Incendio Malagrotta: via libera alla riapertura del Tmb1. Primi dati Arpa dalle centraline

Mentre il ministro Cigolani attende le indagini sale la rabbia dei cittadini della Valle Galleria che per decenni hanno convissuto con la discarica più grande d'Europa

Roma, 16 giugno 2022 - "L'area del Tmb 1 è rimasta intatta, quindi la riapertura rapida è possibile e concreta", a dirlo è il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al termine della cabina di regia che si è tenuta in prefettura con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, alla presenza del prefetto di Roma Matteo Piantedosi, sull'emergenza rifiuti scattata dopo l'incendio che ha interessato l'area di Malagrotta dove si trovano due impianti di Tmb. Il Tmb1 non è stato danneggiato, mentre "il Tmb2 che tratta circa 5.400 tonnellate settimanali ha subito danni strutturali che lo rendono al momento inutilizzabile". 

Una prima importante soluzione è stata trovata. "Posso anticipare che il Rida di Aprilia ha già dato disponibilità positive per quantità importanti di rifiuti da trattare. Contiamo di recuperare così quanto perso dal Tmb 2 di Malagrotta", ha aggiunto Gualtieri a margine della riunione tra Prefettura, Regione e Campidoglio convocata questo pomeriggio per trovare una soluzione per le 900 tonnellate di rifiuti che venivano trattate nel Tmb andato a fuoco. "Roma può e deve uscire dall'emergenza rifiuti", ha aggiunto Gualtieri non escludendo la possibilità di esercitare i poteri "straordinari che mi ha conferito il governo come commissario per far fronte all'emergenza nel modo più incisivo possibile". 

"Nelle prossime ore ci sarà un impatto. Abbiamo capacità di raccolta minore. Naturalmente quanto più saremo in grado di trovare trasferenze temporanee tanto più assorbiremo questo impatto. Se poi il nostro piano andrà a buon fine i rifiuti sistemati temporaneamente andranno ai loro sbocchi. Naturalmente oggi si sono fermate 8.100 tonnellate e quindi è chiaro che qualche riflesso immediato ci sarà. Ama lavorerà con grande impegno ma 8.100 adesso sono ferme. Stiamo cercando di minimizzare il più possibile i disagi per i cittadini e di risolvere nei prossimi giorni la situazione", precisa Gualtieri.

"Non c'è un problema di conferimento dei materiali dai Tmb fermi. Gli sbocchi rimangono gli stessi di oggi ovvero quelli della ditta E.Giovi. Non bisogna individuare nessun nuovo sbocco per il materiale trattato ma trovare nuovi impianti che trattino". dice il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

Cingolani: conseguenze ambientali e gestione rifiuti 

Al risultato delle indagini e alle ricadute, in termini ambientali e di gestione dei rifiuti, dopo l'incendio guarda il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, in contatto costante con il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri attende l'esito delle indagini portate avanti in queste ore dal Noe e dall'autorità giudiziaria al fine di accertare eventuali responsabilità. Fa sapere in una nota il Ministero. Sotto il profilo della delle conseguenze ambientali dell'incendio e degli impatti sulla gestione del ciclo dei rifiuti, sono in corso tutte le valutazioni del caso da parte della struttura tecnica del Ministero della Transizione ecologica, in stretto coordinamento con le competenti strutture di Roma Capitale e di Arpa Lazio. 

Arpa, primi monitoraggi: polveri nei limiti

In base ai primi dati comunicati dall'Arpa dopo l'incendio a Malagrotta, il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, conferma che su Roma e Fiumicino, in merito al particolato, PM10 e PM2.5, "non si sono registrati incrementi rispetto ai giorni precedenti" e non emergono "superamenti del limite giornaliero di PM10 che non deve essere oltre i 50 µg/m3". 

"Arpa Lazio ha comunicato i primi dati delle centraline di monitoraggio già presenti sul territorio, rilevati fino alla mezzanotte di ieri, 15 giugno, a seguito dell'incendio del TMB di Malagrotta - dichiara Montino -. Si tratta di un rilevamento generale e preliminare - sottolinea il sindaco -. I dati relativi alla centralina appena installata a Parco Leonardo e ulteriori rilevazioni saranno disponibili entro sabato prossimo. A quel punto avremo il quadro dettagliato delle conseguenze dell'incendio di Malagrotta". 

