Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, omofobia: “Siete malati”, offese contro ragazzo gay su un tram

L’aggressione verbale è testimoniata anche da un video. Il portavoce del Partito Gay: “Solidarietà, ma servono altri cambiamenti alla legge Zan per tutelare la comunità Lgbt”

Una manifestazione per i diritti Lgbt

Una manifestazione per i diritti Lgbt

Roma, 4 giugno 2021 - Un nuovo caso di omofobia, a Roma, questa volta non sfociato in un’aggressione fisica, ma ugualmente doloroso per chi l’ha subito. È accaduto sul tram 3, che percorre le vie centrali della Capitale. Una persona è stata insultata con parole pesanti e volgari perché omosessuale.

Le offese sono testimoniate anche da un video, nel quali si sente dire “malati”, riferito ai gay. A denunciarlo Fabrizio Marrazzo, portavoce del “Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale”, che non ha fatto mancare il sostegno al ragazzo vittima di omofobia.

Partito Gay: “Cambiare legge Zan, servono più tutele per comunità Lgbt”

“Nel video vediamo purtroppo quello che molte persone Lgbt subiscono solo per il fatto di uscire di casa, come le associazioni denunciano quotidianamente: questa aggressione è avvenuta in pieno giorno ed in centro, immaginate cosa accade in luoghi isolati e periferici”, spiega Marrazzo.

Il quale chiede più tutele per la comunità Lgbt, secondo il Partito Gay ancora non tutelata a pieno dalla legge contro l'omotransfobia approvata alla Camera dei deputati: “Il Ddl Zan non è sufficiente, infatti se vediamo cosa afferma l'omofobo sul tram, si basa su pregiudizi che la legge non va a sanzionare”. 

Infatti, spiega Marrazzo, “l'art.4 consente di chiamarci ‘malati ed inferiori’, e con l'art.7 viene di fatto proibito qualsiasi corso nelle scuole contro le discriminazioni verso le persone Lgbt, quindi - sostiene il portavoce del Partito Gay - non aiuta a combattere i pregiudizi, anzi tutela gli omofobi che li alimentano, comportando paradossalmente l'aumento di episodi come questi, che sono solo il passo successivo di chi potrà liberamente definirci malati”, conclude Marrazzo.