Mafia Capitale: Massimo Carminati verso i servizi sociali. Salvatore Buzzi già in carcere

La Cassazione ha confermato in via definitiva le condanne all'ex Nar, ancora in libertà in attesa che venga ricalcolata la pena, e all'imprenditore romano, già arrestato nella notte

Massimo Carminati mentre esce dal carcere di Oristano il 17 giugno 2020 (Ansa)

Massimo Carminati mentre esce dal carcere di Oristano il 17 giugno 2020 (Ansa)

Roma, 30 settembre 2022 - Salvatore Buzzi è già in carcere, mentre Massimo Carminati potrebbe essere affidato ai servizi sociali. Si sono aperte due strade diverse per i due protagonisti principali dell'operazione Mondo di Mezzo. Il pronunciamento della Cassazione nella tarda serata di ieri ha confermato, in via definitiva, le condanne ai due personaggi di spicco del processo Mafia Capitale: 12 anni e 10 mesi al ras delle cooperative romane, 10 all'ex Nar.

Buzzi nella notte è stato arrestato a Lamezia Terme, dove si trovava da alcuni giorni in una comunità, dai carabinieri del Ros in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Roma per associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di valori. Buzzi deve ancora scontare una pena residua di 7 anni e 3 mesi.

Discorso diverso, invece, per Carminati, tutt'ora in libertà in attesa che venga ricalcolata la pena che deve ancora scontare. Se la nuova pena, al netto del tempo già trascorso in carcere e di sconti per buona condotta, dovesse essere inferiore a quattro anni, scatterebbe l'affidamento ai servizi sociali da parte del tribunale di Sorveglianza. Carminati ha già scontato dietro le sbarre cinque anni. "La condotta carceraria di Carminati, così come quella successiva, è stata irreprensibile - spiegano i difensori Francesco Tagliaferri e Cesare Placanica -. Anche alla luce dei 2 anni in regime di detenzione al 41bis per un'accusa rivelatasi poi infondata, confidiamo che gli venga concesso l'affidamento in prova".

La Cassazione, intanto, ha anche dichiarato inammissibile il ricorso dell'ex Nar che voleva spostare il luogo di dimora obbligatoria dal Comune di Roma a quello di Sacrofano, dove vive la sua compagna che lui vuole assistere in quanto gravemente ammalata.

Mafia Capitale: tutte le tappe del processo

I supremi giudici della Seconda sezione penale della Cassazione, presieduti da Luciano Imperiali, hanno quindi scritto la parola fine su quanto disposto dalla Corte di Appello di Roma il 9 marzo del 2021 nel secondo processo di appello. Nel 2019 la Cassazione aveva cancellato le accuse di associazione mafiosa, derubricando l'intera vicenda ad associazione a delinquere semplice, pur riconoscendo la gravità dei fatti e i tentacoli che avvinghiavano ogni appalto. Così si è celebrato l'appello bis, con riduzione delle pene di primo grado. L'unico imputato per il quale sarà celebrato il terzo processo d'appello è Franco Panzironi, ex ad di Ama, il cui ricorso è stato accolto.

Nel secondo processo di appello i giudici di piazzale Clodio decisero complessivamente su una ventina di posizioni riconoscendo, di fatto, l'esistenza di due organizzazioni criminali distinte dedite anche alla corruzione di pubblici funzionari e amministratori locali. Nelle conclusioni il Pg del Palazzaccio è tornato sul sistema criminale al centro dell'indagine condotta dall'allora procuratore capo Giuseppe Pignatone: la pubblica amministrazione vista e utilizzata come "una mucca da mungere".

Quanto al ruolo di Carminati, il Pg ha ritenuto "congrua", così come poi riconosciuto dai giudici, la pena inflittagli considerata la "gravità della vicenda associativa accertata", consistita nell'inquinare "persistentemente e pesantemente, con metodi corruttivi persuasivi, le scelte politiche e l'agire pubblico dell'ente locale", ossia Roma capitale. Ruolo apicale anche quello svolto da Buzzi che ha contributo "nel pesante e grave inquinamento della cosa pubblica" con il "disinteresse per i controlli pubblici" e "il ribaltamento della logica del mondo delle cooperative".