Maddalena Urbani, il pusher a processo per omicidio. I periti: "Poteva essere salvata"

Il 64enne Abdulaziz Rajab, accusato di omicidio volontario con dolo insieme all'amica di Maddalena, è stato sentito oggi in aula. Secondo i consulenti del pm, se i soccorsi fossero stati allertati subito, la ragazza avrebbe potuto salvarsi dalle conseguenze dell'overdose

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Roma, 5 aprile 2022 – Maddalena Urbani, la 21enne figlia del medico eroe della Sars, poteva essere salvata se i soccorsi fossero stati allertati subito e non 17 ore dopo il malore. A stabilirlo sono stati i consulenti tecnici della Procura di Roma, sentiti oggi nel processo a carico del pusher siriano Abdulaziz Rajab, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale in concorso con Kaoula El Haouzi, amica della Urbani.

La ragazza – figlia di Carlo Urbani, il medico che per primo isolò la Sars – fu trovata morta nell'abitazione dello spacciatore, in zona Cassia, il 27 marzo del 2021. I consulenti del pubblico ministero, una tossicologa e un medico legale, hanno affermato che la giovane morì per una overdose di metadone, ma poteva essere salvata in quanto la ragazza si sentì male intorno alle ore 20 del 27 marzo e l'ambulanza venne chiamata solo alle 13 del giorno dopo, a distanza di circa 17 ore. Nel procedimento si sono costituti parte civile la madre e il fratello della Urbani, assisti dall'avvocato Giorgio Beni.