Sparatoria Roma, il killer progettava la fuga. Prefetto: “Stretta su poligoni di tiro"

Claudio Campiti aveva con sè 170 proiettili, un passaporto, uno zaino con indumenti e 6mila euro in contanti. "Raptus improvviso, non c'erano segnali evuidenti" dice Bruno Frattasi

Roma, 12 dicembre 2022 – È stato dimesso dal Policlinico Agostino Gemelli l’uomo che ieri ha disarmato Claudio Campiti dopo che aveva ucciso tre donne a colpi di pistola. Il 67enne Silvio Paganini ha lasciato l'ospedale poco dopo le 15 insieme ad alcuni familiari senza rilasciare commenti. “Non sono un’eroe – dice Paganini in un messaggio vocale inviato alla Rai – è stato un gesto istintivo che avrebbe fatto chiunque. Sono solo stato fortunato: il proiettile mi è entrato in bocca ed è uscito senza fare danni”.

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Resta gravissima Fabiana De Angelis, la consulente del Consorzio ricoverata in rianimazione dopo essere stata colpita al torace da un proiettile sparato da Claudio Campiti, l'autore della sparatoria di Fidene. "Dopo la notte trascorsa in rianimazione, permangono molto gravi le condizioni della paziente ricoverata ieri presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea a seguito della sparatoria avvenuta a Fidene. Nelle prossime ore verrà ripetuta la diagnostica strumentale. La paziente resta sotto stretto controllo medico, in prognosi riservata". È quanto si legge nel bollettino delle ore 12 dell'ospedale romano. A Campiti potrebbe venire contestata anche l'appropriazione indebita dell'arma. La Procura, con il pm Giovanni Musarò, contesta al 57enne l'accusa di triplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi e il triplice tentato omicidio per le persone rimaste ferite.

La scientifica effettua i rilievi sul luogo della sparatoria
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Frattasi: “Stretta sui poligoni di tiro”

“Programmeremo una stretta sui poligoni di tiro, ne parleremo col questore e le altre forze di polizia e faremo un'attività per vedere esattamente i controlli amministrativi che possiamo fare per verificare la regolarità della conduzione di queste strutture. È giusto che questo si faccia e anche con rapidità”, ha annunciato il prefetto Bruno Frattasi, al termine del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che si è tenuto a Roma questa mattina.

“La situazione è grave”, ha confermato l’assessore regionale Alessio D'Amato parnado di Fabiana De Angelis dopo la visita in ospedale di questa mattina. “La signora ricoverata al Policlinico sta bene, è lucida, vigile, orientata, e molto probabilmente anche lei sarà dimessa e avrà un sostegno psicologico”. Quanto al signore ricoverato al Pertini con un malore, “è stato dimesso ieri sera”, ha detto D'Amato.

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C’è qualcosa che fa acqua nella sequenza degli eventi, visto che al killer era stato negato il porto d’armi sportivo per le tante denunce che gli erano state contestate per atteggiamenti violenti. Eppure, al poligono era di casa. In base agli elementi analizzati dal prefetto Frattasi, il triplice omicidio “è stato determinato da una circostanza che in qualche modo era stata vista, perché c'era stato un contenzioso civile che questo signore portava avanti contro il Consorzio, ma non c'erano segnali evidenti che questa persona potesse esplodere nel raptus omicida di ieri”. Non solo. “Nonostante questo – ha aggiunto il prefetto di Roma – i carabinieri di Rieti gli avevano negato il porto d'armi. Sappiamo che si è recato al poligono, dove era iscritto da diversi anni, e da lì si è allontanato con l'arma. Le indagini sono in corso, la magistratura appurerà le responsabilità e a chi sono ascrivibili. Posso solo esprimere il mio dolore, è stato uno choc emotivo per tutti, la città è stata colpita ma è sicura”.

Summit sicurezza

La strage di Fidene ha aperto uno squarcio nella Capitale, stamattina summit in prefettura con i vertici della sicurezza cittadina. All’indomani della sparatoria in cui sono morte tre donne e altre quattro persone sono rimaste ferite, il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica si è riunito d’urgenza. “Abbiamo esaminato punto per punto la vicenda di ieri e mi sento di dire che la città di Roma è stata colpita da un gravissimo episodio che però non dimostra per nulla che c'è stato un fallimento del sistema di sicurezza della città. Roma è e resta una città sicura”. È il prefetto Bruno Frattasi a parlare al termine del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza dopo la strage di Fidene. Con il prefetto di Roma Bruno Frattasi c'erano il questore Carmine Belfiore e il sindaco Roberto Gualtieri, con l'assessora Monica Lucarelli, che ha la delega alla Sicurezza.

