi, in Europa e nel mondo, stanno valutando l'introduzione di restrizioni alla pubblicità di alimenti non salutari per contrastare l'aumento dei livelli di obesità infantile. L’aumento di massa corporea legata agli spot è risultata trasversale: non importa su quale media sia stata vista (tv, social media o piattaforme streaming) e nemmeno lo stato socio economico dei bambini. 

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La ricerca dell’Univesità di Liverpool

I dati resi pubblici al convegno di Malaga fanno riferimento a una ricerca dell'Università di Liverpool: gli scienziati hanno rilevato che “i bambini tra 7 e 15 anni esposti a soli 5 minuti di pubblicità di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri o sale, consumavano in media 130 Kcal in più al giorno, equivalenti alle calorie contenute in due fette di pane”. Si tratta di uno studio che in termini tecnici si chiama ‘crossover randomizzato’, ovvero condotto su due diversi gruppi di partecipanti assegnati casualmente: solo uno riceve il trattamento, il secondo o il gruppo serve da confronto dei risultati. 

“Scelte che influenzano la salute per tutta la vita”

"I nostri risultati offrono informazioni cruciali e innovative sull'entità, la natura e l'impatto del marketing alimentare non sano, attraverso diversi tipi di media, sul comportamento alimentare dei giovani", ha spiegato l'autrice principale del lavoro, la professoressa Emma Boyland dell'Università di Liverpool.

Anche solo guardare per pochi minuti le pubblicità di junk food ha effetti sui bambini. “Una breve esposizione al marketing di alimenti ricchi di grassi, sale e zucchero può indurre un consumo eccessivo di calorie e potenzialmente un aumento di peso, in particolare nei giovani, che sono più sensibili alla pubblicità e le cui abitudini alimentari influenzano la loro salute per tutta la vita".

Lo studio.

I ricercatori hanno arruolato 240 volontari provenienti da scuole del Merseyside, nel Regno Unito. In due diverse occasioni, i partecipanti sono stati esposti per 5 minuti a pubblicità di alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e successivamente a spot di altri prodotti saturi, sia di marca che di prodotto, attraverso uno dei quattro diversi media prese in esame: tv, social media, radio, cartelloni pubblicitari.

I ricercatori hanno poi misurato la successiva assunzione 'ad libitum' di snack e pranzi da parte dei bambini, insieme alla loro altezza e al loro peso, per calcolare l'indice di massa corporea (Bmi). Ebbene, l'analisi ha rilevato che, in seguito all'esposizione a pubblicità di alimenti 'junk food', i bambini consumavano più snack (+58,4 Kcal), più pranzi (+72,5 Kcal) e più cibo in generale (spuntino e pranzo combinati (+130,90 Kcal) rispetto a dopo l'esposizione a pubblicità non alimentari.

“La salute dei bambini va protetta”

La salute dei bambini va protetta, servono urgenti misure restrittive sul marketing. Ne sono convinti i ricercatori che hanno condotto lo studio. I ricercatori hanno scoperto che per più aumentava l’indice di massa corporeo, più i bambino consumavano calorie in eccesso. Ogni punto (unità standardizzata) di aumento, corrispondeva a 17 Kcalorie in più. 

“Servono politiche di marketing alimentare restrittive”

Secondo Emma Boyland, i risultati dello studio “mostrano che il marketing alimentare non sano porta ad aumenti sostenuti dell'apporto calorico nei giovani a un livello sufficiente a indurre un aumento di peso nel tempo”.

Questo studio “è il primo a dimostrare che le pubblicità di sola marca, per le quali attualmente non esiste nessuna limitazione a livello globale, aumenta il ​​consumo di cibo da parte dei bambini”, aggiunge. “Queste nuove conoscenze contribuiranno alla progettazione di urgenti politiche di marketing alimentare restrittive, in grado di proteggere la salute dei bambini”, conclude l’autrice dello studio dell’Università di Liverpool.