Sparatoria Roma, Campiti resta in carcere. Il pm: "Ha fatto un tiro al bersaglio"

Il fermo è stato convalidato, il 57enne non ha rsiposto sui punti chiave dell'inchiesta. "La situazione è gravissima", ha commentato il suo difensore al termine dell'udienza. Sono quattro le donne colpite e uccise: Fabiana De Angelis, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano

Roma, 14 dicembre 2022 –  Sono stati donati gli organi di Fabiana De Angelis, la donna deceduta ieri dopo essere stata colpita domenica da un colpo di pistola esploso da Claudio Campiti, il 57enne fermato con l'accusa di omicidio plurimo dopo avere ucciso quattro persone nel gazebo di un bar a Roma. Lo rende noto la Direzione dell'ospedale Sant'Andrea, sottolineando in una nota che "il prelievo multiorgano è terminato nella tarda mattinata di oggi. Un gesto di solidarietà che restituisce speranza a tanti pazienti e per il quale la comunità del Sant'Andrea esprime sincera gratitudine alla famiglia, cui si rinnova il sentimento di profonda vicinanza".

Oggi si è tenuta l'udienza di convalida del fermo del killer, l'uomo non ha risposto alle domande chiave del killer: dove ha preso i 6mila euro in contanti trovati nello zaino che indossava durante il pluri omicidio e come ha fatto a trafugare l'arma del dellitto. Campiti, che aveva diversi contenzioni aperti col Consorzio Valleverde, ha percepito il reddito di cittadinanza e aveva anche incassato un aiuto economico dal Comune di Rocca Sinibalda per gli allacci fognari mai realizzati. 

Tre delle quattro donne uccise dal killer
Tre delle quattro donne uccise dal killer

Convalidato il fermo del killer

È stato convalidato il fermo di Claudio Campiti, il 57enne accusato di quattro omicidi e il ferimento di due persone nella sparatoria di domenica scorsa a Fidene. All’uomo vengono contestate anche le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. L’interrogatorio di garanzia si è svolto nel carcere di romano di Regina Coeli dove il 57enne è detenuto dal giorno della strage, quando ha fatto irruzione alla riunione condominiale del Consorzio Valleverde in un gazebo di un bar in via Monte Gilberto a Roma.

È terminato dopo circa una ora l'interrogatorio di convalida del fermo. Al termine dell'udienza il difensore dell'uomo, l'avvocato Alessandro Poli, lasciando il carcere di Regina Coeli si è limitato a dire ai cronisti che la “situazione è gravissima”. Il 57enne ha risposto ad alcune domande del gip, ma sui punti chiave della vicenda è rimasto in silenzio. Nei suoi confronti, il pm Giovanni Musarò contesta, tra gli altri, l'accusa di omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione.

Il Questore: “Roma città sicura”

“Roma è e resta una città sicura, voglio dare un messaggio di tranquillità alla collettività”. A dirlo è il questore di Roma, Carmine Belfiore che, nel commentare il triplice omicidio delle prostitute ai Prati del mese scorso e la sparatoria di Fidene, precisa: “I due episodi scollegati tra loro sono gravissimi e dolorosissimi, ma difficilmente prevedibili e contenibili. Si può e si deve fare di più, ma ci sono delle cose di cui è difficile trovare la ratio, riguardano aspetti complessi e molteplici, sono episodi che mi hanno turbato molto, ma che non inficiano il concetto che ho di Roma, che è una città dove la sicurezza c'è”.

I reati contestati dal pm

Nell'inchiesta – condotta dal pm Giovanni Musarò e coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino – la procura contesta le accuse di omicidio volontario per aver sparato a sangue freddo alle quattro donne uccise Fabiana De Angelis, deceduta ieri in ospedale dopo due giorni di coma, Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e la commercialista Nicoletta Golisano, amica della premier Giorgia Meloni – ma anche tentato omicidio, in riferimento alle due persone rimaste ferite, e il porto abusivo di armi. La pistola era stata trafugata dal poligono di tiro di Tor di Quinto, finito sotto sequestro, e due anni al killer era stato negato il porto d’armi. Un'azione, quella di Campiti, che per gli inquirenti è stata "premeditata fin nei mini particolari''. L‘uomo, come è riportato nel decreto di fermo, ''ha fatto una sorta di 'tiro al bersaglio', colpendo uno dopo l'altro diversi soggetti seduti al tavolo mirando in punti vitali''.