Museo Ebraico, al via al Ghetto la mostra "1849-1871. Tra segregazione ed emancipazione"

Il Rabbino: "L'800 è il secolo in cui in tante nazioni europee si aprono le porte del ghetto e gli ebrei acquistano pari dignità e diritti al pari degli altri cittadini”

Inaugurazione al Ghetto della mostra sugli Ebrei di  Roma

Inaugurazione al Ghetto della mostra sugli Ebrei di Roma

Roma, 9 novembre 2021 - Al Ghetto debutta domani 10 novembre 2021 (e rimarrà visitabile fino al prossimo 22 maggio), la mostra "1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione" promossa dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Fondazione per il Mueso Ebraico. L'esposizione, al Museo ebraico di Roma, curata da Francesco Leone e Giorgia Calo, attinge dai prestiti dei più importanti musei italiani del Risorgimento e di collezioni private, lo scopo è quello di far conoscere e raccontare l'impegno degli ebrei nel periodo del Risorgimento. Prima di tale periodo storico gli ebrei erano considerati del tutto estranei ai valori nazionali e per questo esclusi dalla società e dal servizio militare. Solo con l'annessione di Roma al Regno d'Italia, la comunità romana conquistò i propri diritti.

"L'800 è il secolo in cui in tante nazioni europee si aprono le porte del ghetto e gli ebrei acquistano pari dignità e diritti al pari degli altri cittadini - ha spiegato il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, alla presentazione - Le idee rivoluzionarie erano il terreno ideale in cui si identificavano, questo spiega perché gli ebrei italiani abbracciarono con entusiasmo la causa, perché nel Risorgimento vedevano la chiave per ottenere la parità dei diritti. A Roma bisognò attendere la caduta del dominio papale e l'arrivo dell'esercito italiano nel 1870".

Così le grandi figure patriottiche del Risorgimento intrecciarono le loro vicende personali e politiche con il mondo ebraico, trovando anche il sostegno di coloro che combatterono in prima linea in nome della futura patria. In questo periodo si affermano anche i pittori - soldato - ebrei, ai quali la mostra dedica un'apposita sezione. E' nel periodo dell'emancipazione che gli artisti ebrei si uniscono all'avanguardia culturale della nuova Italia rappresentata dai Macchiaioli, movimento toscano legato agli ideali del Risorgimento. Il percorso espositivo mostra le opere di Raffaele Pontremoli, Alberto Issel e Vito D'Ancona, Serafino De Tivoli, questi ultimi combatterono come volontari a fianco di Giuseppe Garibaldi.

"Gli ebrei a Roma, benché segregati e reclusi in un Ghetto per più di 300 anni, combattono e scendono in campo, ma soprattutto comprendono che non ci può essere Italia senza Roma - ha ricordato la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello - e fanno di questo un monito e una missione". La mostra che rimarrà aperta al pubblico fino al 27 maggio 2022 è stata realizzata in collaborazione con il Dipartimento Beni e Attività culturali della Comunità ebraica di Roma e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, con il supporto di Acea Spa, della David Berg Foundation, di Ronald S. Lauder e di una fondazione filantropica internazionale.