Cucchi, si sono costituiti i carabinieri condannati. D'Alessandro: "Non sono un assassino"

Pena ridotta da 13 a 12 anni per i due militari che si trovano nel carcere casertano di Santa Maria Capua Vetere. In isolamento sanitario anti Covid saranno trasferiti in cella tra cinque giorni

Roma, 5 aprile 2022 – Sono nel carcere di Santa Maria Capua Vetere i due carabinieri condannati in via definitiva a 12 anni di reclusione per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato per droga e spirato una settimana dopo all’ospedale Pertini di Roma nell’ottobre del 2009. Secondo quanto si è appreso Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro si sono consegnati nella caserma di riferimento rispetto al domicilio e poi sono stati portati nel penitenziario della provincia di Caserta. Ieri in serata i due militari dell'Arma sono stati riconosciuti colpevoli dalla Cassazione per il reato di omicidio preterintenzionale. I giudici hanno ridotto la condanna per omicidio preterintenzionale nei confronti dei militari dell’Arma Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro: la pena è passata da 13 a 12 anni.

Mamma Aldovrandi: "Quei carabinieri non indossino più la divisa"

“Mi interessa che questa condanna comporti l'interdizione dai pubblici uffici e quindi che i due carabinieri non indossino più la divisa. Ora è importantissimo il giudizio sui responsabili dei depistaggi, che purtroppo è il dato comune a molti dei nostri casi”. È il commento sull’ultimo processo Cucchi di Patrizia Moretti, la mamma di Federico Aldrovandi, morto la notte del 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia. “Grazie tantissimo a Ilaria e alla sua famiglia per non avere mai ceduto a pressioni e insulti. Chi lo ha fatto si vergogni sempre'', conclude.

Si aprono le porte del carcere

Si è costituito ieri sera ad Isernia uno dei carabinieri condannati a 12 anni ieri dalla Cassazione. Si tratta di Alessio Di Bernardo, originario di Sesto Campano. Poco dopo anche Raffaele D'Alessandro, l'altro carabiniere si è consegnato. I due militari insieme si sono recati nella Caserma Ezio Andolfato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), sede del Carcere militare giudiziario. I due sono arrivati nel cuore della notte. Prima di essere traferiti in carcere i due carabinieri si sono consegnati ai loro colleghi che poi hanno provveduto al trasferimento nella struttura penitenziaria casertana.

Come previsto dal protocollo sanitario relativo al Covid-19, D'Alessandro e Di Bernardo si trovano ora in isolamento sanitario. Come èstato disposto per tutti i detenuti che arrivano in carcere, resteranno appartati per cinque giorni. Poi, se l'esito deltampone sarà negativo, verranno trasferiti in cella.

D'Alessandro: "Sono inocente"

 "Sono amareggiato perché non sono l'assassino di Stefano Cucchi", ha detto Raffaele D'Alessandro prima di costituirsi. Il suo difensore Maria Lampitella, ha spiegato che il suo assistito "rispetta la decisione dei giudici" e le ha ripetetuto "sono un carabiniere nell'animo".  In appello, l’omicidio era stato considerato aggravato da futili motivi: "Le violente modalità con cui è stato consumato il pestaggio ai danni dell’arrestato, gracile nella struttura fisica, esprimono una modalità nell’azione che ha ‘trasnodato’ la semplice intenzione di reagire alla mera resistenza opposta alla esecuzione del fotosegnalamento".

Ilaria Cucchi: "D'Alessandro rifletta su cosa ha fatto"

“Molto probabilmente D'Alessandro deve riflettere ancora per comprendere cosa ha fatto se ancora afferma di non sentirsi colpevole. Ricordo ancora quando disse alla moglie come quella notte si era divertito assieme al collega Alessio Di Bernardo a pestare 'quel tossico di m”. È quanto afferma Ilaria Cucchi commentando le parole dette dal carabiniere Alessio Di Bernardo – condannato in via definitiva a 12 anni di reclusione ieri sera dalla Cassazione – al suo avvocato prima di entrare nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

Tornando alla decisione dei giudici della Corte Suprema, la sorella di Cucchi ha aggiunto di sentirsi “ancora frastornata, ma serena” per essere giunta alla fine di questo percorso per quanto riguarda gli autori del pestaggio. “Per quanto riguarda la posizione del maresciallo Mandolini (all'epoca dei fatti comandante della stazione Appio, ndr), per il quale i giudici hanno disposto un nuovo processo d'appello, mi limito a dire che non finisce qui. Ho ancora in mente la sua espressione quando venne al primo processo, quello che definisco sbagliato, ai poliziotti penitenziari, raccontò di quanto Stefano era stato simpatico quella notte quando era già a conoscenza di quanto avvenuto, di quel terribile pestaggio”.

Sentenza "dedicata" ai medici legali

''Questi occhi hanno visto finalmente Giustizia. Stefano Cucchi è stato ucciso dai due carabinieri che lo arrestarono la notte tra il 15 e 16 ottobre 2009. Questa sentenza la dedichiamo ai medici legali Arbarello e Cattaneo che parlarono di caduta probabilmente accidentale e di lesioni lievi. Ora i responsabili dell'omicidio di Stefano saranno incarcerati''. Così in un post su Fb l'avvocato Fabio Anselmo, legale di Ilaria Cucchi sorella di Stefano, dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato i due carabinieri per omicidio preterintenzionale.