Neonato morto all'ospedale Pertini a Roma, la mamma: "Ho chiesto aiuto, mi hanno ignorata"

Il bimbo nato sano pesava quasi 3 chili e 400 grammi. Le indagini della magistratura dovranno stabillire se vi siano state delle negligenze. Intanto il ministero della Salute chiede una relazione dettagliata

L'ingresso dell'Ospedale Pertini di Roma

L'ingresso dell'Ospedale Pertini di Roma

Roma, 24 gennaio 2023 - Serviranno 60 giorni per avere i risultati dell'autopsia del neonato di tre giorni morto all'ospedale Pertini di Roma. E' sucesso nella notte fra il 7 e l’8 gennaio scorsi: la mamma si era addormenta mentre lo allattava e il piccolo è morto soffocato. Intanto proseguono le indagini, per ora c'è soltanto una certezza: la neomamma è risultata negativa a tutti i test tossicologici e quindi è stata accantonata l'ipotesi che quella notte avesse assunto dei farmaci o altre sostanze. Gli inquirenti hanno acquisito tutta una serie di documenti in ospedale, compresa la cartella clinica della donna per accertare, tra l'altro, se avesse preso il piccolo in braccio nel tardo pomeriggio e perchè sia rimasta con il neonato fino a sera, quando l'infermiera in servizio si è accorta della disgrazia. In sostanza i magistrati devono chiarire se si siano violati i protocolli e se vi siano state nelle negligenze. Al momento il fascicolo d'indagine per omicidio colposo aperto dai Pm romani rimane contro ignoti. Del caso si sta occupando anche il ministero della Salute che ha chiesto alla Regione Lazio una relazione dettagliata in merito ai fatti del Pertini. 

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La versione della mamma

La mamma, 29 anni di Palombara Sabina, condivideva la stanza con altre tre puerpere nel reparto di Ostetricia e Ginecologia ed è stata dimessa. Oggi racconta in un’intervista al Corriere della Sera di aver chiesto spesso aiuto al personale: "Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto, dopo 17 ore di travaglio, il 5 gennaio. Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io".  Dopo il parto, per due notti "sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me - spiega la donna -. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, mi è sempre stato tuttavia risposto che non era possibile portarlo nella nursery". E lo stesso ha fatto la notte di sabato. "Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. “Non è possibile”, mi è stato risposto ancora una volta". 

Il bimbo nato sano

La donna e il papà del piccolo si sono affidati ai legali Alessandro Palombi e Michela Tocci. E spiega  di non aver ancora compreso come è morto suo figlio: "È nato sano, quasi tre chili e 400 grammi. Ero felice, era accanto a me. Poi mi sono risvegliata e lui non c’era più".

Non ricorda niente di quei momenti. "Non capisco come sia potuta succedere una cosa del genere: ho chiesto aiuto per tre notti di seguito al personale del reparto in cui ero stata ricoverata (Ostetricia e ginecologia, ndr), non mi hanno ascoltato. Due giorni dopo, il 10 gennaio, ho firmato le dimissioni e sono tornata a casa. Adesso pretendo giustizia".