“Andrò a trovare i feriti in ospedale e segnalo l'atto di eroismo del signor Paganini: lo ringrazieremo particolarmente per questo. Il mio pensiero va alle vittime, ai feriti, ai parenti delle persone rimaste coinvolte in questo atto di un folle. Risulta che a carico dell'omicida non vi fossero precedenti penali e nonostante questo, saggiamente, nel 2020 la Prefettura di Rieti gli aveva negato il porto d'armi sportivo”. Cosi il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al termine del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza dopo la strage di ieri a Fidene.

Campiti aveva preparato la fuga

Il killer Claudio Campiti aveva in tasca 170 proiettili asportato dal poligono di tiro di Tor di Quinto, dove il 57enne si era presentato ieri mattina per sparare. È entrato, si è fatto consegnare la pistola semiautomatica Glock 45 con il caricatore pieno e le munizioni di riserva. Poi è uscito e si è diretto in via Monte Gilberto – nella periferia Nord di Roma, dove era in corso una riunione condominiale del Consorzio Valle Verde – per uccidere.

Campiti è in stato di fermo. La procura di Roma contesta, oltre al triplice omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, anche il pericolo di fuga. Quando è stato bloccato, dopo la sparatoria, aveva con è il passaporto e uno zaino con alcuni indumenti e seimila euro in contanti. È evidente che aveva anche progettato la fuga.

Viminale: "Massima fermezza"

“È una tragedia terribile e probabilmente imprevedibile", è il commento di Wanda Ferro, sottosegretaria al Ministero dell'Interno. "Secondo quanto emerge, all'omicida era stato negato il porto d'armi. Si tratta di fatti privati, non ci sarebbero collegamenti con la criminalità", prosegue l'esponente di Fratelli d'Italia, secondo la quale bisogna comunque "tenere alta la guardia sulla sicurezza". Oggi "è in programma il Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato dal prefetto". "Una volta fatta chiarezza, auspichiamo massima fermezza, pensiamo ora ai familiari delle vittime, ai quali diamo la nostra vicinanza, e ai feriti", conclude Ferro.

Lo psichiatra: “Crimini premeditati”

“L'instabilità e l'insicurezza di questo periodo, unitamente a una minore tolleranza alla frustrazione e all'incremento del narcisismo, possono facilitare le scelte scellerate di determinati soggetti". È il commento di Enrico Zanalda, psichiatra e presidente della Società italiana di psichiatria forense (Sipf), in merito a quanto successo ieri nella Capitale. Campiti aveva un blog che oggi, all’indomani della strage, appare come un annuncio di morte: c’erano invettive e insulti contro il Concorzio e le istituzioni di Rocca Sinibalda, Comune di poche centinaia di abitanti in provincia di Rieti dove il killer viveva.

"La cosa strabiliante – continua Zanalda – è che questi crimini sono premeditati e lucidamente realizzati. L'omicidio diventa l'agito estremo attraverso il quale si elimina definitivamente l'oggetto frustrante per l'incapacità di tollerare l'insuccesso e l'insoddisfazione esistenziale, come se fosse l'unica possibile soluzione del problema che determina un immediato sollievo. Vi è un incremento diffuso di comportamenti aggressivi, per lo più verbali, nella quotidianità sia reale che virtuale – continua il presidente Sipf – a cui non dobbiamo abituarci. Si pensi al diffuso fenomeno degli 'hater' ovvero la manifestazione dell'odio attraverso internet. Alla base del comportamento degli odiatori c'è spesso, come unico obiettivo, quello di trascinare in basso il proprio bersaglio sentendosi appagati dal suo annientamento sociale".

Codacons: "Si  indaghi sulle responsabilità del poligono"

Con un esposto presentato oggi alla Procura di Roma il Codacons chiede di valutare l'estensione delle indagini nei confronti dei responsabili del poligono di Tor di Quinto. "Vanno accertati accuratamente i fatti soprattutto in un'ottica preventiva perché appare molto grave che chiunque possa recarsi al poligono, prelevare un'arma ed andare via indisturbato a sparare ai cittadini", scrive il Codacons nell'esposto.

"E' bene sia fatta chiarezza sui responsabili che erano presenti al poligono la mattina dell'11 dicembre -spiega l'Associazione dei Consumatori- e abbiano consentito una tale appropriazione, anche alla luce del possibile concorso nel reato di strage. Nel caso di specie colui che ha consegnato la pistola a Campiti al poligono di tiro avrebbe dovuto verificare il possesso della documentazione atta a certificare l'idoneità del soggetto al maneggio di armi e la sua iscrizione alla sezione del poligono, nonché sincerarsi della restituzione dell'arma prima dell'uscita dall'edificio".  

Tutti i soggetti responsabili della apposita sezione del Poligono di tiro, prosegue il Codacons, "attesa la pericolosità dell'attività, rivestono infatti una posizione di garanzia volta ad impedire che gli avventori che maneggiano le armi mettano in pericolo l'incolumità di terzi". Il Codacons chiede pertanto alla Procura di estendere le indagini ai responsabili del Poligono, "valutando la chiusura della struttura in caso di accertate violazioni o irregolarità".