Venerdì 19 Aprile 2024

Omicidio a Soriano nel Cimino, arrestata la cognata del 57enne ucciso a colpi di pistola

La 48enne sarebbe la mandante del commando che ha freddato il 57enne Salvatore Bramucci, morto il 7 agosto nel Viterbese. In carcere anche i due presunti killer, fermati un mese fa a Roma

Roma, 23 ottobre 2022 – È stata arrestata la cognata di Salvatore Bramucci, il 57enne originario di Civitavecchia ucciso da un commando armato nelle campagne di Soriano nel Cimino, nel Viterbese. La 48enne, raggiunta ieri da un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario, sarebbe la sorella della moglie di Bramucci, assassinato con diversi colpi di arma da fuoco lo scorso 7 agosto. Anche il compagno della donna sarebbe indagato e già sottoposto al test del Dna.

Salvatore Bramucci, il 57enne ucciso a Soriano nel Cimino
Salvatore Bramucci, il 57enne ucciso a Soriano nel Cimino

L’omicidio: cosa è successo il 7 agosto

Salvatore Bramucci era appena uscito dalla sua abitazione per raggiungere il suo canile, quando è stato bloccato mentre si trovava alla guida della sua Chevrolet e assassinato con diversi colpi di arma da fuoco. La procura di Viterbo ritiene che l'omicidio sia stato il frutto di un agguato organizzato in ogni minimo dettaglio, preceduto anche da sopralluoghi.

Secondo gli inquirenti, tre persone a bordo di due macchine – una delle quali risultata rubata alcuni mesi prima – hanno raggiunto la località rurale di Acquafredda-Basso della Campana, dove avrebbero atteso l'uscita di Bramucci e gli avrebbero bloccato la strada esplodendo sei colpi di arma da fuoco: i proiettili lo hanno colpito alla testa e alla parte superiore del corpo, provocandone la morte immediata.

Arrestati i presunti killer

Lo scorso 13 settembre, era stata data esecuzione ad un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due italiani, residenti nella periferia est della Capitale. Il provvedimento è tuttora in essere e, per uno di loro, è stato confermato anche dal tribunale per il riesame di Roma. Secondo l'accusa, il "gruppo di fuoco" si sarebbe mosso sulla base di precise indicazioni fornite da una donna – presumibilmente la cognata della vittima – che avrebbe preso parte alla pianificazione del delitto fin dall'inizio della sua ideazione. La cognata è stata arrestata e portata nel carcere di Rebibbia.