Martedì 23 Aprile 2024

Roma, 16 ottobre 1943, rastrellamento del ghetto ebraico: domani la commemorazione

La ricorrenza del 78esimo anniversario cade oggi, mentre è in corso nella Capitale la manifestazione sindacale unitaria contro tutti i fascismi

Pietre d'inciampo nel ghetto di Roma

Pietre d'inciampo nel ghetto di Roma

Roma, 16 ottobre 2021 - Commemorazione domani per i rastrellamenti nel ghetto di Roma che avennero il 16 ottobre, proprio nel giornao in cui, 78 anni dopo, è in corso la manifestazione 'contro tutti i fascismi' promossa in modo unitario dai sindacati nella Capitale dopo l'attacco di Forza Nuova, una settimana fa, nella sede della Cgil. Manifestazione a Roma contro i fascismi. "Siamo oltre 100mila"

La Comunità di Sant'Egidio e la Comunità Ebraica di Roma promuovono anche quest'anno una manifestazione per celebrare la memoria della deportazione degli ebrei di Roma, compiuta dai nazisti il 16 ottobre 1943. Furono in 1.259 a essere strappati dalle loro case: dei 1.022 che nel pomeriggio di lunedì 18 ottobre furono caricati su un convoglio diretto al campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, ne tornarono solo 16. 

Largo 16 ottobre 1943: luogo della memoria

L'evento avrà luogo domani, 17 ottobre, dalle 19 alle 20 al Portico di Ottavia, accanto al Tempio Maggiore ebraico, proprio nel luogo dove furono concentrati gli ebrei rastrellati nelle proprie case per essere deportati nei campi di sterminio, fa sapere la Comunità di Sant'Egidio: "Saremo tanti, sempre nel rispetto delle normative in materia di contenimento del Covid-19, romani, giovani, famiglie, immigrati, anziani, scuole, associazioni, che converranno nel luogo della memoria oggi intitolato 'Largo 16 ottobre 1943'. Interverranno Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Riccardo Di Segni, rabbino Capo di Roma, Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.

La pagina scritta a ricordo da Giacomo Debenedetti

Anche nel 1943, come quest'anno, il 16 ottobre cadeva di sabato: quello shabbat sacro per gli ebrei di tutto il mondo e anche per coloro che allora vivevano nel quartiere del Ghetto di Roma. Quella terribile giornata, in cui oltre mille ebrei romani furono deportati nei campi di sterminio di Polonia e Germania sul carro bestiame di un treno, fu raccontata a pochissima distanza e con dovizia di particolari dal critico letterario Giacomo Debenedetti in '16 ottobre 1943' (ed. Einaudi), che la scrittrice Natalia Ginzburg definì "breve e splendido".  Vi si narra che la sera prima, il 15 ottobre, una donna che lavorava a Trastevere tornò al Ghetto e avvisò gli abitanti: la moglie di un carabiniere le aveva riferito di un elenco di capi-famiglia della comunità ebraica destinati alla deportazione con tutti i congiunti. Nessuno la ascoltò: tornarono tutti a casa e celebrarono pregando l'arrivo del sabato. Nel corso di quella stessa notte, verso le 5.30 del mattino, si udirono spari, urla: i soldati tedeschi "prendono tutti, ma proprio tutti, peggio di quanto si potesse immaginare". Solo pochi riuscirono a fuggire: Debenedetti racconta di una donna che rientrando a casa si accorse di quanto accadeva e scappò. Cercò di avvisare dalla strada i parenti che però non furono abbastanza rapidi. Un'altra storia riguarda una madre con i bambini che gridò vedendo passare i parenti su un camion, rivelandosi e venendo a sua volta catturata.  Almanacco del giorno: 16 ottobre 1943, il rastrellamento del Ghetto di Roma