Roma, sgomberato stabile occupato: due identificati

Intervento delle forze dell’ordine in una struttura di via Costi, già sgomberata nel 2018. Medici Senza Frontiere: “Fallimento delle politiche di accoglienza, mancano percorsi di inclusione”

Due stranieri sono stati portati in Questura per l'identificazione

Due stranieri sono stati portati in Questura per l'identificazione

Roma, 10 maggio 2021 – Le forze dell’ordine, questa mattina, hanno sgomberato lo stabile occupato di via Raffaele Costi, in zona Tor Cervara, a Roma. La struttura era già stata sgomberata nel 2018 e poi rioccupata.

Secondo quanto si apprende, l’intervento è scattato per mettere in sicurezza lo stabile. Due persone, entrambe straniere, sono state infine portate negli uffici della Questura di via Patini per l’identificazione.

Zuccaro: “È il fallimento delle politiche migratorie”

Nel corso della mattinata, sullo sgombero è intervenuta anche Francesca Zuccaro, capo progetto di Medici Senza Frontiere a Roma: “L'esistenza dell'insediamento di via Costi è la prova del fallimento delle politiche migratorie e di accoglienza”.

“I suoi abitanti – ha ricordato – provengono in massima parte da sgomberi fatti senza soluzione alternativa negli anni precedenti, come ex Penicillina e via Vannina. Lo stabile di via Costi è stato sgomberato nel 2018 e poi un mese fa, in seguito alla morte di un giovane uomo”.

Zuccaro ha poi aggiunto: “Oggi, ancora una volta, la maggior parte delle persone sgomberate dallo stabile andranno altrove, in altri insediamenti con condizioni abitative e igienico sanitarie altrettanto inumane, sempre più lontani dai servizi essenziali ai quali hanno diritto, incluso quello all'assistenza sanitaria. In questo modo si perpetua una situazione di emergenza sociale aggravata, in questo particolare momento storico, dalla pandemia”.

“Assistite più di 60 persone in pochi mesi”

“Nei mesi passati e fino ad oggi sono state più di 60 le persone – ha sottolineato – che il team MSF ha incontrato presso lo stabile, orientando e accompagnando ai servizi sanitari persone con condizioni mediche anche complesse e croniche, riferendo agli sportelli socio-legali persone intrappolate in un limbo giuridico, richiedendo alle istituzioni un'accoglienza stabile per persone anche vulnerabili”.

“Non tutte purtroppo sono state inserite in percorsi di accoglienza – ha concluso –. La mancanza di percorsi di inclusione e accoglienza resta un problema strutturale e politico nella città di Roma. È ora che le istituzioni agiscano con politiche di accoglienza efficaci e lungimiranti”.