Comunali Roma, si aprono i giochi verso il ballottaggio tra Michetti e Gualtieri

Meloni si appella a quel 51% che non si è presentato alle urne, e invita il centrodestra a serrara i ranghi. M5s e Pd invece puntano al quel 40% di voti 'di protesta' di Calenda e Raggi

Enrico Michetti e Roberto Gualtieri i due candidati al ballottaggio per Roma Capitale

Enrico Michetti e Roberto Gualtieri i due candidati al ballottaggio per Roma Capitale

Quando ancora, oggi alle ore 14.30, mancano i risultati completi dello spoglio delle elezioni comunali di alcune sezioni a Roma (6 seggi), è comunque già sfida aperta tra i due candidati al ballottaggio per la conquista della Capitale, i 55enni Enrico Michetti, che col centrodestra ha raccolto il 30,14% delle prefenze, e Roberto Gualtieri, al 27,03% con la coalizione di centrosinistra.

Come cambia la geografia dell'Italia

Milano / Bologna / Napoli / Torino / Trieste 

Michetti: Roma pulita e lotta ai monopattini

E, mentre Michetti, amministrativista, affiancato da Giorgia Meloni, è partito subito stamattina col secondo round della campagna elettorale, a colpi di obiettivi previsti nel suo programma elettorale, a partire da una Roma pulita dai rifiuti, argomento che ha senz'altro penalizzato la sindaca uscente Virginia Raggi, fino al contrasto ai monopattini elettrici, passando per stadi e cantieri, Gualtieri, che solo in apparenza parte svantaggiato, punta già a quel 40% di elettorato che ha votato per Raggi e per Carlo Calenda, che, con la propria civica, ha compiuto un vero exploit, ed è riuscito a scalzare, anche se di misura, dal terzo posto anche Raggi e il M5s: a lui il 19,81% delle prefenze, a lei il 19.09%. Gualtieri, dunque, rispetto a Michetti, oltre a vantare tra l'altro l'esperienza come deputato europeo del Pd e ministro dell'Economia nel governo Conte Bis, ha un buon bacino, quasi del 40%, in cui pescare voti, cosa più difficile per Michetti. 

Pippo Franco, verifiche dei Nas sul Green pass

Letta su, Salvini giù, Conte nei guai. Voto apre i grandi giochi

Reazioni / Voti di lista

Meloni: appello al voto e serrare i ranghi

Ed infatti Meloni, che ha portato Fratelli d'Italia ad essere il primo partito a Roma (oltre che nella propria coalizione), col 17,42% dei consensi (la Lega a Roma è al 5,93%, Fi al 3,5%), nelle dichiarazione rese stamani insieme al suo candidato punta a serrare i ranghi del centrodestra e a chiamare al voto chi è rimasto casa: la Capitale non ha raggiunto nemmeno il 50% dei votanti (48,83%, contro il 57,03 del 2016).  "É nostra responsabilità fare un appello molto forte ai cittadini che hanno scelto di non andare a votare. É la grande sfida questo ballottaggio: convincere tante persone che si sono allontanate dalla democrazia". Ed ancora: ""Chiamerò oggi sia Matteo Salvini (che ha annunciato una conferenza alle ore 17) che Silvio Berlusconi per chiedergli di confermare l'impegno da parte di tutti. Occorre serrare i ranghi ancora di più. Il confronto si polarizza. Credo che il centrodestra debba fare un grande lavoro e debba fare il massimo, imparando da quello che non ha funzionato". Secondo Meloni è importante dunque che anche gli altri partner facciano buon viso a cattivo gioco e collaborino per portare a casa il risultato: "Queste elezioni possono essere un banco di prova importante per il futuro del centrodestra. Vogliamo arrivare compatti alle prossime elezioni politiche".  E Michetti ringrazia: "Siamo in testa e abbiamo vinto la prima parte della partita. Ringrazio Giorgia perché si è messa in moto una grande squadra. I risultati sono quelli di un primato perché noi siamo in testa. Ringrazio la coalizione che si è dimostrata leale, a partire dai leader. Ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la faccia per la città" - ha dichiarato. 

I candidati hanno fatto la differenza - di Michele Brambilla

Conte: "Gualteri è un ministro che ha lavorato con me"

Se Virginia Raggi, la grande sconfitta perché sindaca uscente che non ha raggiunto neppure il ballottaggio, ha già chiamato il candidato del centrosinistra Roberto Gualtieri per complimentarsi per il risultato, è Giuseppe Conte, leader del M5s (all'11% contro il 35,3 del 2016), a sottolineare ciò che potrebbe unire, agli occhi dell'elettorato, ciò che resta dei pentastellati col candidato del centrosinistra: "Non vedo nessuna possibilità che ci si possa rapportare con la politica che fanno queste destre e quindi non c'è nessuna indicazione da parte nostra in questa direzione. Per quanto riguarda invece Gualtieri ci aggiorneremo: è un ministro che ha lavorato con me e con il M5s e quindi vi è un'esperienza di governo misurata sul campo" - ha dichiarato Conte, in tour elettorale in Sardegna, dove le amministrative di svolgeranno domenica 10 e lunedì 11 ottobre. Conte ha, però, spiegato che una indicazione per Gualtieri è "per ora è ancora prematura e soprattutto - ha ribadito - rimane il fatto che gli elettori non sono dei pacchi postali da muovere su indicazione del leader di turno", come rimarcato anche da Raggi.  

I ballottaggi: date e orari

Gualteri cerca i voti di Raggi e Calenda (40%), anche "senza apparentamenti"

"Ringrazio Conte per le parole di stima e immagino che anche Calenda avrebbe difficoltà a non sostenere il candidato progressista, europeista e che ha portato avanti battaglie sulla scienza, sui vaccini, sul green pass e sulla visione di una Roma europea - ha dichiarato il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri -. Sono fiducioso rispetto a questo: non parliamo di accordi partitici o apparentamenti, ma della scelta migliore per Roma per i prossimi anni".

Calenda: "Un balsamo per l'amor proprio"

Calenda, leader di Azione, non ha fretta ("deciderò nei prossimi giorni sulle indicazioni di voto: personale e senza contropartita", aveva dichiarato già ieri sera") e intanto si gode il risultato: la sua civica, che ha raccolto il nuovo voto di 'protesta', lontano dai partiti, è quella che ha ottenuto le maggiori preferenze a Roma, per cui Fd'I è secondo (primo come partito, col 17,42%) e il Pd (col 16,38%) è terzo, twitta "Siamo terzi, il che è un balsamo per l'amor proprio, sfiorando il 20%. Prima lista a Roma superando Pd e FdI. Sono molto grato. Molto. A chi ha avuto fiducia in un modo serio e appassionato di fare politica. Adesso si riprende da Azione". 

Pd: "Tessere filo del dialogo"

"A Roma occorre saper intendere le ragioni di chi ha inteso votare per Virginia Raggi e Carlo Calenda, senza forzature politicistiche o furbizie tecniche che nessuno ha dichiarato di volere - ha dichiarato Goffredo Bettini, membro della direzione del Pd -. Essi, insieme, rappresentano quasi il 40% dell'elettorato. La Raggi con un voto di resistenza. Calenda con un indiscutibile affermazione di lista e personale, pur nella delusione di non aver raggiunto l'obbiettivo politico del ballottaggio. Non si tratta di tirare la giacchetta a qualcuno. Tocca a noi riannodare con mano leggera un filo di dialogo per sconfiggere la destra romana e il suo candidato, francamente poco credibile circa il programma e per la sua assoluta inesperienza di governo".