Mercoledì 24 Aprile 2024

Sorrento, droga e armi: sgominata rete di pusher, trovati manganelli con slogan fascisti

L'operazione dei carabinieri alla prime luci dell'alba. Trentatrè le misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata. L'attività criminale tra Campania, Calabria e Sicilia

Carabinieri

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Torre Annunziata, 13 dicembre 2022 - Oltre mille gli episodi di spaccio di sostanze stupefacenti documentati tra l'estate del 2020 e l'inverno del 2021. Il blitz dei carabinieri che ha sgominato la rete di pusher attiva nella costiera sorrentina è scattato questa mattina alle prime ore dell'alba. 

Sono 33 i destinatari dell'ordinanza emessa dal gip di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina ed eseguita dai Carabinieri del Comando provinciale di  Napoli nelle province di  Napoli, Caserta, Salerno, Cosenza, Ragusa e Caltanissetta nell'ambito di indagini sullo spaccio di droga in Penisola sorrentina.  Tutti i destinatari dell'ordinanza sono indagati per detenzione e cessione illecite di sostanze stupefacenti, 3 anche del reato di detenzione illegale di arma comune da sparo e ricettazione e 6 anche del reato di estorsione, per un totale di 184 capi d'imputazione.

La distribuzione di droga sulla costiera sorrentina 

Per 11 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 13 indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e per 9 indagati la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di  Napoli.  Uno dei destinatari, in particolare della misura degli arresti domiciliari, è allo stato irreperibile ed è ricercato dai Carabinieri. Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Sorrento, hanno consentito di accertare l'esistenza di un'importante piazza di spaccio di sostanze stupefacenti attiva nel centro di Vico Equense e utilizzata per la distribuzione della droga nei diversi comuni della costiera sorrentina. Sono stati identificati i probabili fornitori di droga operativi nel rione Penniniello di Torre Annunziata, nell'area stabiese e nel centro di Napoli, dai quali i pusher acquistavano la droga da rivendere in Penisola sorrentina. 

Telefoni cellulari 'dedicati', clienti abituali, cantinette blindate e sorvegliate a viste. Cosi' il 'sistema' riusciva a incassare fino a 70 mila euro al mese. La piazza era la prima 'base' che forniva direttamente clienti della costiera. Nell'ordinanza a carico di 33 persone firmata dalla gip Fernanda Iannone le numerose intercettazioni ambientali e telefoniche hanno ricostruito le indagini e il modus operandi degli indagati che ricevevano almeno 20 clienti al giorno. 

Sequestrati manganelli con slogan fascisti 

Due manganelli in legno, uno dei quali recante la scritta "Credere Obbedire Combattere" sono stati trovati e sequestrati nel corso delle perquisizioni effettuate questa mattina insieme all'esecuzione dell'ordinanza emessa dal gip di Torre Annunziata nell'ambito delle indagini della Procura oplontina sullo spaccio di droga in Penisola Sorrentina. Erano nascosti dietro la culla di un bebè.  Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sottoposti a sequestro: 230 grammi di hashish, 140 grammi di marijuana, 2 bilancini di precisione, 6 coltelli, un'ascia, una lama artigianale, una piccozza, un multilama ninja e i 2 manganelli in legno. 

Alloggi popolari gestiti dai pusher 

Veniva acquistata nel rione "Penniniello" di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, la droga rivenduta nella piazza di spaccio di Vico Equense, nota località turistica della Costiera Sorrentina. Le indagini, coordinate dal procuratore di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso, hanno consentito di scoprire anche che la banda di spacciatori gestiva anche gli alloggi popolari della zona dove si concretizzava la compravendita delle sostanze stupefacenti.

I carabinieri hanno documentato un episodio ritenuto particolarmente significativo: uno dei gruppi di spacciatori facenti riferimento al «capo piazza» è stato costretto a lasciare l'abitazione popolare che occupava per non essere riuscito a pagare una partita di droga. Al suo posto ne è stato insediato un altro, che ha proseguito la vendita sempre per conto del «capo piazza».

Non solo. A chiunque finisse «in difetto» venivano inviati i «picchiatori», quasi esclusivamente minorenni, i quali avevano il compito di riscuotere i debiti. E se i soldi non venivano corrisposti, dopo le botte scattava lo sgombero.