Omicidio Fabrizio Piscitelli "Diabolik", la sorella: “Matrice mafiosa, mai avuto dubbi”

Angela Piscitelli, sorella di Fabrizio, noto negli ambienti del tifo biancoceleste con il soprannome di Diabolik, all'indomani dell'arresto del killer

I funerali in forma privata di Fabrizio Piscitelli noto come Diabolik

I funerali in forma privata di Fabrizio Piscitelli noto come Diabolik

Roma, 18 dicembre 2021 - L’assassinio nel 2019, Fabrizio Piscitelli fu ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto 2019 su una panchina del parco degli Acquedotti, nel quartiere romano Tuscolano. A due anni e mezzo dall’omicidio l’arresto del presunto killer. Alle parole a caldo dei genitori della vittima: "Siamo sicuri che tutto quello che c'è dietro l'omicidio di Fabrizio verrà alla luce", si aggiungono oggi 18 dicembre quelle della sorella, Angela Piscitelli.

''Non avevo dubbi che venisse confermata la matrice mafiosa come il procuratore Prestipino sin dall'inizio aveva prospettato. In questo lungo tempo non sono mancati momenti di sconforto ma devo dire che la fiducia negli inquirenti, nella loro determinazione e tenacia mi hanno sempre risollevato. Credo che questa sia una risposta importante non solo per noi ma per tutti i cittadini di Roma'', così Angela, sorella di Fabrizio Piscitelli, meglio conosciuto negli ambienti del tifo biancoceleste con il soprannome di Diabolik, all'indomani dell'arresto di Raul Esteban Calderon, il 52enne argentino considerato l'esecutore materiale del delitto. I magistrati dell'antimafia della Procura di Roma, che hanno coordinato le indagini di polizia e carabinieri, lo hanno fermato il 13 dicembre scorso. È Calderon secondo i magistrati di piazzale Clodio l'autore materiale del raid di morte.

Angela, in questi due anni e mezzo, insieme ai genitori, si è sempre battuta perché si arrivasse alla risoluzione del delitto. ''Sono consapevole che questo è il primo passo che dovrà portare poi all'individuazione dei mandanti - aggiunge la sorella di Fabrizio –. Da oggi comincia una nuova speranza per il completo trionfo della giustizia. Noi come sempre abbiamo dichiarato auspichiamo che la pena sia commisurata alla gravità del fatto e mi piacerebbe aggiungere all'immensità del nostro dolore''. ''Non posso fare altro che dire grazie alla procura, alla squadra mobile e ai carabinieri per questo tanto atteso risultato - conclude - Un ringraziamento va anche a quei pochi giornalisti che hanno mostrato professionalità nel considerare mio fratello vittima di omicidio e che si sono adoperati nella ricerca della verità su questo crimine''.