Giovedì 18 Aprile 2024

Napoli, Green pass, la rabbia dei ristoratori del centro storico: “Noi discriminati"

Certificazione verde obbligatoria per consumare nei locali al chiuso. Rabbia e rassegnazione tra i bar e i ristoranti dei vicoli del centro storico. Clienti in fila.

Entra in vigore dell'obbligo di Green pass nei bar, Napoli

Entra in vigore dell'obbligo di Green pass nei bar, Napoli

Napoli, 6 agosto 2021 - Da oggi 6 agosto 2021 solo chi è in possesso del Green pass potrà accedere a molte attività, come entrare nei musei, andare in piscina e in palestra, andare a concerti e spettacoli teatrali al cinema, partecipare a fiere, sagre e molto altro. Certificazione verde obbligatoria al chiuso, vale a dire, necessaria anche per consumare al ristorante, al bar, nei pub, nelle gelaterie e nelle pasticcerie dove ci si può sedere al tavolo. Un limite che scatena rabbia e rassegnazione tra ristoratori del centro storico di Napoli nel primo giorno dell'entrata in vigore del decreto del Governo.

Tra i vicoli dei Decumani, infatti, sono molte le attività di ristorazione che non hanno posti all'esterno. La preoccupazione è che rispetto alle scorse settimane, nelle quali si era registrata una ripresa delle presenze, la necessità di dover esibire il Green pass possa causare una frenata. «Non so dire se questa misura sia giusta o sbagliata o se servirà a rallentare la diffusione del covid - dice Enrico Attanasio, titolare dell'omonima pizzeria - ma so per certo che penalizza tutti quelli che come me non hanno tavoli all'aperto. Così si creano discriminazioni e disparità tra persone che fanno lo stesso mestiere, che offrono lo stesso servizio». A chi entra è proprio il titolare a chiedere di esibire la certificazione verde "dato che - spiega - non posso certo permettermi di assumere altro personale". I ristoratori ritengono che la misura avrebbe dovuto  valere per tutti, anche per chi ha tavoli all'esterno. «Sarebbe stato più giusto - afferma Ciro, dipendente della trattoria Ò Cerriglio - così è l'ennesima presa in giro anche perché poi in strada quasi nessun ormai porta la mascherina. Così non è corretto».

Costretti a respingere i clienti

«Il Green pass è una misura che ci penalizza. Come è già accaduto in passato si danneggiano la ristorazione, il wedding e il mondo dello spettacolo mentre poi si può salire tranquillamente su un aereo. Davvero non lo capiamo». Sono le parole di Gino Sorbillo, titolare della nota pizzeria nel cuore del centro storico di Napoli. Il locale non ha tavoli all'esterno e dunque per poter gustare la pizza è necessario esibire il Green pass. All'esterno c'è un po’ di fila perché davanti alla porta una dipendente chiede ai clienti di esibire la certificazione verde anti covid o l'attestazione di aver effettuato un tampone nelle ultime 48 ore. E già dopo circa un'ora dall'apertura - come riferito dal responsabile di sala - non è stato possibile accettare alcune persone. Tra queste anche una donna incinta che vista la sua condizione non ha potuto effettuare il vaccino e alla quale è stato suggerito di recarsi in farmacia per effettuare un tampone rapido. «Tutto questo rallenta molto la nostra attività – prosegue Sorbillo - ma non possiamo fare altro che attenerci alle regole. Se la legge è questa non possiamo fare  diversamente». Nonostante l'introduzione della misura, nata con l'obiettivo di contenere la diffusione del virus e per incentivare le persone a vaccinarsi, Sorbillo si dice «preoccupato». «A Tokyo è già in corso la quarta ondata - spiega - e i locali la sera devono chiudere. Temo che la quarta ondata possa arrivare anche qui da noi nelle prossime settimane. Purtroppo c'è la sensazione che le persone abbiano allentato l'attenzione: lo abbiamo visto con i festeggiamenti per la vittoria degli Europei e lo vediamo sulle spiagge», conclud