Roma, sciopero della scuola. Sindacati in piazza Santi Apostoli: "Tagli inaccettabili"

Ad incrociare le braccia Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. La protesta contro le politiche sulla scuola del ministro Bianchi e del Governo Draghi

Roma, 30 maggio 2022 - In piazza Santi Apostoli a Roma uniti in protesta oggi 30 maggio, sciopero nazionale della scuola, i coordinatori delle sigle dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief) spiegano le motivazioni dello sciopero. "Si continuano a ripetere gli stessi errori. Oggi siamo qui tutti insieme perché la scuola non ci sta ad essere tagliata per l'ennesima volta", accusa la segreteria generale CISL Scuola Ivana Barbacci.  "Il governo ha deciso di introdurre con un decreto legge il sistema di formazione destinato a pochi insegnanti senza finalità, senza qualità e senza uno scopo ben preciso", prosegue. "Sono previsti 11.600 tagli personale nei prossimi anni che andranno a creare disagio in termini anche quelli che sono gli obiettivi del Pnrr non diminuendo il numero di alunni per classe", continua. 

"Ci sono 250mila docenti precari che stanno svolgendo servizio da oltre 36 mesi e per queste persone non serve una sanatoria ma un percorso adeguato. E c'è poi il tema del rinnovo del contratto di 1 milione e 200mila lavoratori che sono i meno pagati della pubblica amministrazione. Anche stavolta dopo le promesse non ci sono risposte adeguate", conclude Barbacci. Le fa eco Francesco Sinopoli di Flc Cgil. "Non si sta investendo sulla scuola, non si sta garantendo il diritto allo studio", dice il sindacalista. "Questo decreto legge è assurdo e istituisce un sistema di formazione selettivo che viene finanziato tagliando gli organici. Non si riconosce i precari il loro valore. Bisogna uscire da una logica che è sempre la stessa quella di colpire i presunti fannulloni", aggiunge. 

"Vogliamo che il governo cambi strada. I quiz sono stati una barbarie. Ci si sta approfittando della denatalità con un calcolo che permetta di risparmiare sulla scuola", conclude. Accuse all'esecutivo anche dalla Gilda degli insegnanti, dallo Snals e da Anief. Per il coordinatore nazionale Rino Di Meglio della Gilda "c'è stato uno stanziamento di risorse offensivo, con un contratto scaduto, parliamo di 40-50 euro netti procapite a fronte di un'inflazione al 7% che sta impoverendo la gente".  "Con il decreto legge di maggio il governo pretende un aggiornamento permanente e esami annuali a gratis e facendo pagare per questi corsi le risorse della carta del docente, tagliata del 25%, e tagliando gli organici. È inaccettabile", conclude. Proteste infine anche da Snals con la segreteria generale Elvira Serafini. 

"Siamo stati dimenticati. Un decreto legge non può svilire la contrattazione. Il personale della scuola sta perdendo dignità con questo decreto legge", accusa la sindacalista. "Vogliamo che il governo ci ascolti", conclude.  "Se tutto il fronte sindacale si ritrova a scioperare e a manifestare contro l'operato del Governo - commenta infine Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - da parte delle istituzioni e di chi gestisce le sorti della scuola almeno qualche dubbio dovrà sorgere. Pensare che la riforma di un settore chiave del Paese, quale è la scuola e chi vi lavora, debba piegarsi totalmente al volere dell'Europa, per via dei fondi vincolati del Pnrr, non può essere una giustificazione valida per approvare il DL 36, almeno nella parte che riguarda l'istruzione".