Venerdì 4 Ottobre 2024

‘Corso gender’ a Roma Tre, dopo le polemiche parla il rettore: “E’ una caccia alle streghe”

“Si tratta di un incontro di ricerca, non è aperto al pubblico e non è stato finanziato”, specifica Massimiliano Fiorucci. Gasparri: “Il gender è contro natura, iniziativa non etica”. Rampelli: “Follia ideologica inaccettabile”. E la ministra Bernini chiede una verifica

Rettore Roma Tre, su corso gender è caccia alle streghe

Il rettore dell’Università di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci

Roma, 25 settembre 2024 – Piovono critiche sull’Università di Roma Tre, accusata di aver organizzato un “corso gender” per bambini, e a tentare di placare le acque è il rettore Massimiliano Fiorucci. “In questi giorni si è innescata una polemica strumentale e disinformata sull'iniziativa – spiega – che si terrà sabato 28 settembre al Dipartimento di Scienze della Formazione”.

Innanzitutto, non è un corso. “Si tratta di un incontro di ricerca finalizzato ad acquisire direttamente dalla voce dei minori con identità di genere non normativa, le loro valutazioni sul fenomeno e il loro vissuto – mette in chiaro Fiorucci – Non si tratta di un laboratorio aperto al pubblico ma di una sessione di ricerca”. L’obiettivo finale sarebbe dunque quello di “comprendere meglio il vissuto emotivo” dei bambini e ragazzi con identità non binaria e trans, “e come si relazionano nel contesto familiare e scolastico”. Per il rettore, le polemiche non hanno senso, ma anzi vanno a creare un clima “da caccia alle streghe”.

Quella di Roma Tre è in realtà una ricerca innovativa, in quanto gli studi del genere si concentrano solitamente loro salute mentale, tralasciando il contesto sociale in cui vivono le persone non binarie vivono. 

Tra le prime voci di protesta contro l’iniziativa ci sono state quelle del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e del deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. “Apprendo con sconcerto dell'iniziativa dell'Università Roma Tre 'Bambin* trans e gender creative' – la condanna del primo –  un laboratorio supportato dal Comitato etico dell'Università e finanziato con soldi pubblici. Ma cosa c'è di etico nel coinvolgere bambini di 5 o 6 anni in una folle iniziativa che sembra indottrinare al cambio di sesso dei minori?”. Il rettore Fiorucci ha poi specificato che l’iniziativa non è stata finanziata con denaro pubblico. “La teoria gender è contro la natura umana e noi continueremo a batterci contro gli aberranti tentativi di indottrinamento ideologico nei più giovani”, ha concluso Gasparri. 

“Coinvolgere i bambini di cinque anni è inaccettabile. Il laboratorio 'Bambin* trans e gender creative' è un colpo ferale alla libertà dei minori di crescere senza condizionamenti né coercizioni indotte – le parole di Rampelli – Siamo alla follia ideologica, la nostra condanna è totale e assoluta”. A seguito delle polemiche, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha chiesto una verifica.