Covid bambini, nel Lazio i primi mille vaccinati d'Italia. Zingaretti: "Atto d'amore"

Nel Lazio è partita con un giorno di anticipo rispetto alle altre regioni la campagna vaccinale pediatrica. I primi vaccinati d'Italia hanno tra i 6 e i 9 anni

Il V-Day allo Spallanzani di Roma

Il V-Day allo Spallanzani di Roma

Roma, 15 dicembre 2021 – Hanno tra i 6 e i 9 anni i primi bambini vaccinati in Italia, oggi la regione Lazio è partita con le vaccinazioni per i più piccoli. Sono mille i bambini prenotati che riceceranno prima dose. “Sono molto soddisfatto. I nostri operatori si sono trasformati in clown per far vivere questo momento come una festa", commenta l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato. Covid Lazio, 1.887 contagiati, 11 decessi. Vaccinati i primi mille bambini di 5-11 anni

Allo Spallanzani oggi sono stati vaccinati i primi 70 bambini, al Nuovo Regina Margherita altri 30, di cui 15 bambini fragili. Si stanno vaccinando contro il Covid "con il sorriso sulle labbra e con grande coraggio e convinzione" ha detto il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che sta seguendo il primo giorno di vaccinazione per i più piccoli insieme all'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.

Il V-Day allo Spallanzani di Roma
Il V-Day allo Spallanzani di Roma

"Voglio ringraziare lo Spallanzani, la polizia di Stato, il Questore per questa atmosfera che abbiamo voluto creare, perché, in effetti, è una festa della vita, della libertà del coraggio e del futuro. Io faccio un appello alle mamme e ai papà" ha sottolineato il governatore del Lazio che, come da giorni ripete, è convinto: "vaccinare i figli significa amarli”.

“È un atto d'amore, perché attraverso questo ulteriore passo ci libreremo dal Covid e difenderemo i nostri figli e nipoti. Non perdiamo tempo - torna a raccomandarsi - perché abbiamo visto che questa variante è molto insidiosa che si diffonde in maniera molto veloce. Quindi mettiamo in sicurezza i bambini, anche perché abbiamo visto come possono esserci degli effetti gravi anche per i più piccoli".  

Cosa è successo oggi

É iniziato con un giorno di anticipo il V-day sulla vaccinazione pediatrica nel Lazio, dove alle 15 sono iniziate le prime inoculazioni. Un'atmosfera serena, quasi di festa, e ordinata: perché le vaccinazioni avvengono su appuntamento quindi non sono attese lunghe file. È quella che si respira al centro vaccinale pediatrico Nuovo Regina Margherita a Roma, dove oggi ha preso il via l’atteso V-day.

Trenta i bambini attesi all’hub romano, 15 fragili e 15 che non lo sono. Molto tranquillo e allegro appare il primo bimbo, Manfredi, che si è sottoposto alla vaccinazione accompagnato dalla mamma. Ha cinque anni compiuti da poco, a settembre. Ad accogliere i piccoli l'animazione - Adriano Mastrolenzo, l’animatore che lavora alla Ludoteca dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù ha anche una chitarra - e poi ad attendere i bambini ci sono dei gadget: un attestato di coraggio, il braccialetto di avvenuta vaccinazione e una piccola busta con i colori. Al centro vaccinale campeggia anche un cartello: “Centro vaccinazione pediatrica Anti- Covid, e adesso sì che possiamo giocare liberamente”.

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Michele, "Ho pensato a Spiderman"

Ha pensato a Spiderman, uno dei suoi supereroi preferiti, Michele, dieci anni da compiere a fine mese, tra i primi a vaccinarsi oggi nel centro vaccinale pediatrico Nuovo Regina Margherita a Trastevere, Roma, dove alle 15 ha preso il via il V-day sulla vaccinazione pediatrica aperto nel Lazio. Come spiega Benedetta, la mamma “si è vaccinato oggi dopo essere stato contattato dalla pediatra di base. Aspettavamo di poterlo fare e abbiamo aderito subito”.

“Michele – racconta la mamma – ha una sorella più grande, di 17 anni, già vaccinata e anche noi genitori lo siamo. Speriamo in questo modo di poter passare anche un Natale più tranquillo. I bambini stanno soffrendo tanto per le limitazioni legate alla pandemia, speriamo che tanti si vaccinino perché l'auspicio è che possa essere la strada per riacquistare spazi di libertà.

Michele è arrivato preparato alla vaccinazione di oggi. “Già sapeva – prosegue mamma Benedetta – che appena ci sarebbe stata la possibilità lo avremmo fatto. L'ho sempre tenuto aggiornato su tutto ed era preparato. Era solo dispiaciuto per essere dovuto uscire prima da scuola, perché oggi era il giorno di uscita in cortile per la sua classe. Una volta a settimana. A scuola i bambini patiscono molte limitazioni come questa, mangiano in classe e non a mensa ad esempio”.