Giovedì 25 Aprile 2024

Whirlpool, 20 parlamentari scrivono un appello a Draghi: "Non c'è più tempo"

Il 19 novembre il Mise incontrerà le parti sociali per discutere il progetto del Consorzio sulla mobilità sostenibile, unica ipotesi in campo per il rilancio del sito

Operai Whirlpool mostrano la lettera di licenziamento a Di Maio

Operai Whirlpool mostrano la lettera di licenziamento a Di Maio

Roma, 17 novembre 2021 - "Non c'è più tempo”. Inizia così la lettera aperta sulla vertenza Whirlpool indirizzata al premier Mario Draghi da un folto drappello bipartisan di deputati e senatori in vista del prossimo round di venerdì 19 novembre, data di un nuovo incontro al Mise per il punto con le parti sociali sul Consorzio della mobilità sostenibile, il progetto di rilancio del sito di via Argine, a Napoli. Sono 20 i firmatari dell'appello a Draghi, preoccupati per il futiuro di un migliaio di famiglie e sull'effetto domino nell'economia del Mezzogiorno, già duramente colpitio dalla crisi.

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"Va individuata una soluzione necessaria per il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli – si legge nella lettera – e per favorire la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie, per di più in un'area del paese già fortemente colpita da processi di deindustrializzazione e con una presenza di molteplici sofferenze di carattere sociale". La multinazionale americana ha cessato la produzione nel sito di Napoli dal 1° novembre 2020, decidendo di erogare gli stipendi fino al 31 dicembre per i 355 lavoratori, nonostante “gli impegni presi con il Governo". E. dopo avere promesso al Mise di tenere le bocce ferme in attesa di trovare una soluzione sul futuro, a metà ottobre ha avviato i licenziamenti collettivi, caduti come una pioggia ghiacciata sulla testa dei lavoratori.

L’appello a Draghi: "É un dramma sociale"

I firmatari della lettera chiedono a Draghi e ai Ministri competenti, Andrea Orlando per il Lavoro e Giancarlo Giorgetti per lo Sviluppo Economico, di “intervenire affinché si trovi una soluzione adeguata a questo vero e proprio dramma socialee di ridefinire in tempi stretti “il progetto di organizzazione che garantisca l'attuale presenza industriale sul territorio napoletano", dicono i politici, ripercorrendo la storia del sito di via Argine e sottolineandone l'impatto occupazionale che, tra diretti e indotto, colpisce circa mille lavoratori. Una scelta che resta, concludono, "incomprensibile alla luce del fatto che il mercato degli elettrodomestici offre dati incoraggianti, come dimostrato dagli investimenti di Whirlpool e anche degli altri competitor come Candy ed Electrolux".

Effetto domino sull’economia del Sud

"La dismissione del sito industriale di Napoli ha un impatto fortissimo per il Mezzogiorno e per la stessa città, attraversata, come il resto del Paese, da una grave crisi economica", sottolineano i parlamentari e i senatori firmatari dell’appello al premier. "La decisione di chiudere il sito di Napoli aumenta inoltre il rischio concreto di un disimpegno del Gruppo in tutta Italia, sebbene gli indicatori di mercato siano positivi".

Si chiede dunque l'intervento del governo per "salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali, sostenendo credibili progetti industriali per la rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento industriale di Napoli".

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