Covid Lazio 13 gennaio, oggi 10.272 casi e 34 morti. Vaia: "Quarantene più brevi"

L'incidenza aumenta a 10,8%, anche se i numeri sembrano in calo. D'Amato: “Per la prima volta nelle ultime settimane, c'è un lieve calo nel numero dei ricoveri"

Roma, 13 gennaio 2022 - Incidenza in aumento e valore Rt stabile, il Lazio anche oggi alle prese con il conteggio dei casi Covid. Con 10.272 nuovi casi emersi dall’analisi di 94.568 test, oggi il rapporto tra positivi e tamponi è al 10,8%. Sono 34 i decessi, con un aumento di 19 vittime rispetto a ieri, quando anche i casi erano più bassi: 1.755 in meno rispetto all’andamento di oggi. Covid Lazio 13 gennaio, oggi 10.272 casi e 34 morti. Vaia: "Quarantene più brevi"

Bollettino Covid oggi in Italia: ricoveri in aumento. Tutti i dati del 13 gennaio 2022

Stabile la situazione negli ospedali laziali. “Per la prima volta nelle ultime settimane, c'è un lieve calo nel numero dei ricoveri giornalieri", fa notare l’assessore regionale, Alessio D’Amato. Nei reparti di area medica ci sono 1.620 ricoverati (-9), mentre sono 204 i pazienti gravi curati nelle terapie intensive (+2). Nelle ultime 24 ore, 4.207 persone sono risultate guarite. Il calo dei casi si sta verificando da un paio di giorni – questi i dati di martedì – trend al ribasso anche rispetto a giovedì della scorsa settimana.

Covid Lazio, i dati del 13 gennaio 2022
Covid Lazio, i dati del 13 gennaio 2022

Monoclonali, Lazio un prima linea

Scendono le prescrizioni di anticorpi monoclonali contro il Covid-19 in Italia. Dopo un lungo trend in crescita, negli ultimi 7 giorni monitorati dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa, dal 6 al 12 gennaio, le richieste di farmaco sono state 2.555 contro le 3.794 della settimana precedente, con una media giornaliera in calo dell'29,54% (365 contro 518), per un totale di 35.948 a partire dal 10 marzo, quando questi medicinali sono stati autorizzati in via emergenziale in Italia.

Sono 245, in aumento, le strutture di 21 regioni o province autonome che hanno prescritto queste terapie. Dall'inizio del monitoraggio, in numeri assoluti è il Veneto la regione per la quale si rileva il maggiore utilizzo di monoclonali con 6.327 pazienti trattati, seguito dal Lazio con 5.346 pazienti e dalla Toscana con 3.953, mentre agli ultimi posti ci sono provincia autonoma di Bolzano, e a salire Molise e provincia autonoma di Trento, rispettivamente a quota 69, 89 e 150 pazienti inseriti nel registro. Nell'ultima settimana analizzata, il numero più alto di prescrizioni è stato segnalato dal Lazio (411, -27,13% la media giornaliera rispetto alla settimana precedente), seguito dal Piemonte (346, -27,16%) e dal Veneto (298, -34,22%).

La fotografia delle province

Nella Capitale i casi di oggi sono a quota 5.061, numeri ai quali si aggiungono altri 2.801 positivi riscontrati nei Comuni della Città metropolitana, per un totale di 7.862 nel territorio di Roma. Nelle province si registrano invece 2.410 nuovi casi nelle ultime 24 ore, con 2 decessi. Casi così ripartiti: nella zona di competenza della Asl di Frosinone ci sono 770 nuovi casi e 1 decesso; l’Asl Latina ha comunicato all’Unità di crisi regionale 684 nuovi positivi e altri 327 si contano in provincia Rieti, dove nelle ultime ore c’è stato arche 1 decesso. Nessuna vittima a Viterbo, ma è alto il numero dei nuovo contagi: sono 629.

Covid, Italia tutta in rosso scuro: la mappa Ecdc

"Regole più semplici per gli asintomatici"

Con il continuo dilagare della variante Omicron, ormai prevalente ovunque, le regioni stanno chiedendo al Governo un cambio di passo, togliendo dai conteggi i positivi asintomatici. Ne è convinto il governatore del Veneto, Luca Zaia, che lo ha sottolineato questa mattina in conferenza stampa. Anche l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, ritiene che si debbano “semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati: negli Usa in questo caso la quarantena finisce dopo 5 giorni. Se il Cts intraprendesse questa linea, di conseguenza non servirebbe contare gli asintomatici”.

Gli esperti si schierano sulla linea dell'apertura verso chi non ha sintomi. “I dati di oggi - sottolinea il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia - mettono in evidenza un aspetto importante: sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva. Se questo trend, figlio della campagna vaccinale della terza dose, si stabilizzerà, abbiamo bisogno di andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena. Così come avviene negli Usa le persone vaccinate e asintomatiche, se positive, dopo 5 giorni di isolamento possono e devono tornare alle loro attività quotidiane”.

Con le norme ora in vigore, i contagiati che hanno ricevuto il booster o hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni devono stare in isolamento per 7 giorni, purché siano sempre stati asintomatici o risultino asintomatici da almeno 3 giorni. Al termine del periodo possono uscire dall'isolamento solo con un test molecolare o antigenico negativo.