Mercoledì 24 Aprile 2024

Roma, ex compagno uccide a colpi di pistola l'avvocata Martina Scialdone

L'arrestato è Costantino Bonaiuti: le ha sparato fuori da un ristorante al Tuscolano. Lei si occupava anche di violenza sulle donne

Martina Scialdone, avvocata vittima di femminicidio

Martina Scialdone, avvocata vittima di femminicidio

Roma, 14 gennaio 2023 - Una donna di 35 anni, Martina Scialdone, avvocata, è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco dal suo ex compagno, un uomo di 61 anni. L'uomo accusato dell'omicidio di Martina Scialdone è è stato identificato in Costantino Bonaiuti. Sono in corso accertamenti della polizia sulla pistola sequestrata con cui l'uomo avrebbe ucciso la giovane avvocata: secondo quanto si apprende Bonaiuti aveva un'arma regolarmente denunciata per uso sportivo. Sul caso indaga la polizia. Non si esclude che l'uomo abbia frequentato il poligono di Tor di Quinto, lo stesso dove era iscritto, Simone Campiti, il killer arrestato per la strage di Fidene. 

 

Gli spari in strada

Il femminicidio è avvenuto la scorsa notte a Roma, davanti al ristorante 'Brado' dove la giovane si trovava. La serata nel quartiere Tuscolano, in via Amelia 42, si è trasformata in una tragedia quando l'uomo, romano, che in un primo momento si era ritenuto fosse una guardia giurata,  secondo le ricostruzioni, ha raggiunto la donna nel locale dove stava cenando col fratello. Prima la discussione, poi la richiesta da parte dell'ex di uscire all'esterno per un chiarimento e infine il folle gesto: estratta la pistola, l'uomo ha sparato sulla 35enne, uccidendola. Immediato l'intervento della polizia che poco dopo ha arrestato l'uomo che si era dato alla fuga. Gli agenti della volante hanno intercettato la sua auto, con la quale era fuggito da via Tuscolana, in zona Fidene, nel quadrante della periferia nord della capitale, l'uomo è stato bloccato e tratto in arresto.

Chi è Martina Scialdone

La vittima del femminicidio consumato ieri sera in zona Tuscolano a Roma è Martina Scialdone, 35 anni, avvocata. La donna lavorava in uno studio legale nella Capitale che opera nel settore della consulenza aziendale. Ieri sera era a cena col fratello quando il suo ex, una guardia giurata, si è presentato al ristorante per chiederle di tornare con lui. Ne è nato un litigio cjhe è poi proseguito in strada dove la donna è stata barbaramente assassinata dall'ex a colpi di pistola. Non ha avuto scampo. "Martina è morta fra le braccia del fratello, per fortuna non ha sparato anche a lui. Ma adesso penso soprattutto alla madre: ha 94 anni ed aveva già visto morire il marito a 60 anni per una malattia", spiega tra le lacrime la signora Annarita, vicina di casa della giovane avvocata uccisa. Lei che - dice - "l'aveva vista nascere" ha raggiunto via Amelia, davanti al locale dove la vittima stava cenando con il fratello e dove l'aveva raggiunta Costantino Bonaiuti, il 61enne cui la 35enne aveva detto basta. Dai racconti dei testimoni, raccolti anche da Annarita, viene raccontato che Martina si era chiusa nel bagno del locale e non si decideva ad uscire proprio per non vedere più il suo ex. "Di questa sua relazione con Costy, così lo chiamavano, in famiglia erano tutti scontenti - racconta ancora Annarita -. E adesso anche Martina se n'era convinta. Era andata da uno psicologo. Aveva capito che non era l'uomo adatto. All'inizio forse aveva funzionato perché lei aveva visto in lui una figura paterna. Ma viveva ancora con la mamma, nell'appartamento accanto al mio, ed ora sono preoccupatissima per la madre". La relazione era andata avanti per circa un paio d'anni e Bonaiuti non si vedeva spesso a casa di Martina perché sapeva di non essere ben voluto dalla madre, ma - assicura ancora Annarita - lei non era a conoscenza di atteggiamenti violenti dell'uomo nei confronti della ragazza.

