Palazzo di Giustizia

Roma, 21 febbraio 2023 - Sono al vaglio degli inquirenti i cellulari sequestrati a Camilla Marianera, praticante avvocata di 27 anni, e al suo compagno Jacopo De Vivo - entrambi finiti in carcere nei giorni scorsi con l'accusa di corruzione in atti giudiziari - per individuare la 'talpa' che dall'ufficio intercettazioni di piazzale Clodio passava informazioni coperte da segreto d'ufficio.  Perquisizioni nell'ufficio intercettazioni 300 euro per ogni procedimento penale svelato Breccia aperta nel sistema di controllo Campidoglio estraneo Boss e ultras Perquisizioni nell'ufficio intercettazioni Nell'ambito dell'indagine della procura di Roma sono state effettuate una serie di perquisizioni nell'ufficio intercettazioni, della Sorveglianza e in Corte d'Appello. Al momento ci sarebbero altri indagati, ma chi materialmente ha passato le informazioni riservate non è stato ancora individuato.  300 euro per ogni procedimento penale svelato Secondo l'atto d'accusa, dal 2021 al dicembre scorso, i due arrestati ''erogavano utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e addetto all'ufficio intercettazioni, perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti nel rivelare l'esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto, l'esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di 300 euro a richiesta''.   Breccia aperta nel sistema di controllo Le personalità di Marianera e De Vivo vengono descritte nell'ordinanza di custodia cautelare come ''assolutamente pericolose per come hanno fatto breccia nel sistema di controllo interno dell'ufficio intercettazioni della Procura e abbiano trovato un ignoto, allo stato, concorrente necessario e concluso con lui un patto criminale a natura corruttiva, creando una sorta di 'protocollo criminale' per vendere a terzi le informazioni segrete sull'esistenza di intercettazioni richieste e autorizzate dall'autorità giudiziaria romana''.Entrambi sono senza precedenti penali ma l'uomo aveva contatti con alcuni malavitosi a cui rivendeva le informazioni secretate. Campidoglio estraneo Secondo quanto ricostruito dall'accusa, l'avvocata praticante arrestata, che si trova ora ai domiciliari, aveva una talpa a piazzale Clodio che le forniva documenti coperti da segreto. La 27enne è stata per un breve periodo di tempo una collaboratrice di Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità con delega alla Sicurezza. L'assessora e il Campidoglio sono totalmente estranei all'indagine. Come consulente dell'assessorato comunale alla Sicurezza, però, Camilla Marianera aveva potuto partecipare 'a riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ''luogo istituzionale nel quale la possibilità di attingere notizie sensibili rispetto agli sviluppi di attività criminali è altissima'' è stato scritto nell'atto di accusa. Boss e ultras Jacopo De Vivo è figlio di uno dei fondatori del gruppo ultras dei Fedayn della curva Sud della Roma, ma risultano amicizie anche con la tifoseria della Lazio, con l'estrema destra e con il clan dei Casamonica.  Era lui, secondo gli inquirenti a trovare i 'clienti' a cui vendere le informazioni. Gli inquirenti hanno scoperto la coppia proprio poco prima di arrestare per droga Luca Giampà, legato alla famiglia Casamonica: il malavistoso si era rivolto a loro per sapere se c'erano indagini nei suoi confronti.

