Roma, 14 settembre 2022 – Chiuse le indagini sull’omicidio Diabolik, il presunto killer dell’ultras della Lazio potrebbe essere rinviato a giudizio anche per la morte di Shehaj Selavdi, l’albanese ucciso sulla spiaggia a Torvaianica. A rischiare il processo per l'omicidio del leader ultras degli Irriducibili è Raul Esteban Calderon, l'argentino arrestato lo scorso dicembre con l'accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Omicidio che, secondo la procura di Roma, sarebbe avvenuto insieme a sue complici: Enrico Bennato e Giuseppe Molisso.
Calderon è accusato di essere l'esecutore materiale dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto negli ambienti degli Ultras come Diabolik, ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma. E ora, alla chiusura dell’inchiesta – condotta dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò – rischia il giudizio anche per la morte dell'albanese Shehaj Selavdi, detto Passerotto.
Il caso Selavdi: cosa è emerso
Con il 415 bis, avviso che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, la procura contesta l'omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso sia all'argentino Calderon che a Enrico Bennato. Per questo omicidio è stato notificato il 415bis anche a Giuseppe Molisso. I tre sono accusati di essere gli organizzatori ed esecutori dell'omicidio di Shehay Selavdi. Le indagini hanno riguardato anche Guido Cianfrocca, depositario di armi da fuoco per conto di Giuseppe Molisso e Luca De Rosa, a quest'ultimo è stata mossa l'accusa di ricettazione per la moto utilizzata per l'omicidio Selavdi.
In questo caso, a condurre le indagini, sempre sotto il coordinamento dei magistrati della Dda, erano stati i carabinieri di Frascati, i cui risultati avevano portato a una ''convergenza'' con le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Roma.