Omicidi Prati, l'orrore ripreso dal killer col cellulare: "Filmarsi attiva l'eccitazione"

Due i filmati trovati nel telefonino di Giandavide De Pau. Secondo gli psichiatri, si tratterebbe di "atto demoniaco" e “erotizzazione della morte"

L'arresto di Giandavide De Pau

L'arresto di Giandavide De Pau

Roma, 24 novembre 2022 – Ha ripreso col telefonino la mattanza delle due donne cinesi, il killer di Prati ha filmato tutto con il suo cellulare: l’orrore, i fiotti di sangue e le urla delle due vittime di una violenza senza pari. L’abominio restituito in immagini frammentate e nelle voci terrorizzate di quelle scene immortalate nell’appartamento di via Roboty a Roma.

Mentre gli inquirenti indagano sull’ipotesi che gli omicidi siano stati premeditati da Giandavide De Pau – l’uomo arrestato con l'accusa di omicidio plurimo aggravato per le tre prostitute uccise il 17 novembre – gli psichiatri riflettono su quell’atroce voglia di filmare scene tanto raccapriccianti. “L'essere ripresi attiva l'eccitamento, soddisfa il sadismo e anche quella parte inconscia che vuole essere fermata da qualcun altro”, spiega la psichiatra Adelia Lucattini della Società psicoanalitica italiana, commentando gli ultimi dettagli emersi dall'ordinanza con cui il gip ha motivato la detenzione in carcere

Erotizzazione della morte”

Siamo nel campo del narcisismo patologico, della sociopatia e dell'erotizzazione della morte, dove la trasgressione non basta più – continua la psichiatra – e si arriva ad una perversione estrema. In questo caso il video rappresenta l'eccitamento sull'eccitamento, riguardarlo permette all'autore di eccitarsi ancora”. De Pau ha ripreso con il proprio cellulare le fasi più cruente dell'omicidio delle due donne cinesi nell'appartamento di via Riboty. Le persone filmano per trattenere nella memoria ciò che accade nel momento in cui l'atto è compiuto, per consegnare alla memoria digitale il ricordo di quanto è successo.

I video: “Atto demoniaco”

Nel cellulare ritrovato sulla scena del delitto sono stati rintracciati due video in cui si possono ripercorrere alcuni momenti della vicenda tra immagini e audio. "Moltissimi serial killer riferiscono che il loro piacere è determinato dal vedere il momento del trapasso provocato dalle loro stesse mani”, conferma lo psichiatra Carlo Melodia, presidente dell'Associazione Viaggi Junghiani Analitici di Padova. “C'è l'affermazione – continua – della propria illusoria onnipotenza nel togliere la vita a qualcuno, come sostituirsi a Dio, è un atto demoniaco. Immortalare questo momento, rappresenta una delle tante forme di pervertimento del mondo dell'immagine diffusa a tutti i costi. Una perversione della comunicazione attraverso le immagini, 'dell'io mi filmo mentre' è l'apoteosi di questo tema", aggiunge Melodia.

Adelia Lucattini "intravede nel tentativo dell'uomo di filmarsi anche il bisogno di essere fermato, ma l'aspetto terribile della vicenda – tiene a sottolineare – è che le vittime non hanno fatto nulla per essere uccise. L'omicida ha preso un appuntamento e le ha scelte. Le vittime non potevano saperlo prima". Invece, "da quanto sappiamo, il killer potrebbe essere stato sotto l'effetto di sostanze – prosegue la psichiatra – e un eccitamento da sostanze psicostimolanti spesso provoca comportamenti disorganizzati, anche occasionali e non necessariamente abituali".