
Roma, 1 ottobre 2023 – Potrà rientrare in Italia l’8 ottobre Khaled El Qaisi, lo studente italo-palestinese della Sapienza arrestato in Israele il 31 agosto e rimasto per un mese nel carcere di Petah Tikwa. Il giovane è stato scarcerato dal tribunale di Rishon LeTzion, ma a patto che rimanga disposizione delle autorità per sette giorni e lasci il suo passaporto italiano in consegna.
È mistero sui motivi dell’arresto di Khaled El Qaisi, finito a processo senza un vero capo di imputazione. Secondo Israele, il ricercatore avrebbe avuto contatti con persone vicino agli ambienti terroristici palestinesi e sarebbe stato arrestato per “motivi di sicurezza”. Ma Amnesty risponde: “Gravi violazioni dei diritti umani”
A quanto si apprende da fonti qualificati, il giovane andrà a Betlemme da uno zio paterno che ha garantito per lui e lì trascorrerà i sette giorni stabiliti del giudice del tribunale israeliano. La notizia è confermata dalla moglie Francesca Antinucci: “Per una settimana non può muoversi dai Territori” palestinesi. Ecco chi è e cosa è accaduto allo studente della Sapienza di Roma.
Polimeni: “Speriamo rientri presto in Italia”
“Apprendiamo con sollievo la notizia della scarcerazione del nostro studente Khaled El Qaisi. Confidiamo nella costante attività del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, affinché Khaled possa rientrare in Italia al più presto”, commenta la rettrice dell'Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni.
Nelle scorse settimane, l'ateneo capitolino aveva auspicato “una rapida e pacifica soluzione della vicenda che vede coinvolto lo studente, cittadino italo palestinese, iscritto al corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali del nostro Ateneo”.
Chi è Khaled El Qaisi
Khaled El Qaisi è un intellettuale palestinese, traduttore di libri di fondamentale importanza per la storia politica e culturale della Palestina. È il fondatore del Centro di documentazione palestinese a Roma. Vive nella Capitale con la moglie e un figlio di 4 anni, ed è “iscritto al corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali del nostro Ateneo”, dice la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni.
Il misterioso arresto
Khaled El Qaisi è rimasto nel carcere di Petah Tikwa senza mai aver potuto incontrare il suo legale e la famiglia. Il giovane era stato arrestato lo scorso 31 agosto al valico di Allenby – che si trova a a 57 km da Amman, a sud della valle del Giordano – mentre tornava da Betlemme, nei territori palestinesi. Khaled era in viaggio con la famiglia, dopo una vacanza trascorsa con i parenti paterni. Durante un controllo al check point, El Qaisi è stato arrestato senza fornire spiegazioni sotto agli occhi della moglie e del figlio di 4 anni. Lui è stato portato in carcere, la moglie e il figlio sono stati lasciati al confine senza soldi e cellulare.
Carcere duro
“Khaled El Qaisi è stato tenuto in isolamento per 14 giorni ad Ashkelon e gli è stato impedito di avere contatti regolari con la sua famiglia e con i suoi legali”, spiegano da Amnesty International, che aveva lanciato un appello alle autorità per chiederne la scarcerazione. “Restano ancora ignote le accuse e le asserite ‘ragioni di sicurezza’ che hanno portato all’arresto e al suo trasferimento in Israele. La sospensione del diritto alla difesa e il diniego di giusto processo sono inaccettabili e costituiscono gravi violazioni dei diritti umani”, continuano da Amnesty.
Secondo Amnesty, Khaled El Qaisi è sottoposto al carcere duro: “privazione del sonno, minacce, offese verbali e imposizione prolungata di posizioni di stress”. Condizioni “potenzialmente riconducibili a un crimine di diritto internazionale”.
Il processo
La prima udienza si è tenuta il 21 settembre, quando El Qaisi è comparso davanti al giudice del tribunale israeliano di Rishon LeTzion. Le autorità israeliane avevano deciso di prorogare la detenzione per altri 11 giorni. A quanto si apprende, allo studente non è mai stata formulata un’accusa formale. Secondo Israele, il ricercatore avrebbe avuto contatti con persone vicino agli ambienti terroristici palestinesi.