Mercoledì 24 Aprile 2024

Omicidio Willy, il sindaco di Paliano: "Saremo testimoni della sua eredità morale"

Dopo la sentenza sull'uccisione di Willy Monteiro Duarte, il primo cittadino Domenico Alfieri spezzail silenzio della comunità. La sorella: "Tutti ti vedono come un eroe"

Frosinone, 5 luglio 2022 – “Tutti noi abbiamo chiesto giustizia per Willy e la sua famiglia, ma non può essere lasentenza di un tribunale a chiudere la questione. L'unico modo che abbiamo per rendere giustizia a Willy è farci testimoni della sua memoria e della sua eredità morale, mettendo in pratica ogni giorno il suo insegnamento”. A rompere il silenzio composto della famiglia Monteiro Duarte è Domenico Alfieri, il sindaco di Paliano, piccolo Comune di sole 8mila anime a metà strada tra Frosinone e Roma, dove Willy ha vissuto e dove la famiglia cerca di andare avanti, lontani dai riflettori e da un clamore mediatico che spaventa.

È stanca la comunità di Paliano, la condanna arrivata ieri in Corte d’Assise ai quattro ragazzi accusati di omicidio volontario – ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 23 anni di carcere per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli non riesce a scalzare il dolore e quella sensazione di profonda ingiustizia nei confronti di una vita spezzata, di un ragazzo “generoso e gentile” ucciso a soli 21 anni.

Sommmario:

Fiaccolata per Willy Monteiro Duarte
Fiaccolata per Willy Monteiro Duarte

La condanna

Non sono stati i giudici a deludere che, anzi, hanno accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Giovanni Taglialatela, senza cedere alle continue invocazioni di innocenza da parte dei fratelli Bianchi, che nel pestaggio fatale avrebbero avuto un ruolo di rilievo. Ieri è anche circolata una lettera che Marco ha scritto alla mamma di Willy per professare la loro innocenza. “È quello che speravamo”, è stato il primo commenta di Tagliatela subito dopo la lettura della sentenza in aula, consapevole che “il fatto aveva un contesto e delle sfumature che potevano dare adito a una diversa valutazione”. Ma così non è stato. I giudici hanno letto e riletto le carte, analizzato ogni minimo dettaglio e ricostruito quella notte da incubo, quando i quattro condannati hanno inferto calci e pugni sul corpo inerme di Willy Monteiro Duarte, morto dopo l’ormai tristemente famoso “pestaggio di Colleferro”. Era il 6 settembre 2020.

La sorella: “Tutti ti vedono come un eroe”

Sto iniziando a rendermi conto solo ora che tu, fratello mio non ci sei più. Ora, fratellone, dovrò cavarmela da sola, ora potrò solamente seguire il tuo esempio e cercare di andare avanti”. Sono alcuni frammenti delle riflessioni che la sorella di Willy, Milena, ha affidato ai social.

“Tutti ti vedono come un eroe, tutti ti ammirano, ti ringraziano per il tuo gesto. Un gesto che in pochi, pochissimi avrebbero fatto, un gesto che ti è costato la vita. Chissà che sarebbe successo se ti fossi girato dall'altra parte, chissà se sarebbe morto qualcun altro al tuo posto. Saresti ancora qui con me, a rompermi le scatole, a progettare il tuo futuro, a lavorare sodo per realizzare i tuoi sogni.

Willy Monteiro Duarte
Willy Monteiro Duarte

Spero che il tuo sacrificio serva a far capire che con la violenza non si risolve nulla, serve solo a farci rimanere in un mondo che non si evolverà mai", si è chiesta Milena tante e tante volte in questi due difficili anni. Anni di attesa di una sentenza arrivata ieri, anni di ricostruzione di una famiglia distrutta dalla morte e dal dolore.

Il sindaco: “Ragazzo generoso e ben voluto da tutti”

Non sono parole vuote quelle del sindaco Domenico Alfieri, ma frasi sentite, messe in ordine con il cuore. “Sono trascorsi quasi due anni da quella tragica notte del 6 settembre 2020, in cui il nostro Willy, 21 anni non ancora compiuti, perdeva la vita in un pestaggio . La sua unica colpa, quella di aver deciso di difendere un amico da un’aggressione”.

Frammenti di memoria si rincorrono nella mente. “Il ricordo della sensazione di impotenza e smarrimento, non appena ricevuta la notizia, e del dolore dei giorni e dei mesi seguenti, è impossibile da dimenticare: nessuno di noi riusciva ad accettare come un ragazzo così gentile, generoso e ben voluto da tutti, potesse essere stato strappato all’affetto della sua famiglia e dei suoi cari in una maniera tanto ignobile. Non c’erano allora, e non ci sono ancora oggi, parole adeguate per cercare di comprendere o spiegare un simile dramma”, racconta il primo cittadino a nome di tutta la comunità che amministra.

Una comunità spezzata

L’omicidio di Willy ha sconvolto il paese, gli amici e gli ex compagni di scuola del cuoco italo-capoverdiano erano scesi in piazza e sono stati vicini al ricordo del loro amico. Tanto che Samuele Cenciarelli, l’amico che Willy ha cercato di proteggere durante una lite, poi degenerata in pestaggio all’arrivo dei fratelli Bianchi, è stato un testimone chiave nel processo che si è concluso ieri con la condanna. “Willy è stato un esempio di coraggio e amicizia. Mi ha salvato la vita. Non deve essere dimenticato il suo gesto in favore di un amico”, ha detto ieri in aula Samuele.

“La morte di Willy ha colpito nel profondo la nostra comunità e l’Italia intera – continua Alfieri – costringendo tutti noi a interrogarci rispetto a quello che vogliamo sia il nostro futuro, il mondo in cui vivere e consegnare alle generazioni che verranno”.

Tante le domande sul senso della vita e su come costruire un futuro a misura di persona, lasciando fuori la violenza. “Una domanda a cui lo stesso Willy ci ha fornito una chiara risposta, col suo esempio: non possiamo cedere di fronte alla violenza e all’intolleranza, ma dobbiamo coltivare in maniera attiva una cultura di pace, rispetto e altruismo”.

Giustizia è fatta?

“In questi anni tutti noi abbiamo chiesto giustizia per Willy e la sua famiglia – mamma Lucia, papà Armando e sua sorella Milena – ma non può essere la sentenza di un tribunale a confinare nel passato quanto accaduto, rasserenare le nostre coscienze e sollevarci dalle nostre responsabilità quotidiane”, sottolinea il sindaco di Pialiano. “L'unico modo che abbiamo per rendere giustizia a Willy è farci testimoni della sua memoria e della sua eredità morale, mettendo in pratica ogni giorno il suo insegnamento”, conclude.