Il collega dello studio legale: "Tutti sotto choc"

"Martina lavorava con noi da quattro-cinque anni, era una ragazza sempre con il sorriso. L'ho salutata ieri sera andando via, nulla che lasciasse immaginare quello sarebbe accaduto qualche ora dopo". Così all'Adnkronos l'avvocato Giulio Micioni dello studio legale dei Parioli dove lavorava Martina Scialdone, la donna di 34 anni uccisa ieri sera al Tuscolano a colpi di pistola da un sessantunenne poi arrestato dalla Polizia. Martina "non ci aveva mai parlato di problemi personali. Nel nostro studio si occupava di diritto di famiglia e tante volte - racconta - si era trovata ad affrontare storie di donne vittime di violenza. Poi questa mattina ho appreso da una collega la notizia della sua morte, siamo tutti sotto choc".   "Per me è morta una persona di famiglia - rimarca Micioni - Stiamo tutto il giorno insieme e quindi si crea un rapporto che va oltre la semplice professione. Martedì scorso eravamo andati a ballare al Piper per una festa e due giorni dopo era stato il mio compleanno e avevamo festeggiato allo studio: avevamo finito io e lei la bottiglia", ricorda il legale ancora sconvolto dalla notizia. "Era sempre solare, sorridente. E' stato un fulmine a cielo sereno, non sapevo nulla di questa relazione: sono cascato dalle nuvole". 

Martina Scialdone, avvocata vittima di femminicidio
Martina Scialdone, avvocata vittima di femminicidio

Telefono rosa: "Mattanza per cultura di possesso della donna"

"Di certo non si previene la violenza con qualche consiglio. Ieri un'altra donna è stata ammazzata da un uomo, l'ennesimo femminicidio. Questo fenomeno è inarrestabile e nulla viene messo in campo per contrastarlo". Lo afferma la presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. "Ci congratuliamo anche noi con le forze dell'ordine per la loro grande professionalità, ma sarebbe ora che - aggiunge - ci potessimo congratulare anche con i rappresentanti parlamentari per essere riusciti a contrastare questa infinita mattanza. Forse un atteggiamento diverso da parte delle donne oppure un vestito coprente potevano evitare la tragedia? No! Certo fin quando saremo costrette a leggere i proclami maschilisti confezionati in un opuscolo come quello del Comune di Cividale del Friuli la violenza non sarà certamente contrastata. Un messaggio del genere - conclude - fa danni importanti, rafforzando una cultura patriarcale di possesso della donna". 

Dinamica classica

Quanto è accaduto segue, tragicamente, la dinamica classica dei femminicidi. Quando una relazione finisce e l'uomo non riesce ad accettare la rottura perseguita la ex e cerca di convincerla a riconciliarsi. Le esperte dei centri antiviolenza hanno più volte ribadito che le donne non devono accettare l'ultimo incontro 'chiarificatore'. In questo caso l'uomo, essendo una guardia giurata, era armato e probabilmente la donna, che era a cena col fratello, è uscita in strada per evitare scenate nel ristorante.L'ex compagno dinnanzi all'ennesimo rifiuto ha quindi impugnato la pistola, freddando la 35enne sulla strada per poi tentare, invano, la fuga. 

Roma capitale anche dei femminicidi

A fronte di una media di una donna uccisa da uomo in quanto donna (nella maggior parte dei casi perché moglie o compagna o fidanzata, spesso ex, ma amche da figli e padri) di una ogni 3 giorni, Roma detiene il primato dei femminicidi in Italia, e comunque, nelle grandi metropoli: sono state 8 nel 2022 le vittime della estrema violenza maschile su un totale di 104 donne uccise.  

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Intervento notturno della Polizia
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