Neonato morto soffocato a Roma dopo che la mamma lo ha allattato. Il papà: "Lasciata sola"

La moglie ha trascorso 17 ore di travaglio prima di partorire all'ospedale Pertini, il piccolo di soli tre giorni è rimasto schiacciato dal corpo della donna. Fra 60 giorni i risultati dell'autopsia

Ambulanze davanti all'ospedale romano Sandro Pertini

Ambulanze davanti all'ospedale romano Sandro Pertini

Roma, 23 gennaio 2023 - La neomamma si è addormentata mentre stava allattando il piccolo che è rimasto soffocato dal corpo della donna. Teatro della drammatica vicenda il reparto di ginecologia dell'ospedale romano Pertini, nella notte tra il 7 e l'8 gennaio. Sul caso la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo.

Cosa è successo? Si sarebbe potuto evitare? Le domande a cui cercanno di dare risposte le indagini. A parlare, intanto,  è il papà del piccolo. "Era sfinita. Ma le hanno subito portato il piccolo per l'allattamento. Ma lei non si reggeva in piedi", racconta l'uomo a Il Messaggero ricostruendo le ore che hanno preceduto la tragedia. 

Diciassette ore di travaglio, poi il rooming-in

La moglie, a cui si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha trascorso 17 ore di travaglio prima di partorire, poi il rooming in, vale a dire la possibilità che dopo il parto il neonato stia nella stanza della mamma. "Hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi", ribadisce il neopapà. 

La donna avrebbe chiesto di portare il neonato al nido per poter riposare qualche ora, ma non le sarebbe stato concesso. All’1,40 di notte è stato dichiarato il decesso del piccolo."Molte donne sono lasciate sole nei reparti. Anche a causa delle restrizioni anti-Covid. Che impediscono ai familiari di aiutare le neo-mamme. I protocolli andrebbero rivisti. Se non è capitato ad altri è solo perché sono stati fortunati", sottolinea l'uomo. 

La polizia ha sequestrato le cartelle cliniche. I pm hanno disposto l'autopsia. Gli investigatori dovranno accertare perché il neonato sia rimasto schiacciato dalla mamma senza che nessuno se ne accorgesse. 

Roma, neonato morto soffocato al Pertini: a dare l'allarme la compagna di stanza

Fra 60 giorni i risultati dell'autopsia  

Si conosceranno fra 60 giorni i risultati dell'autopsia sul corpo del neonato morto nel letto della mamma. Il bimbo sarebbe morto schiacciato dalla madre che si era addormentata durante l'allattamento. La Procura di  Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Gli inquirenti hanno acquisito anche la cartella clinica della donna e altri documenti. Il ministero della Salute ha chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio sul decesso del neonato. 

Asl Roma 2: attivato un audit clinico 

Sul caso l'Asl Roma 2 ha attivato, come da prassi, "un Audit clinico per verificare la correttezza e l'aderenza alle best practice e l'appropriatezza delle procedure, ed ha consegnato alla magistratura tutta la documentazione in possesso al fine di consentire uno svolgimento delle indagini che conduca, il più rapidamente possibile, a ricostruire la dinamica degli avvenimenti e ad accertare eventuali responsabilità".

La pratica del rooming-in

Nella nota dell' Asl si afferma che il Pertini "è punto di riferimento per la città di Roma e in particolare la ginecologia e l'ostetricia garantiscono un'assistenza di qualità alle donne nel percorso della gravidanza, raggiungendo nel 2022 un totale di 916 parti effettuati con un trend in crescita rispetto agli anni precedenti. La pratica del rooming-in è ormai consolidata nel contesto nazionale ed internazionale per sostenere il contatto tra neonato e mamma, sin dalle prime ore dopo la nascita. Infatti l'Oms e l'Unicef promuovono questo modello organizzativo, che permette al piccolo e alla neomamma di condividere la stanza 24 ore su 24. Per questo motivo il rooming-in viene attuato anche nell'ospedale Pertini, dove tutte le puerpere vengono informate dei rischi connessi alla gestione del bambino, venendo peraltro edotte, anche con la sottoscrizione di un modulo, sulle azioni da effettuare per evitare il verificarsi di eventi avversi".

Con riferimento alle affermazioni riportate dai giornali "probabilmente dettate dalla condizione emotiva dei familiari, che le madri non siano seguite adeguatamente, la Direzione Strategica respinge in maniera categorica questa rappresentazione in quanto non vi sono carenze di personale in servizio. Alle pazienti viene assicurata un'adeguata presa in carico ed il rispetto dei requisiti organizzativi previsti dalla normativa vigente, che determina, peraltro, un alto livello di soddisfazione da parte dell'utenza così come testimoniato dall'incremento dei volumi di attività", conclude la nota.