Martedì 23 Aprile 2024

Roma, importavano cocaina dal Perù: 15 narcotrafficanti in manette

Il gruppo criminale, composto soprattutto da sudamericani, importava droga dall’America Latina per venderla in Italia. Le indagini sono iniziate quando la polizia cilena ha bloccato una donna corriere

Carabinieri

Carabinieri

Roma, 22 giugno 2021 - I carabinieri di Roma hanno smantellato un gruppo criminale, composto principalmente da sudamericani, che importava cocaina dal Perù per rivenderla in Italia. Quindici persone sono finite in carcere su disposizione emessa dal gip di Roma perché ritenute responsabili a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con l'aggravante della transnazionalità, cessione e detenzione ai fini di spaccio.

Le indagini

Le indagini hanno preso il via dalla segnalazione da parte della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga dell’arresto in Cile di una donna poco più che ventenne, bloccata mentre stava trasportando circa 10 chili di cocaina. Gli investigatori locali hanno scoperto che la donna corriere avrebbe dovuto portare il carico su un volo di linea diretto in Italia.

I Carabinieri si sono messi sulle tracce del destinatario della droga, e lo hanno individuato in un uomo di nazionalità cilena residente nella Capitale e ritenuto il referente di un gruppo criminale specializzato nel traffico di cocaina.

Il gruppo criminale

Il sodalizio di malviventi era composto perlopiù da cittadini sudamericani e aveva contatti con un cartello di narcos del Perù per far arrivare in Italia attraverso corrieri dell’organizzazione le partite di droga ordinate attraverso telefono cellulari intestati a soggetti fittizi. 

La cocaina veniva poi rivenduta dai quindici arrestati “all’ingrosso” sul territorio italiano, in particolare nelle Province di Roma, Milano e Viterbo, ma anche con cessioni “al dettaglio” nei quartieri Alessandrino e Centocelle di Roma dopo accordi presi telefonicamente con i clienti, utilizzando espressioni in codice: ad esempio la cocaina veniva chiamata “panino”.

Le donne dell'organizzazione

Ad essere incaricate del delicato e rischioso compito del trasporto della droga erano perlopiù donne corriere che nascondevano la droga in bottiglie di bevande e di prodotti fito-terapici, oppure all'interno di ovuli ingeriti prima di salire a bordo di aerei di linea delle tratte Santiago del Cile - Lima - Roma.

Nell'ambito delle indagini è stato accertato il pieno coinvolgimento di diverse donne sudamericane, che collaboravano con i vertici dell'organizzazione criminale per la preparazione della documentazione amministrativa di soggiorno o per motivi di turismo, necessaria ai corrieri per entrare in Italia e superare i controlli alla frontiera. Si occupavano inoltre di individuare gli hotel dove accogliere i corrieri per consentirgli l'espulsione degli ovuli di cocaina e per la custodia del denaro provento dell'attività illecita che, in parte, inviavano nel loro paese di origine attraverso operazioni di money transfer