Cronaca

<p>Roma, 21 febbraio 2023 - Sono al vaglio degli inquirenti i <strong>cellulari sequestrati a Camilla Marianera</strong>, praticante avvocata di 27 anni, e al suo <strong>compagno Jacopo De Vivo</strong> - entrambi finiti in carcere nei giorni scorsi con l'accusa di <strong>corruzione in atti giudiziari</strong> - per individuare la 'talpa' che dall'ufficio intercettazioni di piazzale Clodio passava informazioni coperte da segreto d'ufficio.&nbsp;</p> 
<p><strong><a href="#Perquisizioni nell'ufficio intercettazioni" rel="nofollow">Perquisizioni nell'ufficio intercettazioni</a><br> <a href="#300 euro per ogni procedimento penale svelato" rel="nofollow">300 euro per ogni procedimento penale svelato</a><br> <a href="#Breccia aperta&nbsp;nel sistema di controllo" rel="nofollow">Breccia aperta&nbsp;nel sistema di controllo</a><br> <a href="#Campidoglio estraneo" rel="nofollow">Campidoglio estraneo</a></strong><br> <strong><a href="#Boss e ultras" rel="nofollow">Boss e ultras</a></strong></p> 
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<p>Nell'ambito dell'indagine della procura di Roma sono state effettuate una serie di <strong>perquisizioni nell'ufficio intercettazioni, della Sorveglianza e in Corte d'Appello</strong>. Al momento ci sarebbero altri indagati, ma chi materialmente ha passato le informazioni riservate non è stato ancora individuato.&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="300 euro per ogni procedimento penale svelato" name="300 euro per ogni procedimento penale svelato" rel="nofollow">300 euro per ogni procedimento penale svelato</a></h2> 
<p>Secondo l'atto d'accusa, dal 2021 al dicembre scorso, i due arrestati ''erogavano utilità economiche a un pubblico ufficiale allo stato ignoto, appartenente agli uffici giudiziari di Roma e<strong> addetto all'ufficio intercettazioni</strong>, perché ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti nel <strong>rivelare&nbsp;l'esistenza di procedimenti penali coperti dal segreto</strong>, l'esistenza di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, atti remunerati mediamente nella misura di<strong> 300 euro a richiesta</strong>''.&nbsp;&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Breccia aperta&nbsp;nel sistema di controllo" name="Breccia aperta&nbsp;nel sistema di controllo" rel="nofollow">Breccia aperta&nbsp;nel sistema di controllo</a></h2> 
<p>Le personalità di Marianera e De Vivo vengono descritte nell'ordinanza di custodia cautelare come ''<strong>assolutamente pericolose</strong>&nbsp;per come hanno fatto breccia nel sistema di controllo interno dell'ufficio intercettazioni della Procura e abbiano trovato un ignoto, allo stato, concorrente necessario e<strong> concluso con lui un patto criminale</strong> a natura corruttiva, creando una sorta di 'protocollo criminale' per vendere a terzi le informazioni segrete sull'esistenza di intercettazioni richieste e autorizzate dall'autorità giudiziaria romana''.Entrambi sono senza precedenti penali ma l'uomo aveva contatti con alcuni malavitosi a cui rivendeva le informazioni secretate.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Campidoglio estraneo" name="Campidoglio estraneo" rel="nofollow">Campidoglio estraneo</a></h2> 
<p>Secondo quanto ricostruito dall'accusa, l'avvocata praticante arrestata, che si trova ora ai domiciliari, aveva una talpa&nbsp;a piazzale Clodio che le forniva documenti coperti da segreto. La 27enne è stata per un breve periodo di tempo una collaboratrice di Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità con delega alla Sicurezza. L'assessora e il Campidoglio sono totalmente estranei all'indagine.<br> Come<strong> consulente dell'assessorato comunale alla Sicurezza</strong>, però, Camilla Marianera aveva potuto partecipare 'a riunioni del <strong>comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica</strong>, ''luogo istituzionale nel quale la possibilità di attingere notizie sensibili rispetto agli sviluppi di attività criminali è altissima'' è stato scritto nell'atto di accusa.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Boss e ultras" name="Boss e ultras" rel="nofollow">Boss e ultras</a></h2> 
<p>Jacopo De Vivo è figlio di uno dei fondatori del <strong><a href="https://www.quotidiano.net/sport/calcio/striscioni-fedayn-1.8530614" target="_blank">gruppo ultras dei Fedayn della curva Sud della Roma</a></strong>, ma risultano amicizie anche con la tifoseria della Lazio, con l'estrema destra e con il clan dei Casamonica. &nbsp;Era lui, secondo gli inquirenti a trovare i 'clienti' a cui vendere le informazioni. Gli inquirenti hanno scoperto la coppia proprio poco prima di arrestare per droga Luca Giampà, legato alla famiglia Casamonica: il malavistoso si era rivolto a loro per sapere se c'erano indagini nei suoi confronti.</p>

Roma, caccia alla talpa in Procura: al vaglio i cellulari degli arrestati

Effettuate una serie di perquisizioni nell'ufficio intercettazioni, della Sorveglianza e in Corte d'Appello per trovare chi vendeva all'avvocata praticante e al suo compagno informazioni coperte da segreto istruttorio

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