Incendio Malagotta, maxi consulenza per accettare le cause: ci vorranno dai 3 ai 6 mesi

La Procura di Roma ha affidato ai carabinieri del Noe le perizie per appurare le cause del rogo all'impianto Tmb. Si indaga sul sistema anticendio e sulle analogie con gli altri casi

Nelle immagini aeree la dispersione dei fumi tossici nell'area di Malagrotta

Nelle immagini aeree la dispersione dei fumi tossici nell'area di Malagrotta

Roma, 17 giugno 2022 – È stata affidata ai carabinieri del Noe la maxi-consulenza sull’incendio di Malagrotta. Ci vorranno dai 3 ai 6 mesi per accertare le cause del rogo che, mercoledì sera, ha distrutto il centro di trattamento dei rifiuti romano. I militari, su delega della procura di Roma, dovranno fornire risposte su cosa sia avvenuto al Tmb 2 che, due giorni fa, è stato travolto dalle fiamme.

Intanto gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, hanno messo in programma altre attività di indagine e stanno raccogliendo tutto il materiale utile per dare una risposta ai tanti interrogativi che, insieme alla diossina, aleggiano nell’aria: forse potrebbe essere stato su commissione. Al momento, in piazzale Clodio si procede l’indagine per incendio colposo contro ignoti. I magistrati non escludono alcuna ipotesi. Si procederà anche all'analisi del sistema antincendio presente a Malagrotta per verificare se ha funzionato il segnale di preallarme, di allarme e le bocchette dell'acqua.

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Il sopralluogo  del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri
Il sopralluogo del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri

Analogie con agli altri incendi? Cosa sappiamo

Nell'indagine si cercheranno eventuali analogie con gli altri incendi, avvenuti tra il 2018 e il 2019, che hanno interessato impianti Tmb a Roma, e in questo ambito le verifiche sui sistemi di videosorveglianza presenti a Malagrotta potrebbe fornire elementi utili.

Non è stato dimenticato dai pm il caso dell'altro incendio di rifiuti che riguardò l'impianto sulla Salaria. In quella vicenda, le telecamere di sicurezza individuarono un’auto dalla quale venne lanciato un oggetto poco prima dello scoppio del rogo. Ma non è stato mai possibile chiarire se effettivamente fu usato un innesco di qualche tipo e nemmeno identificare con chiarezza la targa della macchina usata. Chi indaga ha disposto precise verifiche sull'impianto antincendio presente nell'area interessata dal rogo.

Tante le domande a cui rispondere. Ha funzionato il segnale di preallarme, di allarme e poi l'apertura delle bocchette dell'acqua e del materiale ignifugo? In questo senso, per capire, sarà importante quanto verrà accertato dai vigili del fuoco che stanno ancora operando nell'impianto a quasi 48 ore dal primo intervento.

La mappa dell'ordinanza anti diossina del sindaco di Roma
La mappa dell'ordinanza anti diossina del sindaco di Roma

Gli abitanti: “Altra notte difficile”

“La situazione è più o meno come ieri: nella valle, non essendoci ricambio d'aria e stazionando tutto qua sopra, abbiamo passato un'altra notte molto difficile. La preoccupazione, visto che c'è stato già detto che la situazione andrà avanti per parecchi giorni, è quella che vivremo quasi tutta la settimana in queste condizioni”. A raccontare una situazione di grande difficoltà nella zona di Malagrotta è il presidente del Comitato Valle Galeria, Massimo Prudente

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Tanti i disagi segnalati nella zona abitata dopo l'incendio agli impianti di Malagrotta. Prudente raccomanda ai residenti di “seguire le indicazioni della protezione civile e di stare con le finestre chiuse e poco all'aperto, ma certo con questo caldo e questa puzza è difficile stare chiusi dentro casa con i condizionatori spenti” e “dopo aver avuto delle segnalazioni da cittadini, di chiamare il 118, nei casi limite, per eventuali situazioni legate a difficoltà respiratorie”.