Venerdì 19 Aprile 2024

Morto Mario Fiorentini, aveva 103 anni. Anpi: "Fu il partigiano più decorato d'Italia"

Si è spento questa notte a Roma, al suo fiancco la figlia Claudia e il nipote Suriel. Con il nome di battaglia Giovanni, fu comandante del Gap centrale di Roma

Mario Fiorentini con la moglie Luciana Ottobrini

Mario Fiorentini con la moglie Luciana Ottobrini

Roma, 9 agosto 2022 – Aveva 103 anni Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d’Italia morto questa notte a Roma. Grande protagonista della Resistenza italiana, nel 1943 formò il Gruppo d’Azione Patriottica centrale Antonio Gramsci, nella zona operativa di Roma centro, assumendo il nome di battaglia di Giovanni. Apprezzato matematico, fu per molti anni professore di geometria all'Università di Ferrara.

"Il Comandante Partigiano Mario Fiorentini non è più tra noi. Con grande dolore, informiamo che ci ha lasciati un grande uomo, un grande amico, un grande esempio. Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d'Italia, il grande matematico, è morto stanotte". Ad annunciare la sua scomparsa è la presidenza dell'Anpi provinciale di Roma.

La sua storia

Fiorentini, nome di battaglia Giovanni, partecipò a numerose azioni partigiane, tra cui l’assalto al carcere di Regina Coeli e al famoso attentato di via Rasella a Roma, dove nel ‘44 persero la vita 33 soldati tedeschi e 2 civili italiani. Iniziò a collaborare con Giustizia e Libertà e il Partito Comunista durante gli studi universitari, per poi entrare attivamente in campo con la resistenza partigiana. Il 9 settembre 1943 partecipò alla battaglia contro i tedeschi a Porta San Paolo tra le file del Partito d'Azione, in ottobre organizzò e si pose al comando del Gap di Roma centro, facente parte alla rete di resistenza comandata da Carlo Salinari.

Dopo la liberazione di Roma, a partire dal luglio del ‘44, Fiorentini fu posto al comando della missione Dingo, dell'Office of Strategic Services (Oss) e proseguì la Resistenza nel Nord Italia, in Emilia e Liguria. Nel 2013, Fiorentini raccontò la sua storia nella Resistenza nel documentario “L'uomo dai quattro nomi”, diretto da Claudio Costa.

Da agente segreto a matematico

"Non è più tra noi l'uomo che comandò il Gruppo di Azione Patriottica Antonio Gramsci, operante nel centro di Roma – ricorda l'Anpi – che durante i nove mesi di occupazione nazista della capitale sbaragliò, con le sue compagne e i suoi compagni, tre battaglioni nemici in centro e in pieno giorno, conquistando al mondo l'ammirazione per il combattente italiano e per la Resistenza antifascista italiana. L'uomo delle quattro evasioni da quattro carceri nazifasciste e,dopo la Liberazione di Roma, fu l'agente dell'Oss decorato dagli alleati”.

Dopo la Liberazione del nostro Paese, da scienziato autodidatta fu professore nei licei della periferia romana, lasciando anche li tanti ricordi della sua potente e straordinaria umanità, e quindi professore universitario, che innovò la matematica e la geometria", concludono dall’Anpi.

Al suo fianco, la partigiana Luciana Ottobrini

Nel 43’ conobbe la partigiana Luciana Ottobrini, decorata con la Medaglia d'argento al valor militare, che sposò e gli rimase accanto fino al 2015, anno in cui morì a 90 anni. "Fu sempre a fianco della sua Lucia, la valorosa partigiana che fu sua moglie, che conobbe durante la Resistenza e che restò la donna della sua vita. Alla figlia Claudia e al nipote Suriel, che gli sono stati accanto fino alla fine donandogli serenità – raccontano dalla presidenza provinciale di Roma dell'Anpi – va il nostro grande affettuoso abbraccio".