Roma, va all'asta giovedì la casa delle donne 'Lucha y Siesta'. Le attiviste: "Ci saremo"

La Regione Lazio ha già formalizzato un'offerta economica per l'immobile del Tuscolano, di propietà di Atac. Si teme però un'operazione immobiliare speculativa che potrebbe scalzare la proposta

Casa delle donne Lucha y Siesta

Casa delle donne Lucha y Siesta

Roma, 31 luglio 2021 – Andrà all'asta giovedì la Casa delle donne Lucha y Siesta, una nuova puntata di una lunga vicenda che questa volta potrebbe risolversi positivamente. L'immobile di via Lucio Sestio 10, di proprietà dell'azienda dei trasporti Atac, è stato messo all'asta bandita dal tribunale fallimentare, nonostante all'interno si trovi un centro di accoglienza per donne maltrattate. Minacce di sgombero, raccolte firme e proteste hanno scandito questa lunga storia, ma la vendita dello stabile non riuscirà a fermare il movimento di donne che si battono per mantenere aperto il rifugio, un luogo autogestito per contrastare la violenza. 

"Sul tavolo c'è un'offerta della Regione Lazio – spiegano le attiviste di Lucha y Siesta – frutto di una lunga collaborazione politica che, in caso di aggiudicazione, sarebbe il primo passo concreto di una diversa idea di proprietà. Un acquisto che permetterebbe di restituire il bene alla comunità ampia che lo usa per generare benessere sociale, nel solco della legge regionale sui beni comuni”. A dicembre del 2019, il consiglio regionale ha stanziato 2,4 milioni di euro per salvare la Casa delle donne dallo sgombero, i soldi dovrebbero servire ad acquistare l'immobile all'asta. Anche se i timori sono altri. “Nell'aria aleggia la minaccia della speculazione, come dimostrato dai recenti annunci di vendita diffusi da noti siti immobiliari”, continuano le portavoce della Casa delle donne, che temono un colpo di mano da parte di società che puntano alla speculazione immobiliare nel quartiere Tuscolano. “Ci auguriamo – proseguono – che questa sia l'occasione per scoprire che le istituzioni possono ancora trasformare la visione politica, almeno quel poco che ne rimane, in azioni concrete, mostrando alla città che la governance può ancora porre un freno all'onnipotenza del libero mercato".

Un segnale di speranza dalla comunità. "L'immobile dove vive Lucha va all'asta, ma la comunità che la anima è enorme, creativa, libera, forte e bella. Che sia molto chiaro a chi pensa di presentarsi all'asta: siamo qui, Lucha è già di tutte" hanno concluso.