Il forte odore percepito nell'area dell'incendio e in numerose zone della città è legato alla presenza collettiva in aria di un insieme numeroso di composti chimici diversi. A seguito dell'incendio, sono anche stati installati nella serata di mercoledì 15 giugno due campionatori (nei pressi del rogo e in zona Ponte Galeria), i cui risultati analitici saranno disponibili venerdì e sabato prossimo. Sarà inoltre prodotta una mappa che individuerà delle aree di potenziale massima ricaduta delle emissioni generate dall'incendio. 

La rabbia dei cittadini della Valle Galleria 

Hanno convissuto per decenni con Malagrotta la discarica più grande d'Europa. Ora non ne possono più di continuare a pagarne il prezzo con il rogo che ha distrutto il rigassificatore e un impianto di trattamento rifiiuti (Tmb) E così riesplode la rabbia dei cittadini della Valle Galeria, zona ovest della Capitale che comprende una decina di quartieri, di circa 30mila persone. "È davvero difficile trattenere la collera per questa situazione. Siamo stati abbandonati, non era difficile prevedere quanto è accaduto", sbotta Massimo Prudente presidente di Valle Galeria Libera, comitato cittadino nato 3 anni fa con l'obiettivo di riunire vari comitati precedenti per la lotta alla riqualificazione dell'area. "La discarica fu chiusa con Marino a ottobre 2013 ma non è ancora stata tombata e messa in sicurezza e poi con l'incendio del rigassificatore e del Tmb di ieri la situazione è ulteriormente peggiorata", prosegue.

"Il disastro proseguirà per giorni. I rifiuti continueranno a bruciare. Siamo esasperati. Ieri sera c'è stata una cappa che ha mantenuto tutto nella valle e stamattina è caduto tutto sul terreno ed è per questo che sono sicuro che se facessero rilevazioni di PM1, PM2,5 e PM10 qua i valori sarebbero almeno dieci volte più preoccupanti di quelli che fanno scattare il blocco del traffico nel centro di Roma", osserva.

"Questo impianto stava lavorando al massimo della sua capacità, poi non è da escludere l'ipotesi dolosa. Dopo che è andato in manutenzione l'impianto di Rocca Cencia e chiuso quello di Aprila, tutti i rifiuti indifferenziati di Roma sono trasferiti qua e in un altro impianto: due per tutta Roma". Poi il racconto della dinamica dell'incendio divampato ieri intorno alle cinque con le fiamme nel fabbricato del gassificatore e nel capannone inattivo usato però come stoccaggio. "Il fumo è diventato molto nero dopo pochi minuti, era visibile da tutta Roma". "Qui l'emergenza è reale. Qua ci sono state centinaia di morti per malattie oncologiche: l'ultimo studio che è stato fatto risale al 2013. L'Ispra regionale ha certificato che chi abita nel raggio di cinque chilometri dalle discariche ha un'incidenza tumorale del 34% in più e tuttora chi abita in questa strada ha o ha avuto in famiglia casi di tumori. Abbiamo messo qui una statua per ricordare i defunti nella speranza che questa storia finisse, ma la tragedia sta proseguendo. 

Condivide l'esasperazione anche Emanuela D'Antoni consigliera dello stesso comitato: "Stiamo vivendo un disastro ambientale. Siamo considerati come fantasmi. Non c'è stato nessun intervento, neanche della protezione civile per allertarci". "Questo è un luogo di discriminazione di diritti umani. Siamo arrivati a livelli indecenti. Stiamo davvero dando fondo alla dignità umana", aggiunge D'Antoni che abita a meno di 5 chilometri dall'impianto.

Parole di disperazione anche da parte di Marco Donati, presidente dell'associazione Parte Civile e attivo in diversi comitati della zona. "Questo è l'ennesimo disastro ambientale che sta subendo il nostro territorio da decenni a oggi. Il versante del 12esimo municipio di Roma è diventato la discarica di tutta la Regione", spiega. "Chiediamo di andare oltre le logiche dei termovalorizzatori o anche dei biodigestori. Noi abbiamo già dato, infatti il Tmb è rimasto sempre a pieno regime e i cittadini hanno continuato a respirare per anni l'odore putrido di Malagrotta. Mi auguro che oggi - conclude - si dica basta a questo scempio".