Mercoledì 24 Aprile 2024

Francesco Vitale, secondo arresto per la morte a Roma del pr di Bari

Vitale precipitò da una palazzo della Magliana. Fermato un 48enne, accusato di sequestro a scopo di estorsione con l’aggravante del decesso della vittima. La pista del debito

Una immagine di Francesco Vitale tratta dal suo profilo Facebook

Una immagine di Francesco Vitale tratta dal suo profilo Facebook

Roma, 9 marzo 2023 -  C'è un altro fermo nell'ambito delle indagini relative alla morte del pr Francesco Vitale, 45 anni, di Bari precipitato il 22 febbraio dal tetto di un palazzo situato un complesso di edilizia popolare in via Pescaglia alla Magliana. I sanitari del 118 giunti sul posto avevano tentato di rianimarlo ma per l'uomo non c'era stato nulla da fare. Al momento del decesso la vittima era senza documenti e non si era scartata alcuna ipotesi, anche quella di un gesto volontario. Ma le indagini hanno preso una piega molto differente. 

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno fermato un primo e un secondo uomo, gravemente indiziati del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del decesso della vittima. Sul caso sono scattate le indagini dei carabinieri coordinati da Dda che hanno portato agli arresti. 

Il primo arresto

I carabinieri hanno  fermato un uomo di 37 anni. Anche per lui l'accusa è di sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del decesso della vittima.  Le indagini hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del 37enne in ordine al sequestro di persona che sarebbe avvenuto per dissidi probabilmente di natura economica, un debito da mezzo milione di euro forse contratto al gioco anche se non si esclude la pista della droga. 

Il secondo arresto

Si tratta di un romano di 48 anni, a cui i militari hanno notificato un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che insieme alla persona già sottoposta a fermo lo scorso 2 marzo, è gravemente indiziato di avere sequestrato per oltre 12 ore Francesco Vitale, la notte tra il 21 e il 22 febbraio, rendendosi irreperibile immediatamente dopo la sua morte.

Il fermato, condotto al carcere di Regina Coeli, è stato rintracciato ieri sera sulla via Pontina, a Pomezia, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, in collaborazione con i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e delle Compagnie di Roma Eur e Pomezia. Le indagini dei Carabinieri di via In Selci proseguono per stabilire la dinamica dei fatti che hanno portato alla morte dell'uomo, ancora da chiarire.  

L'antimafia al lavoro

Gli inquirenti in primo luogo stanno cercando di capire se Francesco Vitale, noto con il soprannome di Ciccio Barbuto, è deceduto nel tentativo di fuggire al suo aguzzino, al vaglio ci sono anche altre posizioni, in particolare di persone che forse erano presenti nell'appartamento al momento in cui il pr di Bari è precipitato di sotto. Sulla vicenda sono al lavoro i pm dell'antimafia di piazzale Clodio, segno che la morte di Vitale si sarebbe consumata nell'ambito di una vicenda legata alla criminalità organizzata. 

Il sospetto è che il pr  avesse raggiunto Roma proprio per incontrare i suoi «creditori» a cui doveva restituire il denaro. Nel corso di un sopralluogo svolto all'interno dell'appartamento di via Pescaglia gli investigatori hanno individuato tracce di sangue anche se il proprietario, finito poi nel registro degli indagati, aveva tentato di «occultarle» utilizzando anche della candeggina. In quell'appartamento Francesco Vitale potrebbe, quindi, essere rimasto in balia dell'arrestato che però, con ogni probabilità, era in compagnia di altre persone. 

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