Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, sindaca Raggi sullo sgombero del campo nomadi: "Pugno duro per chi vive a scrocco"

"Abbiamo già chiuso i campi di Schiavonetti, Camping River, Foro Italico e l’Area F del campo rom di Castel Romano. La Barbuta ridotto del 65%" è il bilancio della sindaca Raggi

Lo sgombero del campo nomadi "La Monachina"

Lo sgombero del campo nomadi "La Monachina"

Roma, 1 luglio 2021 - “Pugno duro nei confronti di chi pensava di poter vivere a scrocco dell’amministrazione e dei cittadini che pagano le tasse, assistenza per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, in primis i bambini”. A poche ore dallo sgombero del campo rom “La Monachina”, la sindaca Virginia Raggi fa il punto sulla situazione degli insediamenti abusivi della Capitale. 

Stamattina, una ventina di persone sono state allontanate da La Monachina, un accampamento della periferia ovest di Roma, una ventina le persone che ci vivevano abusivamente, tra loro anche minori. 

Si tratta della tappa conclusiva di un percorso iniziato nel 2018 – spiega la prima cittadina, Virginia Raggi - nell’ambito del nostro piano che prevede il progressivo superamento di tutti gli insediamenti a Roma. Il campo La Monachina ospitava centinaia di persone che vivevano in baracche fatiscenti, nel degrado. I cittadini e gli stessi occupanti lo chiedevano da decenni”.

Dal 2018, chiusi quattro campi abusivi

Un percorso di legalità e inclusione che in tre anni ha portato alla chiusura di numerosi accampamenti abusivi, centro di degrado per i quartieri e veri e proprio ghetti per le famiglie alloggiate illegalmente. “In questi anni a Roma abbiamo già chiuso i campi di Schiavonetti, Camping River, Foro Italico e l’Area F del campo rom di Castel Romano. La prossima tappa è il campo di La Barbuta, che è già in fase avanzata e ridotto del 65%.

Inclusione e legalità, attenzione ai minori

“I più piccoli hanno il diritto di poter frequentare le scuole e di crescere in un ambiente sano”, continua Virginia Raggi. “Grazie alle centinaia di colloqui effettuati dai nostri operatori, una parte ha lasciato autonomamente il campo. Quelli che, invece, hanno firmato il nostro Patto di responsabilità solidale, e si sono impegnati al rispetto dei doveri di un qualsiasi cittadino e al raggiungimento di una piena autonomia, hanno avuto accesso a un aiuto temporaneo”.